Tecniche Sapienti. Una storia al femminile della Facoltà di Ingegneria di Roma Sapienza (1910-1969)

04 Pubblicazione in atti di convegno
Belingardi Chiara, Mattogno Claudia

La produzione progettuale delle donne in Italia fatica a essere riconosciuta. Molte scuole universitarie sono state a lungo loro precluse, come la scuola di Ingegneria di Roma che, istituita nel 1817, consente loro l’accesso solo nel 1910.
Le prime progettiste italiane sono tuttavia ingegnere: nel 1908 si laurea a Torino Emma Strada, che una foto ritrae al lavoro in cantiere; nel 1913 si laurea a Roma Elena Sadowska, ma di lei rimangono solo poche tracce all’interno della comunità russa di Sanremo; nel 1914 si laurea a Milano Gaetanina Calvi, che sarà costretta ad abbandonare la professione di ingegnere per indirizzarsi verso l’insegnamento della matematica, ritenuto all’epoca più consono.
Molte sono state a lungo ostacolate nell’esercizio professionale a seguito di radicati preconcetti, mentre altre hanno dovuto costruire le loro carriere lavorando con padri, fratelli o mariti, spesso senza poter firmare i progetti per questioni legali o di pregiudizio.
Le celebrazioni del Bicentenario per la fondazione della facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza di Roma (2017) sono state l’occasione per ripercorrerne la storia e indagare su alcuni aspetti ancora poco noti, come quello della presenza femminile che ne ha attraversato nel tempo aule e laboratori, dapprima come studenti, e poi come assistenti e docenti, contribuendo ad animarne la vita scientifica.
Soprattutto per le giovani della prima metà del Novecento, la scelta dell’ingegneria è stata inusuale e segno di una grande passione, anche se non sempre pienamente sostenuta dalle famiglie. Le storie di queste ingegnere del passato sono poco conosciute: alcune hanno avuto una carriera di successo dentro o fuori dell’università, come ad esempio Bice Crova che si laurea nel 1916 e, autrice di numerosi saggi e progetti, diventa libera docente di Architettura Tecnica nel 1948.
La relazione intende comparare alcuni dati e raccontare i profili di queste donne, rispetto a tre fasce temporali (Pioniere 1910-1938; Madri 1939-1945; Intraprendenti 1946-1969), per contribuire alla costruzione di genealogie di genere e riportare alla luce ingegnere progettiste rimaste nell’ombra.

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