Hannah Arendt. Il potere totalitario
Autrice di opere complesse e controverse quali 'Le origini del totalitarismo' (1951) e 'La banalità del male' (1963), Hannah Arendt dedica ampio spazio della sua vastissima produzione al concetto di potere. In ciò ella evidenzia una spiccata contrapposizione tra il modo in cui lo stesso è stato snaturato e tradotto in violenza nel contesto dei regimi totalitari – manifestazioni, secondo una fondamentale intuizione dell'autrice, della scomparsa della politica intesa nel suo senso più autentico – e l'originale ripensamento che la stessa ne effettua, dopo 'le macerie del totalitarismo', secondo categorie del tutto estranee alla logica strumentale della violenza, in linea con una concezione quanto più plurale e dialogica della sfera pubblica.