Oltre il senso del LEGO. Transmedia branding, storytelling, worldbuilding.
La storia di LEGO, per molti aspetti, potrebbe apparire simile a quelle di altre realtà commerciali, oggi vere e proprie superpotenze industriali (IKEA, McDonald’s, ecc.), che hanno avuto origine a partire dall’iniziativa, o dalla visione, di un singolo fondatore o imprenditore. Ciò che, tuttavia, la rende unica è la peculiare caratteristica del brand di porsi come un vero e proprio fenomeno transmediale (Wolf, 2014), capace di ibridare, fino a confondere, le dimensioni del reale e dell’immaginario, del materiale e dell’immateriale, attraverso la messa a punto di innovazioni tecniche e tecnologiche, ma anche culturali. Anche per questo motivo, ripercorrerne l’evoluzione, in qualche modo, rinvia suggestivamente all’idea di compiere una
sorta di archeologia transmediale (Scolari, Bertetti, Freeman, 2014). Allo stesso tempo, ciò consente di comprendere le componenti alla
base di un transmedia branding (Tenderich, 2014), per molti versi, unico.