L’entrata in vigore della Convenzione de L’Aja ed il riconoscimento dei provvedimenti di kafala
Il riconoscimento dell’istituto di protezione dei minori di diritto islamico denominato kafala, per molti anni, ha posto problemi giuridici ed ha originato tra i giudici italiani una giurisprudenza contrastante. Le incertezze, almeno in parte, dovrebbero essere superate grazie all’entrata in vigore per l’Italia della Convenzione de L’Aja del 1996. Peraltro, se la Convenzione ha contribuito a risolvere alcuni problemi inerenti la kafala, ed in particolare quelli di qualificazione dell’istituto, l’assenza nella Legge di esecuzione di più precise disposizioni di attuazione ne ha lasciati aperti altri. In particolare risultano ancora mancanti le disposizioni necessarie a consentire quella concordanza tra autorità nazionali e straniere che è indispensabile per la pronuncia di un valido provvedimento di kafala di quel minore che dovrà essere trasferito in Italia.
Restano inoltre dubbi sulla compatibilità con l’ordine pubblico di quei provvedimenti di kafala che non sono stati disposti direttamente dalle autorità statali in favore di un minore abbandonato ma sono il frutto di un atto consensuale tra i suoi genitori e gli affidatari e che solo eventualmente viene ‘coperto’ da un provvedimento di omologa del giudice