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La riforma Orlando, con l’introduzione del “principio di riserva di codice” all’art. 3-bis c.p., ha inteso riproporre quel processo riformatore di ricodificazione iniziato da tempo da eminenti studiosi, nei vari progetti di studio, orientato ad enucleare un diritto penale minimo, che garantisca la effettiva realizzazione della funzione rieducativa della pena. Esigenza questa che non conosce eccezioni, ed esige osservanza da tutti, potere legislativo, mondo scientifico e magistratura, in sintonia con la consapevole acquisizione di quei principi costituzionali, che costituiscono la base fondante della nostra società civile