Safe land for smart communities. Un modello integrato di intervento per la rigenerazione delle aree interne della Valnerina colpite dal terremoto

04 Pubblicazione in atti di convegno
Fiorelli Angela, Verducci Paolo

Il terremoto in Umbria, seppure nella sua drammaticità, ha rappresentato (in
particolare dal 1997 in avanti) una grande occasione di ricerca e di sviluppo
di nuove metodiche progettuali e soluzioni tecnologiche per la riduzione
del rischio sismico. L’Umbria, suo malgrado, nella sua bellezza avvolgente,
ricca di emergenze storico-artistiche e paesaggi naturalistici, costituisce un
laboratorio di sperimentazione sia per ciò che riguarda la fase di emergenza
e sia per la fase di ricostruzione, continuando a rappresentare un punto di
riferimento per le politiche e normative tecniche nazionali. Ad esempio, la
ricostruzione del ’97 seppe affrontare con grande successo aspetti molto
diversi che poi si sono integrati e sedimentati nella cultura progettuale e
prassi amministrativa di altre regioni. Un lavoro che ha ‘resistito’ alla
durissima prova dell’ultimo drammatico evento sismico dell’ottobre 2016.
Ma ora dobbiamo andare oltre e provare a fare un ‘passo’ in avanti. Non si
tratta più di mettere in sicurezza solo gli edifici ed il territorio (condizione
fondamentale per qualsiasi intervento di riqualificazione), qui si tratta di
‘sviluppare un approccio resiliente’ ribaltando il concetto di ‘emergenza’ in
quello di ‘sviluppo’ e di creazione di posto di lavoro. Occorre arrestare lo
spopolamento e progettare ogni intervento, anche il più piccolo, in una logica
‘intelligente” di interventi “modello”. A tal fine, la realizzazione di Centri di
comunità (sviluppati in collaborazione con il nucleo della Protezione Civile di
Foligno) rappresenta l’opportunità reale di affermare un modello di socialità
e di incontro delle comunità locali nei luoghi colpiti dal sisma, e, al tempo
stesso, impone la scelta di dotarsi di strutture che, in particolari momenti
di criticità e di emergenza, divengono autentici presidi civici in grado di dare
ospitalità immediata e confortevole. L’obiettivo quindi è quello di realizzare
una rete per avere presidi di Protezione civile diffusi sui territori a maggior
rischio sismico. I centri devono poter ospitare le persone ma anche essere
dotati di strumenti di connessione di uso civico, in grado di colmare il digital
divide presente nelle abitazioni di alcuni centri frazionali della Valnerina
colpita dal sisma.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma