L'interpretazione autentica nella giurisprudenza costituzionale. Da persistente causa di contrasto a fonte di dialogo potenziale tra Corte Costituzionale e Corte Edu
L’articolo affronta, nella prima parte, la questione relativa all’ammissibilità delle leggi di interpretazione autentica e, dopo aver definito la natura retroattiva delle leggi interpretative, con il limite del diritto penale ex art. 25 Cost., ricostruisce il percorso tracciato dal giudice costituzionale circa il fondamento e i limiti all’emanazione delle leggi interpretative da parte del legislatore, subordinando la legittimità delle leggi di interpretazione autentica al rispetto di altri valori di civiltà giuridica, come la tutela del legittimo affidamento, la coerenza e la certezza dell’ordinamento giuridico e il rispetto delle funzioni riservate dal punto di vista costituzionale al potere giudiziario. Nella seconda parte il lavoro si occupa di ricostruire l’acceso dibattito tra Corte Costituzionale e Corte EDU in ordine all’uso dell’interpretazione autentica analizzando, non solo il caso del personale ATA ma anche quello delle pensioni svizzere, giudizi questi che hanno prodotto la condanna dell’Italia da parte di Strasburgo. L’indagine si conclude con l’analisi di quelle sentenze emanate dalla Corte Costituzionale in materia civile (n. 166 del 2017, n. 12 del 2018 e 174 del 2019) e che potrebbero costituire i primi passi verso un cambiamento di posizione della Corte Costituzionale sul modo di intendere il concetto di retroattività, da sempre oggetto di conflitto con la Corte EDU.