Dopo la fine. I romanzi degli anni zero di Dacia Maraini: Colomba e Il treno dell’ultima notte
Nel corso degli ultimi vent’anni, in corrispondenza di un ampio successo internazionale di narrazioni
a cavallo tra i vari generi – dall’autofiction al romanzo saggio, dal personal essay al reportage
narrativo – la forma-romanzo è stata al centro di un profondo ripensamento critico. La sua
capacità di raccontare e interpretare il presente secondo canoni più tradizionali è stata messa in
discussione da molti osservatori della letteratura di oggi, benché non tutte le voci si siano assestate
sullo stesso fronte e il romanzo abbia continuato ad essere un architrave della produzione
editoriale contemporanea. La scrittura di Dacia Maraini, che dagli inizi degli anni Sessanta ha
attraversato un importante pezzo del Novecento italiano, si è proiettata oltre questo secolo
secondo una linea di estrema coerenza stilistica e narrativa, pur sperimentando numerose forme
e generi: narrativa, poesia, saggistica, teatro, romanzo epistolare, scritture autobiografiche
ecc. Ma come si è posta di fronte alle nuove tendenze della letteratura contemporanea? Ha
subito influenze o si è fatta portatrice di una tradizione narrativa che resiste nonostante i grandi
mutamenti in corso? Il saggio, attraverso un’analisi della produzione degli anni zero di Dacia
Maraini, con particolare attenzione per i suoi due romanzi Colomba (2004) e Il treno dell’ultima
notte (2008), cerca di rispondere a queste domande interrogandosi più in generale sui caratteri
della più recente opera della scrittrice.