Il ruolo positivo del non-giudizio dei propri stati interni per il benessere psicologico
Diverse rassegne sistematiche di letteratura e meta-analisi hanno dimostrato una significativa correlazione positiva tra la disposizione mindful e il benessere psicologico, sia in età evolutiva che nella popolazione adulta. Di converso, un atteggiamento giudicante nei confronti dei propri stati interni, quali pensieri, sensazioni ed emozioni, è associato al malessere psicologico. Nel presente studio abbiamo esaminato 1) le associazioni tra depressione, ansia, rimuginio, ruminazione e le differenti sfaccettature della mindfulness in un campione di partecipanti non-clinici, 2) se un più elevato atteggiamento giudicante nei confronti dei propri stati interni fosse associato a livelli più alti di depressione e ansia. Abbiamo pertanto esaminato 276 adulti nelle dimensioni della depressione (BDI, Beck Depression Inventory), ansia (STAI-Y-2, Trait Anxiety Scale), rimuginio (PSWQ, Penn State Worry Questionnaire), ruminazione (RRS, Ruminative Response Scale) e mindfulness (FFMQ, Five Facet Mindfulness Questionnaire). Le analisi di regressione hanno mostrato che, tra le diverse sfaccettature dell’attitudine mindful, una disposizione giudicante verso i propri pensieri, emozioni e sensazioni è il più forte predittore sia dell’ansia che della depressione. Il nostro studio conferma i dati di letteratura sulla correlazione tra bassa disposizione mindful e malessere psicologico, ed evidenzia come gli individui che giudicano più negativamente le proprie esperienze interne sono anche più ansiosi e depressi. Il nostro lavoro può avere anche delle implicazioni nel campo della formazione dello psicoterapeuta, così come nel lavoro clinico: un atteggiamento normalizzante, accettante, compassionevole, non giudicante, dovrebbe contraddistinguere la modalità di porsi dello psicoterapeuta, così come dovrebbe essere un tema su cui lavorare in terapia al fine di modulare ansia e depressione e di promuovere il benessere.