Prevedibilità degli esiti giudiziali e ius controversum. Tecniche di ‘calcolo’ attraverso le formulae: tracce nel pensiero dei giuristi romani

03 Monografia
Angelosanto Antonio

L’ambito di indagine entro cui queste ricerche intendono inserirsi è rappresentato da quel particolare periodo della storia giuridica di Roma che può inquadrarsi nell’età del processo formulare e che, per quanto concerne le fonti del diritto privato, viene comunemente indicato, a seconda dei punti di vista, come età della giurisprudenza o età del pretore (III sec. a. C. - III sec. d. C.), tenendo opportunamente conto delle ripercussioni che l’autonomia dell’interpretatio prudentium e l’indipendenza della iurisdictio dei magistrati subirono alla luce degli interventi normativi emanati all’indomani dell’affermarsi del nuovo assetto imperiale. Le presenti ricerche si propongono di approfondire la problematica e spinosa questione, nell’esperienza giuridica romana, della sicurezza del diritto, vista sotto il particolare profilo della prevedibilità degli esiti giudiziali, nel contesto del processo per formulas, a fronte dello ius controversum, circostanza che rendeva il giudice libero di scegliere tra i pareri prodotti quello da lui preferito. Tra le note insofferenze dell’oratoria tardo-repubblicana e primo-imperiale, da un lato, e gli altrettanto conosciuti successivi interventi normativi del nuovo potere centrale, dall’altro, dalle fonti emergono tracce di tecniche di superamento del dibattito giurisprudenziale prospettate direttamente da alcuni giuristi, i quali individuano e indicano soluzioni che permettono di condizionare la decisione del giudice in alternativa al vincolo imposto a quest’ultimo dallo ius publice respondendi ex auctoritate principis.

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