Sull’altra sponda del Mediterraneo. Brevi note sull’arte “copta” in età ayyubide e proto-mamelucca
Durante la dinastia ayyubide e la fase iniziale della dinastia mamelucca la comunità copta, al di fuori dei contesti monastici, vede progressivamente ridursi gli spazi di espressione artistica, dovendo conseguentemente limitare la propria creatività pressoché soltanto all’apparato decorativo delle chiese. È in questo periodo che il rilievo ligneo applicato alle iconòstasi e ai portali raggiunge i suoi livelli più alti, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello della complessità iconografica, dovendo assolvere a una funzione didattica e salvifica al tempo stesso. Anche in quest’ultima roccaforte di indipendenza identitaria, tuttavia, l’arte urbana dell’Egitto cristiano del secolo XIII inevitabilmente risente dell’influenza arabo-islamica, producendo un linguaggio stilisticamente e figurativamente ibrido, che trova riscontro anche nella coeva produzione di codici miniati.