Short term change of sea climate and influence on the littoral of Belvedere Marittimo (Cosenza - Italy)

01 Pubblicazione su rivista
Calise Gianfranco, JONA LASINIO Giovanna, Mastrantonio Gianluca, Bruschi Antonello, Davoli Lina
ISSN: 1825-6635

Le aree costiere rappresentano delle entità fisiche in continua e rapida evoluzione e sono il prodotto della combinazione di pressoché tutti i processi morfogenetici. Inoltre i litorali sono da sempre stati considerati dall’uomo zone di particolare interesse economico - sociale e conseguentemente sfruttati per la costruzione di infrastrutture abitative, per il trasporto e per il turismo. Ciò ha portato spesso ad una eccessiva pressione sui paesaggi costieri, con gravi conseguenze sul territorio.
È noto come, a livello mondiale, circa il 70% delle coste mobili sia soggetto a intensi fenomeni erosivi che, a partire dagli anni ’50-’60, hanno reso necessaria la costruzione di opere di difesa. Queste ultime spesso non hanno prodotto pascimenti sufficienti a ripristinare le ampiezze antecedenti la crisi erosiva. Sebbene tra i principali fattori dei processi erosivi siano da imputare sicuramente la diminuzione delle precipitazioni e l’impatto antropico, con la costruzione di porti, moli e di dighe sui fiumi che limitano la fonte principale di sedimento per le spiagge, è anche possibile che un cambiamento nel regime del vento possa aver comportato una variazione nell’idrodinamica delle aree costiere, che a sua volta potrebbe avere influenzato il trasporto dei sedimenti lungo la costa. Secondo studi effettuati sul Mediterraneo il regime del vento ha infatti subito alcuni mutamenti dovuti a cause su scala globale come il global warming, che ha portato a una deviazione delle perturbazioni cicloniche verso l’Europa Centrale e dunque a una diminuzione degli eventi estremi nel bacino del Mediterraneo. Tuttavia il fenomeno sembra avere differenti tendenze se si aumenta il dettaglio della scala delle aree in esame, situazione riscontrata ad esempio nel Golfo del Leone come in alcune stazioni meteorologiche in Italia, che hanno registrato un aumento della ventosità generale e delle velocità a partire dagli anni ’70.
In Italia l’arretramento delle spiagge ha riguardato oltre il 50% dei litorali sabbiosi e specie negli ultimi decenni le spiagge sono andate incontro a un intensificarsi dei fenomeni erosivi, con un conseguente arretramento della linea di riva che ha reso necessari urgenti e costosi interventi ingegneristici con la costruzione di opere di difesa, al fine di proteggere la costa dall’azione erosiva del moto ondoso, non più bilanciata dall’apporto sedimentario dall’entroterra. In particolar modo, la Calabria ha subito un incremento erosivo a partire dalla seconda metà del XX secolo ed è stata oggetto di numerosi piani e progetti atti a contrastare l’erosione costiera. Nello specifico, nel presente lavoro, è stato esaminato il paraggio tirrenico compreso fra Diamante e Capo Bonifati (CS), che presenta i più cospicui fenomeni di erosione della Calabria e che risulta listato da diverse tipologie di opere di difesa costruite a partire dagli anni ’70. Tali opere sono state spesso danneggiate dalle violente mareggiate invernali, rendendo necessaria la riprogettazione e il ripristino delle stesse e che ad oggi non sembrano aver prodotto i risultati attesi. Il paraggio in esame ha molto prossima la boa di Cetraro della Rete Ondametrica Nazionale (R.O.N.), ma soprattutto la stazione anemometrica di Bonifati (che presenta registrazioni a partire dal 1961, con più di 50 anni di dati), che hanno consentito la ricostruzione del clima meteomarino. Data la scarsità di dati ondametrici a disposizione (poco meno di 10 anni), l’analisi di quelli anemometrici ha permesso di individuare i cambiamenti in termini di ventosità e regime dei venti, responsabili del moto ondoso, a sua volta principale agente morfogenetico e morfodinamico del litorale. Da queste valutazioni sono quindi state eseguite delle simulazioni con modelli numerici che, paragonandone i risultati con l’andamento della linea di riva nel corso del periodo studiato, hanno permesso di stabilire gli effetti di tali variazioni su quest’ultima.

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