Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1744150
Anno: 
2019
Abstract: 

Il progetto di ricerca si propone di indagare come si articolino i processi di posizionamento delle soggettività e delle comunità queer negli ambienti digitali nell'era del web 3.0. Nello specifico l'osservazione analitica avrà come oggetto una costellazione internazionale di artisti visivi e performativi le cui opere riguardino sotto differenti punti di vista le rivendicazioni di soggetti eccentrici che sfuggono all'eteronormativizzazione e alla razzializzazione dei corpi, delle definizioni di genere e di orientamento sessuale.
L'interesse del progetto è quello di esplorare come si articolino le differenti esperienze artistiche che, in quest'ottica, scelgono di utilizzare internet e le piattaforme social (in particolare) come medium e oggetto privilegiato di riflessione. Saranno considerate in parallelo le potenzialità sovversive dei discorsi e delle rappresentazioni di comunità marginalizzate e vulnerabili, e le criticità relative alla limitata libertà creativa nelle piattaforme, i loro linguaggi e le loro infrastrutture. Il culture jamming è segnalato come uno degli aspetti centrali nella mutazione degli immaginari mediali, sia come strumento di sabotaggio e distorsione dei discorsi normativizzanti, sia per la produzione di enunciati dinamici, fortemente connotati politicamente e contestualizzati nel dibattito intersezionale.

ERC: 
SH5_4
SH3_6
SH5_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2225555
Innovatività: 

Questa ricerca sulle manifestazioni queer negli ambienti digitali, dal web 3.0 in poi, si propone di contribuire con case studies internazionali al dibattito trasversale che unisce riflessioni multidisciplinari sulle tecnoculture informatiche e gli studi sul genere. Nato durante la prima era di internet, da correnti come il cyberpunk e il postumano, questo movimento di pensiero sulle tecnologie negli ultimi trent'anni ha attraversato varie fasi e battute d'arresto. La prepotente riemersione di prospettive radicali rispetto al controllo dei corpi, al diritto all'autodeterminazione e ad altri diritti civili nell'agenda politica internazionale ha portato una nuova ondata di attivismo che spinge non solo per un consolidamento e ampliamento dei margini di libertà, ma per un cambiamento epistemologico delle strutture sociali affermatesi nelle società occidentali con il capitalismo e riprodotte dalle tecnologie digitali.

Il contributo proposto aspira ad arricchire lo stato dell'arte in questo ambito di ricerca focalizzandosi sull'inquadramento e sullo studio delle esperienze artistiche più significative sviluppate dal 2005 in poi che hanno scelto la rete e l'intelligenza artificiale come oggetti di sperimentazione in quanto strumento critico potenziale di destrutturazione delle rappresentazioni stereotipate e discriminatorie dominanti e per la veicolazione di istanze situate, intersezionali e inclusive.

Le opere e i progetti selezionati per questa indagine saranno considerati secondo i loro differenti posizionamenti nel dibattito sui social media sui seguenti quesiti: come si caratterizzano le relazioni sociali e la produzione di soggettività mediate dai differenti dispositivi digitali? Quali sono le potenzialità creative e le criticità di questa intelligenza connettiva fondata sull'interscambio di conoscenza, a partire da affinità di interessi e passioni, nella quale prendono la parola anche tutte quelle singolarità marginalizzate dai media tradizionali?

La riflessione si orienterà attraverso la costante rinegoziazione dell'imperativo "fare rete" che assume funzioni e significati a seconda dei soggetti, dei dispositivi e dei software: communities nelle quali emergono in parallelo una sempre più peculiare diversificazione e frammentazione di obiettivi, di culture e di linguaggi e un'omologazione strutturale rispetto ai codici comunicativi.
La comunità virtuale rimette in discussione il concetto di "realtà" avendo l'urgenza di considerare tutta quella sfera dell'esistenza individuale e collettiva, che si svolge all'interno degli ambienti digitali, dove i confini corporei, geografici, temporali e identitari sono rarefatti e dove si configurano nuovi codici espressivi, iconografie, narrazioni e sensorialità transmediali.

Saranno prese in esame, ad esempio, sperimentazioni provenienti da centri di ricerca universitari e indipendenti, di collettivi artistici e di attivisti che progettano sistemi di machine learning basati sul superamento degli stereotipi legati al binarismo di genere, alla razzializzazione, all'abilismo. Altrettanto sarà dato rilievo a esperienze internazionali che operano una ricognizione sui bias presenti nelle infrastrutture dei dataset, come nelle policies delle piattaforme, sui sistemi di sorveglianza online e sul diritto all'opacità delle soggettività marginalizzate/emergenti.

Codice Bando: 
1744150

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