Qu&Heri (Quarries and Heritage)

Lo sviluppo recente e storico delle cave ha avuto notevoli impatti sui paesaggi, sulla biodiversità e sulle risorse non rinnovabili, delle quali sono parte i siti del Patrimonio Culturale. La mancanza di una legislazione nazionale omogenea di riferimento per le cave ha determinato la realizzazione di piani regionali/provinciali in tempi diversi e non armonizzati tra loro, anche in riferimento al fatto che non tutte le Regioni si sono dotate di un piano regionale di disciplina per le attività estrattive. Le tipologie di materiale estratto sono spesso classificate in modi differenti, così come sono differenti gli anni di riferimento delle procedure autorizzative; inoltre, non tutte le Regioni forniscono informazioni aggiornate a intervalli regolari di tempo. Il risultato è che il numero totale delle cave autorizzate non è corrisposto in passato, e a volte tuttora non corrisponde, a quelle realmente in esercizio. Secondo le direttive di salvaguardia ambientale e di sviluppo sostenibile previste nel quadro europeo, anche l'estrazione di cava deve essere compatibile con le prospettive di un'economia attenta alle tematiche definite “Green”, curando il rafforzamento delle fondamentali risorse culturali e paesaggistiche. In Italia centro-meridionale sono molteplici i casi di cave abusive, o anche regolarmente autorizzate, che hanno menomato o addirittura distrutto contesti archeologici, senza una loro adeguata documentazione. Il monitoraggio del loro impatto passato e presente e la valutazione dell’incidenza del rischio sono problematiche non secondarie nella tutela olistica del patrimonio, così come agli Art. 146 e 153 del Codice dei beni culturali e del paesaggio – D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.

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