Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1476760
Anno: 
2019
Abstract: 

La cirrosi epatica (CE) rappresenta il processo terminale generato dall'infiammazione cronica a carico del fegato, con sovvertimento della normale architettura e funzione epatica. La CE è causa di elevata morbidità e mortalità, principalmente dovute alle sue complicanze; tra queste, la trombosi venosa portale (PVT) è una delle principali (circa il 15%). Lo sviluppo di PVT influenza negativamente il decorso della CE, causando aumento di mortalità e maggiore incidenza di complicanze correlate all'ipertensione portale (IP).
I fattori alla base dell'insorgenza di PVT sono solo parzialmente chiariti. Oltre all'IP e alla stasi venosa, altri fattori CE-specifici potrebbero essere coinvolti nello sviluppo di PVT: l'infiammazione a carico del parenchima epatico, infatti, determina iperattivazione piastrinica e disregolazione della cascata coagulatoria, con conseguente incremento dell'incidenza di PVT. Allo stato attuale, tuttavia, non sono stati individuati marcatori di infiammazione dotati della necessaria sensibilità nei confronti della PVT in pazienti affetti da CE.
Il rapporto Neutrofili/Linfociti (NLR) è un marker di infiammazione economico e facilmente disponibile; il suo valore prognostico è stato dimostrato in corso di patologie neoplastiche e cardiovascolari. Nell'ambito della CE, il NLR si associa, in studi sperimentali, ad una maggiore espressione di granulociti proinfiammatori. Tuttavia, il valore predittivo del NLR nei confronti della PVT, e la relazione fisiopatologica con la prognosi risultano tuttora sconosciuti.
Lo scopo di questo studio è la valutazione del NLR come marker di PVT al tempo 0 e prospetticamente valutare il suo ruolo come indicatore di incidenza di PVT o di mortalità in pazienti affetti da CE durante 2 anni di osservazione al fine di esplorare l'eventuale associazione tra questo indice e la severità dell'infiammazione epatica e le sue complicanze.

ERC: 
LS4_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2188578
sb_cp_is_1840659
sb_cp_is_2195171
sb_cp_is_2195653
sb_cp_es_302071
sb_cp_es_302072
sb_cp_es_302073
sb_cp_es_302074
sb_cp_es_302075
sb_cp_es_302076
sb_cp_es_302077
Innovatività: 

La trombosi venosa portale (PVT) rappresenta una delle principali complicanze in corso di cirrosi epatica (CE), con una prevalenza fino al 15% nei pazienti cirrotici. L'infiammazione e la conseguente fibrosi epatica causa infatti un aumentata resistenza al flusso venoso, risultando quindi in un'ipertensione portale (IP). L'IP rappresenta il principale determinante noto dell'insorgenza di PVT: la stasi venosa (fattore già riconosciuto nella triade di Virchow) rappresenta infatti un importante momento eziopatogenetico nello sviluppo della trombosi.
Esistono tuttavia altri fattori, solo parzialmente conosciuti, in grado di predisporre all'insorgenza di PVT e di influenzarne il decorso clinico.
L'infiammazione, presente in grado variabile in corso di CE, è in grado di influenzare l'aggregazione piastrinica (promuovendone l'iperattivazione) e la cascata coagulativa, causando un aumento dell'insorgenza di trombosi. Tale associazione è stata costantemente dimostrata in diversi modelli sperimentali e contesti clinici, e particolarmente in ambito cardiovascolare, tanto da portare negli ultimi anni al tentativo di utilizzare terapie immunomodulatorie e financo immunosoppressive nella prevenzione degli eventi cardiovascolari.
Tuttavia, l'associazione tra grado di infiammazione sistemica in corso di CE e insorgenza di PVT è stata solo parzialmente investigata. Recentemente è stato dimostrato come valori elevati di endotossina e bassi livelli di albumina (proteina che possiede proprietà anti-infiammatorie) predispongano all'insorgenza di PVT in pazienti affetti da CE; l'epatocarcinoma (HCC) è in grado di favorire lo sviluppo di PVT, con meccanismi - almeno parzialmente - dovuti all'aumento dell'infiammazione sistemica mediato dalla neoplasia.
L'associazione tra infiammazione e sviluppo di PVT è attualmente uno dei più interessanti campi di ricerca nell'ambito dello studio della coagulopatia del cirrotico, rappresentando inoltre un potenziale target preventivo e terapeutico. Considerata l'elevata morbidità e mortalità conferita dalla PVT, e la fragilità del paziente cirrotico in relazione all'utilizzo di terapie anticoagulanti, risulta fondamentale identificare i pazienti esposti al maggior grado di infiammazione e quindi, a maggior rischio di sviluppare PVT.
Allo stato attuale non esistono marcatori di infiammazione in grado di predirre un maggior rischio di insorgenza di PVT. Lo studio del pattern infiammatorio nel contesto della CE risulta particolarmente complesso, oltre che dispendioso, in considerazione dei disequilibri indotti dalla riduzione della protidosintesi epatica e dalla compresenza di ulteriori fattori confondenti (ipergammaglobulinemia, relativo status di immunosoppressione, alterazione dell'ambiente citochinico).
Il rapporto Neutrofili/Linfociti (NLR) rappresenta un parametro indiretto, economico e facilmente disponibile (poichè calcolato sulla base dei valori emocromocitometrici), studiato come marcatore di infiammazione con successo in diversi contesti clinici, dalle patologie neoplastiche alle malattie cardiovascolari. L'aumento del NLR identifica la presenza di flogosi sistemica e sembrerebbe consentire una stratificazione del grado di infiammazione, poichè riflette un'alterazione dell'equilibrio citochinico in grado di alterare la formula leucocitaria circolante.
Lo studio del NLR nell'ambito della CE risulta attualmente agli albori; tuttavia, esso sembra associarsi a maggiore mortalità e a una maggiore espressione di granulociti a carattere proinfiammatorio, potendo quindi giustificare una sua potenziale associazione con un'aumentata insorgenza di PVT. La relazione eziopatogenetica tra l'aumento del NLR e la peggiore prognosi in pazienti affetti da CE risulta infatti ancora non chiarita, così come l'eventuale potere prognostico del NLR nell'identificare un maggior rischio di PVT.
La validazione dell'NLR come marcatore di infiammazione in grado di predirre l'insorgenza di PVT fornirebbe un ausilio valido e costo-efficace nella gestione pratica del paziente cirrotico, consentendo l'identificazione dei pazienti maggiormente a rischio per lo sviluppo di complicanze trombotiche. Ciò permetterebbe la programmazione di un più stretto follow-up e di interventi diagnostico-terapeutici e preventivi più tempestivi, a fronte di una spesa sanitaria e per il paziente pressochè nulla, giacchè esso rappresenta un valore calcolabile dal normale esame emocromocitometrico.
NLR potrebbe inoltre rappresentare un marcatore utile per il monitoraggio clinico di questi pazienti, avendo dimostrato potere predittivo anche nella prognosi a lungo termine dei pazienti cirrotici. L'introduzione del NLR (come tale o all'interno di algoritmi maggiormente strutturati) nel 'basic care' del paziente cirrotico potrebbe quindi portare a una maggiore capacità di stratificare la gravità della patologia, permettendo una più tempestiva diagnosi e gestione delle complicanze e una conseguente riduzione di morbidità e mortalità.

Codice Bando: 
1476760

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