Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1029706
Abstract: 

Il progetto propone lo studio del romanzo in scena, considerato fenomeno peculiare del teatro occidentale tra XX e XXI secolo. Mettere in scena un romanzo, oltre che una pratica diffusa nei teatri europei fin dalla metà del Settecento, è stata un'esperienza estetica e cognitiva privilegiata da chi, alle soglie della modernità, cercava un linguaggio libero dalla forma drammatica, capace di innescare nuovi processi visivi e di assumere pienamente e autonomamente il senso di un'opera teatrale. Da questo punto di vista è possibile considerare la pratica di adattare romanzi come la spia di un processo di romanzizzazione del teatro inteso come il procedere metodologico e creativo sotteso al lavoro del regista. Si tratta di capire in che modo la lettura del romanzo, nella sua duplice valenza di pratica individuale e performativa, abbia contribuito alla definizione di nuovi linguaggi per scrivere la scena. In una prospettiva storiografica ciò permette di verificare la funzione che il romanzo ha avuto sia nella fase di affermazione e stabilizzazione dell'arte della regia (tra '800 e '900) che nei momenti di crisi e di trasformazione, fino alla declinazione post-moderna del ruolo del regista. Obiettivo del progetto è la definizione di una griglia storico-critica che permetta di catalogare e analizzare le molteplici esperienze artistiche legate alla pratica di mettere in scena il romanzo.

ERC: 
SH5_4
SH5_2
SH6_1
Innovatività: 

A differenza della maggior parte degli studi su romanzo e teatro, la ricerca che qui proponiamo non prende l'avvio da una prospettiva drammaturgica e di confronto tra generi letterari ma considera il problema della romanzizzazione del teatro a partire dal fatto teatrale e dal lavoro del regista.
Questa posizione metodologica, oltre ad essere necessaria per questioni teoriche precedentemente spiegate, è particolarmente utile a realizzare un reale avanzamento delle conoscenze rispetto a regie di romanzi fondamentali nella storia del teatro europeo e spesso dimenticate a causa di un eccesso di discorsi sulla teatralità del romanzo e sulla qualità dell'adattamento. Per fare un esempio: I Fratelli Karamazov di J. Copeau è sempre stato studiato a partire dell'adattamento, scritto insieme a J. Croué, pubblicato dalla Nouvelle Revue Française nell'ottobre 1911 (poi 1921 e 1946). Nessun riferimento invece al cahier de mise en scène e al livre de conduite conservati presso il Fonds Jacques Copeau alla Bibliothèque Nationale de France; materiali al contrario indispensabili per mostrare che l'esperienza di leggere Dostoevskij mise in movimento, in quel particolare contesto, ciò che Stanley Fish ha chiamato il mondo del lettore, nel senso di comunità di interpretazione capace di condividere pratiche, usi, competenze, codici (Id., There is a Text in This Class? The Authority of Interpretative Communities, 1980).

D'altra parte, laddove non c'è un adattamento (come in molti degli spettacoli degli anni '60 e '70 per esempio) il romanzo è stato considerato solo un pretesto, senza alcuna relazione con l'evento scenico. Anche in questo caso intendiamo verificare tale posizione attraverso il recupero dei materiali. Per esempio si prevede l'analisi dei film usati da Mario Ricci (frammenti tratti da film di repertorio del cosidetto genere 'Cappa e Spada' per i I Viaggi di Gulliver nel 1966; mentre per 'Poe' Ricci girò personalmente i video). Il materiale in parte su bobina si trova a Londra nell'Archivio privato di Ricci.
Tra gli archivi in cui si intende svolgere la ricerca, ci sono inoltre: Bibliothèque Nationale de France (in particolare: Fondo A. Antoine; J. Copeau; Renaud-Barrault), British Library, Biblioteca del Burcardo, Istituto Gramsci (F. Luigi Squarzina); Library and Museum of the Performing Arts in Lincoln Center (Archive E. Piscator); Archivio di Stato di Perugia (Archivio Luca Ronconi); Archivio storico del Piccolo Teatro di Milano; Archivio Centrale dello Stato di Roma; Archivio del Museo Teatrale Centrale di Stato A. A. Bachrušin (Mosca); Akedemie der Kuenste (Berlino).

In una prospettiva storica e comparata, le potenzialità della ricerca si rivelano anche nella possibilità di stabilire delle genealogie sceniche all'interno del vasto panorama degli adattamenti dei romanzi dai primi del 900 ad oggi. Per esempio è possibile, e sicuramente opportuno, parlare di un "Teatro di Dostoevskij" sulla scia della suggestione di Mejerchol'd (che non mise mai in scena un suo romanzo ma li dava in lettura ai suoi attori nella fase di training) e di una teatralizzzione dei suoi romanzi pressoché globale e intramediale (solo parziale è la ricognizione fatta da V. Seduro, Dostoevsky in Russian and World Theatre, 1977; in questa prospettiva rientra anche il mio libro "Camus e Dostoevskij. Il romanzo sulla scena" edito da Bulzoni nel 2007). Ugualmente opportuno è riflettere sul mito di "Frankenstein", in cui il problema della visione di un corpo mostruoso continua ad agire sui processi comunicativi (citiamo a titolo d'esempio la recente regia di D. Boyle). Altro possibile genealogia è riscontrabile nel "Dickens in scena" (tra le tante regie dai suoi romanzi citiamo il "Nicholas Nickleby" della Royal Shakespeare Company del 1980, che è stata la prima messa in scena integrale di un romanzo).

Nel contesto degli studi teatrali lo svolgimento del progetto offre inoltre l'opportunità di colmare una lacuna bibliografica poichè se moltissimi sono gli studi sul confronto tra due forme di comunicazione letteraria (alla cui base, oltre alla teorizzazione di C. Segre del 1984 c'è anche lo studio di C. Longhi, La drammaturgia del Novecento. Tra romanzo e montaggio, Pacini, 1999) manca invece una riflessione comune, coerente e coeva sul confronto tra due pratiche culturali centrali nella storia dell'Europa moderna: leggere un romanzo e realizzare una regia teatrale. Ciò spiega tra l'altro anche la tendenza a considerare romanzo "qualsiasi" testo narrativo (cfr. ad esempio F. Piva, a cura di, Il romanzo a teatro, Fasano, Schena, 2005, in cui sono raccolti studi sulla pratica di adattamento del romanzo a partire dalla fine del '500) mentre crediamo che considerare specificatamente il romanzo moderno (novel) sia oltre che un'evidenza storica anche una possibilità per comprendere il ruolo che la regia ha avuto, ed ha ancora oggi, nella cultura teatrale europea fin dagli inizi del XX secolo.

Codice Bando: 
1029706

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