L'incremento della regolamentazione in materia finanziaria all'interno dell'Unione Europea e della supervisione posta in essere nell'era post-crisi, in aree tradizionalmente disciplinate da leggi private nazionali, accompagnato dalla mancanza di un approccio coerente relativamente al rapporto tra la regolamentazione finanziaria europea e il diritto privato, sono i punti di partenza da cui prende le mosse il presente progetto di ricerca.
Ai sensi del diritto privato nazionale, le parti danneggiate hanno rimedi cui fare ricorso nel caso di violazione dei doveri di regolamentazione imposti a livello europeo? E qual è la relazione sussistente tra gli obblighi imposti nell'ordinamento comunitario e i doveri di diritto privato previsti nell'ambito dei sistemi legali nazionali? È forse auspicabile sviluppare una relazione più coordinata tra la regolamentazione finanziaria e la responsabilità civile a livello europeo? Questi alcuni degli interrogativi a cui si tenterà di dare risposta.
La mancanza di qualsivoglia armonizzazione delle norme relative alla responsabilità civile è una caratteristica distintiva della regolamentazione finanziaria dell'Unione. In particolare, essa detta discipline specifiche in materia di prodotti finanziari, servizi e capitale, ma non regola il contenuto dei contratti tra partecipanti ai mercati finanziari, né fornisce rimedi per la violazione dei relativi obblighi. Il diritto europeo impone agli Stati membri di prevedere efficaci sanzioni amministrative in caso di mancato rispetto, da parte delle imprese, delle norme di comportamento, ma non impone di stabilire rimedi contrattuali o diritti d'azione privati per le perdite subite con la relativa violazione.
Partendo da tali osservazioni, la presente ricerca si prefigge l¿obiettivo di determinare se e in che misura la regolamentazione finanziaria europea influenzi il diritto nazionale e in che modo tale influenza si rifletta nei diritti e rimedi contrattuali dei partecipanti al mercato.
La ricerca ha potenzialità applicative di non poco conto ed è di sicuro impatto sotto il profilo socio-economico.
Difatti, l'approccio attualmente seguito dall'Europa nella scelta degli strumenti di esecuzione non sembra essere fortemente coordinato o basato su una logica specifica. In alcuni casi vi è una forte dipendenza dall'applicazione privata, come in materia di diritto generale europeo dei consumatori. In altri settori, quale quello degli strumenti finanziari, invece, ci si affida all'applicazione amministrativa.
Sicuramente, al di là dell'armonizzazione delle norme di condotta, è assolutamente necessario individuare quali siano i rimedi civili armonizzati e uniformi da applicare al fine di aumentare la certezza del diritto e l'integrazione giuridica tra Stati membri. Ciò in quanto l'attuale situazione rende possibile per i giudici nazionali trattare le stesse situazioni in modi diversi e fornire differenti livelli di protezione legale a discapito degli investitori.
Ci si prefigge al riguardo l¿obiettivo di dimostrare che l¿assenza di solidi rimedi privati non è il risultato di un'analisi coerente e sistematica dei relativi meriti dei modelli di applicazione pubblici e privati, ma è dettata da vincoli di competenza e dalla polarizzazione normativa del paradigma di integrazione. E, proprio partendo da tale constatazione, sarà così possibile rispondere a un fondamentale quesito: esiste un mix di applicazione ottimale nel settore finanziario in una prospettiva giuridica ed economica? E, nel caso in cui la risposta fosse affermativa, esso a cosa corrisponde?
Al fine di fornire una risposta a tale interrogativo, l¿attenzione sarà focalizzata sull¿ottimizzazione delle attività di contrasto tra diverse discipline giuridiche. Sarà così possibile identificare i criteri volti a individuare i casi in cui gli incentivi dei richiedenti e delle autorità di controllo sono diretti all¿applicazione della legge ottimale e quando, invece, ciò non avviene. Grande sarà così l¿impatto su problemi sempre più sentiti: quello delle asimmetrie informative, quello dell'apatia razionale e del free-rider. Per evitare il verificarsi di tali fenomeni è necessario che il sistema funzioni efficacemente, sia relativamente al servizio reso dalle forze dell¿ordine, idoneo a intervenire con effetto dissuasivo ex ante, sia con riguardo alle misure volte a fornire una tutela effettiva nei confronti del soggetto danneggiato.
Dunque, si cercherà, per l¿individuazione del mix di applicazione ottimale, la migliore combinazione possibile tra diversi meccanismi di applicazione, di carattere sia privato che pubblico. Difatti, all'indomani della crisi finanziaria europea sono stati approvati numerosi strumenti giuridici volti a migliorare il quadro legislativo nel settore finanziario e si è assistito a un passaggio sempre più marcato da un approccio tipicamente privato fondato sulla legge, a una fusione con una serie di elementi di diritto pubblico, come gli organismi di vigilanza finanziaria. Attualmente è infatti forte l'enfasi sull'implementazione pubblica e ciò ben si evince considerando che il legislatore comunitario impone sempre più una risposta chiara in termini di applicazione e lascia sempre meno spazio agli Stati membri in termini di scelta. Ci si concentrerà al riguardo sul nevralgico settore della legislazione dell'Unione concernente la protezione dei consumatori, in cui la scelta degli strumenti di esecuzione è stata sempre lasciata interamente nelle mani degli Stati membri.
E così, la ricerca si concentrerà altresì sui servizi finanziari dei consumatori, in riferimento ai quali il quadro è misto. Particolare interesse, al riguardo, merita la direttiva sui conti di pagamento (Direttiva 2014/92/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014).
Ci si prefigge, mediante una ricerca così svolta, di dimostrare la necessità di una trasformazione del regime europeo di applicazione in un vero e proprio mercato regolamentato per la giustizia, caratterizzato da una sempre maggiore diffusione delle ADR e dall¿aumento delle misure esecutive ibride, in riferimento alle quali deterrenza e compensazione si atteggino quali obiettivi fondamentali perseguiti dalla medesima autorità. Quale sarà al riguardo il ruolo rivestito dall¿Unione Europea? E quale quello degli Stati membri? Ci si sta muovendo verso un rapporto sempre più coordinato tra la regolamentazione finanziaria e la responsabilità civile all¿interno del sistema legale europeo? Questi sono solo alcuni degli interrogativi cui ci si prefigge l¿obiettivo di fornire una chiara e quanto più possibile certa risposta al termine della ricerca, seguendo il costante processo di evoluzione normativa e giurisprudenziale della regolamentazione finanziaria e monitorando attentamente il corrispondente impatto nel campo del diritto civile.