
L'immunoterapia rappresenta un nuovo standard di cura per i pazienti affetti da NSCLC (tumore del polmone non a piccole cellule). Il nivolumab è approvato sia nell'istotipo squamoso che nell¿adenocarcinoma polmonare localmente avanzato o metastatico dopo una precedente chemioterapia. Tuttavia, non tutti i pazienti beneficiano di tale trattamento ed anzi, nuove evidenze sembrano mostrare che l'immunoterapia potrebbe addirittura peggiorare l'evoluzione della malattia, definendo un quadro di iperprogressione. Non esistono, ad oggi, dei marcatori precoci validati, in grado di definire a priori chi beneficierà dell'immunoterapia. Alcuni studi condotti nei pazienti affetti da melanoma metastatico e tumore prostatico hanno mostrato che l'eosinofilia non solo rappresenta un fattore prognostico positivo ma la sua presenza durante il trattamento immunoterapico è associata con un aumento della sopravvivenza globale e con una maggiore tossicità. Inoltre, l'eosinofilia è stata proposta come indicatore di attivazione immunitaria. Sulla base di tali premesse, ci proponiamo di valutare in questo studio, retrospettivo monocentrico, condotto in una coorte di pz affetti da NSCLC e trattati con nivolumab, la relazione tra eosinofilia e sopravvivenza globale (OS), sopravvivenza libera da progressione (PFS), tasso si risposta (RR) e tossicita¿ all¿immunoterapia. Valuteremo, inoltre, la presenza di TATE (eosinofili associati al tessuto tumorale), che sarà correlata all¿ipereosinofilia periferica e se ne definirà il valore prognostico.
Il tumore del polmone rappresenta una delle principali cause di morte per cancro. L'immunoterapia costituisce un trattamento di primaria importanza nel prolungamento della sopravvivenza dei pazienti. I costi elevati del trattamento, la possibile insorgenza di eventi avversi severi non prevedibili ed i rischi di iperprogressione rendono necessaria la ricerca di biomarcatori precoci di risposta e tossicità. Inoltre, poichè la risposta all'immunoterapia può richiedere anche mesi o anni, l'identificazione di un indicatore di attivazione della risposta immunitaria che correli con l'outcome costituirebbe un aiuto nella pratica clinica. Sulla base delle conoscenze disponibili, ci proponiamo di valutare il ruolo prognostico e predittivo dell'eosinofilia periferica/tissutale, ad oggi non chiaro. Lo studio, di natura esplorativa, consentirà di ottenere dei dati preliminari, da validare in una piu ampia coorte di pazienti in modo prospettico.
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