Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1186347
Abstract: 

La cultura degli ultimi secoli può essere definita come cultura della quantità, caratterizzata da riduzione dei costi, aumento della produzione, accelerazione del ciclo di vita dei prodotti e moltiplicazione delle forme. Ciò che ne è emerso è un "mondo di plastica", dove proliferano prodotti economicamente e funzionalmente vantaggiosi, che è però allo stesso tempo un mondo di prodotti effimeri e privi di spessore culturale. Con la crisi del modello dello sviluppo illimitato, questo mondo "quantitativo" si è trovato a confronto con i suoi stessi limiti, i limiti fisici dell'ambiente naturale e i limiti semiotici dell'ambiente immateriale dei flussi di informazione. Parallelamente, negli ultimi decenni, il ruolo dei materiali nel design ha attraversato una significativa trasformazione, partendo come entità date a monte del progetto, e divenendo essi stessi qualcosa da progettare. L'invenzione può quindi nascere tanto dalla qualità dell'idea, quanto dalle qualità intrinseche del materiale, in una convergenza tra design e scienza dei materiali che dà vita ad un processo dinamico di innovazione socio-tecnologica.
In un mondo caratterizzato da una materialità sempre più ingombrante, la sfida del design è quella di ripensare la cultura materiale, ed estendere la condizione di equilibrio dei sistemi naturali (dove è verificata l'equivalenza rifiuti uguale cibo) al mondo artificiale della produzione umana, trasformando l'attuale sistema economico improntato al consumo, in un sistema sociale consapevole, autosufficiente ed ecologicamente responsabile. Emerge quindi la necessità di un cambio di paradigma radicale nella cultura del progetto, che superi l'approccio lineare e "a posteriori" di problem-solving, e collochi il design all'interno di un processo circolare di contaminazione transdisciplinare in grado di immaginare le possibili alternative ai paradigmi prevalenti, bilanciando il ruolo dell'individuo con il sistema di cui è parte.

ERC: 
PE8_11
PE8_8
PE8_10
Innovatività: 

Da sempre il mondo appare all'uomo come realtà e mito, natura e metafora, così anche il mondo artificiale appare portatore di significati simbolici, metafore e segni da interpretare (Branzi, 1991). Sarà quindi fondamentale nella ricerca associare al versante tecnico-costruttivo quello linguistico, legato all'identità a cui i materiali rimandano stabilendo un rapporto di riconoscibilità con l'utente, sviluppando modelli di pensiero autonomi e chiavi di lettura critiche della società, dell'economia e della cultura. Il valore simbolico dei materiali fa parte della cultura del progetto tanto quanto di quella dell'abitare, e nello scenario odierno che vede urbanizzazione crescente da un lato e cambiamenti climatici dall'altro, le due tematiche si fondono con quella della sostenibilità ambientale in un unico grande tema: abitare la Terra (Manzini, 1990). 
L'abilità del progettista di costruire scenari e prototipi di comportamento (Myers, 2012), assume un ruolo potenzialmente fondamentale nella diffusione di nuovi valori nella società, tramite la declinazione di una gamma di nuovi materiali, incorporati negli artefatti in varie forme e contesti (Sauerwein et al, 2017). L'estetica del prodotto infatti, può riflettere la dimensione valoriale e culturale emanata dal sistema socio-economico, ma può anche a sua volta spingere gradualmente l'utente verso nuovi stili di vita e valori socio-culturali. C'è quindi una forma di interrelazione tra estetica e sostenibilità: l'aspetto estetico-percettivo, coinvolgendo l'utente a livello emozionale, è in grado di influenzare comportamenti e modelli di pensiero nei confronti di prodotti, ambiente e mercato (Zafarmand et al, 2003), e può quindi attivamente indurre ed orientare trasformazioni e cambi di paradigma nel sistema valoriale così come in quello economico. In questo scenario, sulla cultura del progetto ricade una forma di responsabilità, di pressione intellettuale, etica e normativa (Myers, 2012), nel comprendere la fragilità dell'ecosistema di cui siamo parte allo scopo di preservarlo per le generazioni future, andare al di là della semplice emulazione e padroneggiare i processi del mondo naturale, dove i sistemi realizzano perfette economie circolari di energia e materiali.
I nuovi materiali coltivati rappresentano un'opportunità preziosa, in quanto micelio, batteri ed alghe sono organismi inesauribili distribuiti in ogni parte del mondo, totalmente rinnovabili, compostabili e  biodegradabili, con un ciclo di vita circolare in grado di restituire nutrienti al sistema ambientale oltre che non produrre rifiuti. Dal punto di vista della produzione, i tempi e le modalità di crescita ed riproduzione di tali organismi viventi appaiono altamente più veloci ed efficienti se paragonati al nostro attuale sistema produttivo, basato sulla disponibilità di materie prime che hanno impiegato intere ere geologiche per formarsi, e forniscono inoltre la possibilità di coltivare tali materiali direttamente nella forma desiderata, producendo quindi simultaneamente prodotto e materiale, e di riconsiderare il nostro rapporto con tempo ed artefatti, attraverso materiali che anche dopo la fase di crescita-produzione continuano a vivere ed evolversi nel tempo.
Il fattore tempo, nel caso dei materiali coltivati, può essere indagato da prospettive differenti, e quindi declinato in prodotti durevoli, in grado di stabilire un legame duraturo con l'utente, ed evolversi, come nel caso dei materiali viventi. Ne sono un esempio i progetti Ripening Rugs ed Indigoes di Adrianus Kundert (Kundert, 2017), così come i tessuti Living Colours di Buro Belén (Buro Belén, 2016), tramite i quali viene conferito valore positivo al naturale processo di scolorimento dei tessuti, in grado di mutarne colori, textures e patterns, rendendo la graduale erosione dovuta all'uso un elemento attrattivo, e prolungando così la vita del prodotto. Analogamente, il rapporto tra tempo ed artefatti, può essere indagato considerando l'effimericità che caratterizza oggi un numero sempre crescente di prodotti usa-e-getta ed istantanei. La biodegradabilità e compostabilità dei materiali coltivati, rappresentano una possibile risposta al problema della proliferazione incontrollata di tali prodotti, spesso privi di qualità, il cui tempo di utilizzo è spropositatamente inferiore rispetto al tempo necessario all'ambiente per lo smaltimento, come nel caso del packaging, che nella maggior parte dei casi si trasforma in rifiuto nel momento stesso dell'interazione con l'utente.

Codice Bando: 
1186347

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