Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1082683
Abstract: 

La situazione italiana relativa alle carceri è stato oggetto di dibattito - con vicende alterne legate alla situazione politica contingente del Paese - soprattutto negli anni '70 fino alle fine degli anni'80 e negli anni 2000, con l'emanazione del Regolamento 'recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà' che ha portato, nel 2001, ad un concorso di idee per l'elaborazione di un prototipo penitenziario di media sicurezza.
Oggi la situazione di crisi nel sistema carcerario italiano è alta, in termini di sovraffollamento e di fatiscenza delle strutture, con profondi disagi sulla qualità di vita delle persone (detenuti e operatori). In Italia il numero dei detenuti presenti nelle diverse tipologie di istituti penitenziari è di 58.569 per una capienza regolamentare di 50.615 e l'11% di questa si concentra nel Lazio
Nello scenario brevemente descritto, la presente proposta individua come campo di analisi il tema della riabilitazione di spazi e persone in un'ottica interdisciplinare (progettazione architettonica, tecnologia dell'architettura, design) e di dialogo con alcune delle principali associazioni che lavorano sul territorio regionale e con 3 carceri romane- l'Istituto penitenziario Regina Coeli; Rebibbia - Casa circondariale 'Raffaele Cinotti'; Istituto penitenziario Rebibbia femminile - con evidenti problemi organizzativi funzionali.
Obiettivo generale della ricerca è la messa a punto di linee guida per la rifunzionalizzazione di alcuni spazi prioritari per la vita dei detenuti attraverso un loro coinvolgimento diretto (processi di co-design) della convinzione che la non adeguatezza di questi incide sul comportamento e la vita dei diversi utenti coinvolti (detenuti e operatori). Il punto di partenza della presente proposta è che anche il carcere merita progettazione e che la adeguatezza degli spazi incide sul comportamento e la vita dei diversi utenti, prima tra tutti i detenuti.

ERC: 
PE8_3
PE8_11
SH2_4
Innovatività: 

La ricerca proposta è di carattere innovativo sia per il campo di indagine in sé, sia per l'approccio multidisciplinare: pochi infatti sono gli studi applicati al settore carcerario soprattutto nel contesto italiano che vedono la convergenza delle competenze proprie della progettazione architettonica, della tecnologia dell'architettura e del design, in particolare il "design for social innovation".
Infatti, quelli che sin'ora sono stati sviluppati hanno per lo più affrontato il tema della modellistica di nuovi spazi carcerari - come i prototipi modulari proposti dall'amministrazione penitenziare nel 2008 al Salone della Giustizia - l che, per quanto estremamente interessante, sembra in questo momento un orizzonte lontano, mentre molto più urgente appare una riflessione sulla "ri-edizione" dell'esistente.
L'interesse di questa ricerca, dunque, e la sua innovatività risiedono proprio nel concentrare l'attenzione sul progetto di recupero del patrimonio esistente, sull'eventuale integrazione o trasformazione e sul coinvolgimento diretto degli utenti finali (detenuti e operatori) attraverso processi di co-design.

Per la PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA il contributo innovativo è nell'impostare un progetto che, individuati ed ottemperati i requisiti di legge, lavori sulle prerogative spaziali come elementi che possono apportare un plus-valore. Uno spazio che possa offrire benessere ed indurre comportamenti umani positivi. Luoghi che siano rifugio, protezione ma anche strumenti di socializzazione e quindi di recupero e reinserimento sociale.
Per la TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA, il contributo innovativo è dato dall'individuazione di alternative metaprogettuali di configurazione spaziale, nel rispetto della legislazione vigente, e dall'analisi dei materiali più idonei a rispondere alle necessità di riqualificazione a secondo dei contesti di studio.
Per il DESIGN Il contributo innovativo è nella convergenza di due approcci: quello della Social Innovation, come ricerca progettuale socialmente reattiva che coinvolge gli utenti in processi di co-design; e quello del desktop manufacturing e del do-it-yourself che abilitano l'utente come generatore di processi progettuali e realizzativi.

Le tre discipline si integrano tra loro con l'obiettivo di rigenerare non solo gli spazi, ma anche le persone attraverso l'acquisizione e la pratica di nuove competenze; prefigurare spazi di qualità per garantire una dignitosa qualità di vita alle persone.
Un altro punto di forza della presente proposta è quello di poter lavorare non sul piano strettamente esemplificativo e dunque indittivo, ma secondo i criteri della RICERCA-AZIONE, partendo dal caso studio romano che permette di affrontare assieme una serie di carceri che riassumono uno spettro significativo di differenze: detenuti di genere (maschile e femminile), strutture con caratteristiche fisico-spaziali differenti (Regina Coeli, edificio storico monumentale; Rebibbia sezione maschile, edificio modello degli anni '70; Rebibbia sezione Femminile, edilizia di inizio `900). I casi studio individuati, permettono di affrontare una casistica abbastanza ampia in quanto a varianti (età dell'edificio, tipologia, etc.) e questo permetterà di mettere a sistema delle linee guida che possano essere adottate in altri contesti ed, in particolare, lo studio della cella detentiva permette di concentrarsi su di un elemento base, ricorrente e fondamentale.

Tutto ciò permette dunque di arricchire lo stato dell'arte delle conoscenze attraverso il lavoro sul campo svolto dal gruppo multidisciplinare con l'obiettivo di sperimentale, testare e sviluppare specific tools (questionari Post Occupancy Evaluation e di User Experience) per valutare la qualità e l'usabilità degli spazi delle strutture carcerarie. Tools che potranno essere applicati in altre situazioni con l'aspirazione che diventino un riferimento certamente a livello nazionale, e da diffondere al livello interazionale.

Infine si sottolinea che il gruppo di ricerca ha un carattere fortemente multidisciplinare sia per le competenze accademiche che per le capacità in termini di risorse operative di diverse organizzazioni e figure rappresentative che lavorano sul campo e che hanno aderito al progetto in qualità di parti interessate e per la presenza di esperti di altri campi disciplinari che si occupano di queste tematiche: una professoressa norvegese sociologa ed una giurista italiana.
A livello europeo, durante lo svolgimento della ricerca, il gruppo di lavoro avvierà uno scambio all'interno del network Carceral Geography (https://carceralgeography.com/)con l'obiettivo di costruire una rete di competenze e costruire un progetto COST a livello europeo.

Codice Bando: 
1082683

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