Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2092718
Anno: 
2020
Abstract: 

Lo studio, legato ad un Dottorato di ricerca in corso di svolgimento da parte di chi scrive presso La Sapienza Università di Roma, si propone di caratterizzare le differenti produzioni di bucchero del territorio etrusco che circonda Siena, tra Chianti e Val d'Elsa, in Età orientalizzante medio-recente e nell'Arcaismo (secondo quarto del VII-fine VI secolo a.C.). In letteratura questo territorio è considerato periferico, marginalmente raggiunto dai traffici commerciali ad ampio raggio e debitore degli influssi culturali dei grandi centri di Chiusi e Volterra, che lo delimitano. In particolare il presente finanziamento è richiesto per analizzare 50 campioni di bucchero da sette contesti della Val d'Elsa (La Ripa, Quartaia, Poggio di Caio) e del Chianti (Salingolpe, Casa Rosa al Taglio, Fonterutoli, Poggio La Croce), ricorrendo all'integrazione tra la metodica archeologica tradizionale e quella archeometrica. Attraverso analisi petrografiche mineralogiche e chimiche sui campioni di bucchero, si intende evidenziare la presenza di produzioni coerenti, autoctone ed allogene, che potrebbero verificare l'ipotesi di una produzione locale legata al soddisfacimento del fabbisogno interno della città stato e del suo territorio, ma anche inserire alcuni contesti indagati in una rete di traffici commerciali a lungo raggio. La variabilità della natura dei contesti - abitati, siti produttivi, necropoli - permette di individuare analogia e differenze non solo a livello geografico ma anche di natura funzionale. Infine, un'altra questione aperta che ci si propone di approfondire è l'esistenza di una produzione mista tra il bucchero ed altre classi ceramiche nelle stesse fornaci, che mal si coniuga con la scelta di differenti tecnologie di cottura, ma come le versioni di uno stesso oggetto da Quartaia in diverse classi di ceramica sembrano indicare. In sintesi, la ricerca permetterà di investigare un'insieme di aspetti, tecnologici-produttivi, e legati al territorio, ancora dibattuti.

ERC: 
SH6_2
SH5_8
SH2_12
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2642865
Innovatività: 

La proposta si pone nel solco del filone di ricerca che indaga analiticamente la provenienza delle produzioni di bucchero.
La problematica delle aree di produzione è ancora aperta, e scarsi sono gli studi in proposito, sia dal punto di vista archeologico che da quello archeometrico. I progressi ottenuti, concentrati soprattutto nell'ambito etrusco-meridionale, dovrebbero riconsiderarsi alla luce della variabilità dei processi ceramici delle differenti aree di provenienza (e all'interno delle stesse), a seconda dell'utilizzo di materie prime, delle tecnologie di cottura, e del bagaglio di conoscenze dell'artigiano, in quanto in antichità quello ceramico non è un processo standardizzato. Per esempio, recenti studi hanno attestato come erronea l'opinione diffusa in letteratura che vi fosse una preferenza per argille non calcaree, il cui utilizzo, al contrario, sembrerebbe essere preminente solo nel caso di Veio (CECCARELLI 2019).
Quello proposto è il primo progetto incentrato sullo studio del bucchero rinvenuto nel senese, e, per la varietà geografica e funzionale dei contesti, il primo in ambito etrusco-settentrionale.
La regione, ritenuta periferica dalla lettura, quindi solo marginalmente toccata dalla ricchezza che contraddistingue i centri urbani, potrebbe essere messa a confronto con realtà dell'Etruria meridionale come Veio, meglio indagate, ed assurgere a modello sia del tema, oggetto di dibattito da sempre , del rapporto tra centro e periferia, sia come riferimento tipologico ricostruttivo per l'Etruria settentrionale interna.
Nonostante gli ultimi alterni tentativi di classificazione tipologica complessiva delle produzioni di bucchero, si reputa essenziale la microscala, il locale, per ritornare poi a capire in un'ottica d'insieme il generale, ovvero il sistema produttivo, i traffici commerciali e l'economia. Infatti, per comprendere le dinamiche del sistema economico di un'area che ancora presenta molte ombre, è necessario individuare la provenienza dei manufatti, che potrebbero verificare analiticamente traiettorie commerciali consolidate in letteratura o delinearne nuove.
Di recente, una tesi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Siena, in collaborazione con il Dott. Tabolli della SABAP-Siena ha analizzato campioni di bucchero dalla struttura orientalizzante (seconda metà del VII-inizi/metà del VI sec. a.C.) del complesso di Santa Maria della Scala in città, individuando la presenza di prodotti allogeni, forse da Populonia. La verifica dell'ipotesi di Naso (NASO 2004) della produzione di bucchero per il fabbisogno interno si crede possa far luce sull'esistenza di ambiti culturali nel Chianti e in Val d'Elsa gravitanti non esclusivamente sui due poli di Chiusi e Volterra (dai cui prodotti sarebbero debitori), almeno per la fase Orientalizzante e l'Arcaismo (ultimo quarto VII-terzo quarto VI sec. a.C.), permettendo di rispondere ad uno degli interrogativi più importanti della ricerca dottorale.
Il confronto con i risultati delle analisi condotte dal Dott. Pallecchi su diversi contesti etrusco-settentrionali (Chiusi, Cortona, Fiesole, Gonfienti, Volterra, Sovana e Accesa), e quelli più recenti di Siena, sarà volta a verificare una possibile differenziazione delle produzioni di bucchero, con lo scopo di a separare i prodotti autoctoni da quelli etrusco-meridionali e tiberini.
Il dato di una presenza, negli stessi scarti di fornace di Quartaia, di un vaso prodotto nelle versioni in bucchero e in ceramica depurata, apre un'altra questione irrisolta e di grande importanza nel dibattito odierno, ovvero se esista o meno la tendenza, almeno in Etruria settentrionale, alla commistione di produzioni, con caratteristiche e tecnologie distinte nella stessa fornace, come si ritrova a I Monti nel Mugello (SALVINI 1994), o, per fasi più recenti, a Falerii (BIELLA et al. 2013). Il bucchero quindi non risulterebbe separabile da altre produzioni (le associazioni più rilevanti finora note sono con impasti depurati), aprendo una questione interessante da approfondire. L'indagine rientra in un progetto dell'Università di Roma La Sapienza, che si è attivato recentemente anche per il sito di ricerca di Veio-Piano della Comunità, in seguito al rinvenimento di un'area artigianale con tre fornaci, che ha restituito molte forme di bucchero e strumentario refrattario in impasto, e che esamina analiticamente rivestimenti delle fornaci, frammenti di ipotizzato malcotto, e la differenza del bucchero di VII secolo e della produzione industriale/seriale di VI sec. a.C. (Michetti, Biella, Belelli Marchesini, Toppetti, Sarracino, Bischeri, Pacifici, Stomeo, Bianchi, Novità dall'area urbana di Veio, Recenti indagini nel distretto meridionale, in Scienze dell'Antichità 26.1, 2020, in press.).
Infine, la scelta di contesti abitativi e funerari si motiva con la verifica di una possibile difformità tecnologica legata alla diversa natura del manufatto, funzionale o rappresentativa.

Codice Bando: 
2092718

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