La malattia cardiovascolare aterosclerotica (ACVD), principale causa di morte nella popolazione generale, ha maggiore prevalenza in individui con compromissione locomotoria (CL) (es. mielolesi o amputati arto/i inferiori). Esercizio fisico e sport costituiscono armi efficaci per ridurre i fattori di rischio (RF) di ACVD. Il presente studio è teso a valutare la relazione tra la massima potenza aerobica (consumo di ossigeno di picco - VO2picco) e ACVD-RF in individui con CL. A tal fine effettueremo uno studio retrospettivo sui dati acquisiti sugli Atleti Paralimpici (AP) visitati prima dei Giochi (dal 1998 al 2016), uno studio prospettico con gli AP selezionati per Tokyo 2020. Gli AP, praticando sport a differente impegno energetico metabolico (sport di destrezza, di potenza, di resistenza e di circostanza) saranno caratterizzati da differenti valori di VO2picco. Uno studio pilota osservazionale trasversale coinvolgerà inoltre studenti e dipendenti Sapienza con CL ed AP. Gli AP saranno reclutati dallo studio in corso "Health, Physical Fitness and Performance improvement through High Intensity Interval Training in Wheelchair basketball players" (Resp. Bernardi), finanziato dalla Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina.
Sarà analizzata la relazione tra VO2picco e ACVD-RF modificabili (glicemia, assetto lipidico, ipertensione, obesità addominale), introito energetico e, nello studio osservazionale trasversale, capacità antiossidante ed acido urico salivari effettuando un confronto tra la popolazione di Sapienza con CL rispetto agli AP. La dimostrazione che il VO2picco sia in queste popolazioni inversamente correlato ai ACVD-RF individuerà un marker di rischio omnicomprensivo della funzionalità respiratoria, cardiovascolare e metabolica. Oltre ai risultati scientifici, questo studio fornirà informazioni sullo stato di salute di studenti e dipendenti universitari con CL, utili per pianificare programmi integrati di esercizio fisico, sport e dieta.
Sebbene i biomarcatori correlati alla sindrome metabolica (MetS) siano rilevanti nella valutazione del rischio di malattie cardiovascolari (CVD), la complessità dell'identificazione di MetS nella popolazione con compromissione locomotoria è stata precedentemente sollevata e ciò richiede cautela nell'applicare definizioni standard di MetS a questi individui, che anche quando praticano sport di elevato livello risultano avere un¿elevata prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare aterosclerotico (1). Il laboratorio del prof. Bernardi sta attualmente eseguendo una revisione retrospettiva di atleti paralimpici (AP) che sono stati selezionati per partecipare ai giochi di Londra 2012 e Sochi 2014 volta alla valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare e degli indici ematologici di infiammazione negli AP [manoscritto in preparazione, corresponding Bernardi].
L'ipotesi che il picco di consumo di ossigeno (VO2picco) sia inversamente correlato ai fattori di rischio cardiovascolare è stata mostrata nelle persone senza disabilità sane e affette da malattie cardiovascolare ma, a nostra conoscenza, non è mai stato dimostrato inequivocabilmente in persone con danno locomotorio derivante da differenti condizioni di salute quali le lesioni del midollo spinale (in particolare quelle dorsali e lombari) e le amputazioni di uno o entrambi gli arti inferiori. Se l'ipotesi testata sarà dimostrata lo studio potrà suggerire il VO2picco come ulteriore marker utile per studi di intervento di prescrizione di esercizio fisico, in accordo con le linee guida internazionali recentemente pubblicate per la prescrizione degli esercizi in soggetti mielolesi (SCI) e le indicazioni di un capitolo in un libro pubblicato recentemente ed intitolato "Clinical Exercise Physiology". Oltre ai risultati scientifici, questo studio fornirà informazioni sullo stato di salute degli studenti e dei dipendenti universitari con compromissione locomotoria, utili per pianificare programmi integrati di sport e dieta, in accordo con quanto previsto dalle Linee Guida (4). Approcci integrati ("intersettoriali") per ridurre i fattori di rischio CVD sono previsti anche nelle ¿Linee di indirizzo sull¿attività fisica per le differenti fasce d'età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione¿ (5), documento redatto da un Tavolo di lavoro istituito ad hoc presso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, che fornisce elementi di indirizzo sulle azioni necessarie per incentivare l¿attività fisica, puntando all¿equità, al superamento delle diseguaglianze e all¿inclusione dei soggetti vulnerabili, secondo i principi di "Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari" (DPCM 4 maggio 2007), programma coordinato dal Ministero della salute che mira a contrastare i quattro principali fattori di rischio di malattie croniche nel nostro paese: scorretta alimentazione, inattività fisica, consumo dannoso e rischioso di bevande alcoliche e tabagismo.
Anche a livello internazionale programmi integrati, come il "Lifestyle Balance" (modificato dal Diabetes Prevention Program) (6), hanno dato risultati promettenti in veterani con disabilità e nel MOVE! è incluso un supporto coordinato per l'attività fisica le abitudini alimentari (7, 8).
Riferimenti.
1. Filho et al., British Journal of Sports Medicine 2006;40:918-922.
2. Martin Ginis,¿. Bernardi M, et al. Evidence-based scientific exercise guidelines for adults with spinal cord injury: an update and a new guideline. Spinal Cord 2018;56(4):308-21.
3. Malone,... Bernardi et al.; 2019: Chapter 12, pp. 531-577.
4. Cipriani et al. Lotta alla sedentarietà e promozione dell¿attività fisica. Linea-Guida. SNLG, Novembre 2011.
5. Galeone D, Menzano MT, Anatra F, Bernardi M et al. Linee di indirizzo sull¿attività fisica per le differenti fasce d¿età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione. Ministero Salute. 7-3-2019. http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=ital...
6. Erickson et al. J Gen Intern Med 2017; 32(Suppl. 1): 32-9.
7. Goldberg et al. Psychiatr Serv 2013; 64(8): 737-44.
8. Harrold et al. Perspect Psychiatr Care 2018; 54(2): 266-73.