
La ricerca 'Riscrivere la modernità. Romanzieri e traduttori fra Italia e Germania (1913-1963)' è dedicata allo sviluppo del romanzo come genere letterario nell'Italia del Novecento, e al ruolo svolto dalla letteratura tradotta - in primo luogo quella di lingua tedesca - in questa evoluzione. Le traduzioni di autori tedeschi (da Goethe a Kästner, da Döblin ai fratelli Mann) rinnovano infatti profondamente il panorama letterario italiano, e con esso il concetto di «modernità», oggetto di riflessione costante per gli autori presi in esame. Il romanzo come genere letterario, che in Italia è considerato marginale almeno fino agli anni venti, diventa col passare del tempo il principale veicolo di lettura e interpretazione dell'epoca moderna, intesa come emancipazione di voci autonome che partecipano attivamente alla trasformazione in atto. Il rapporto con la cultura tedesca, percepita come 'più moderna' ma allo stesso tempo già critica nei confronti di una trasformazione che sembra sempre sul punto di finire fuori controllo, è determinante per gli scrittori della prima metà del secolo (come Slataper, Spaini o Borgese), e rimane costante, seppure in forma più attenuata, anche dal secondo dopoguerra in poi (per autori come Fortini o Jesi). Tradurre, riscrivere, adattare al contesto italiano le opere letterarie tedesche è dunque un modo di 'riscrivere la modernità', di cercare una via autonoma per far fronte a questo delicato processo di trasformazione. Dal punto di vista tecnico, questa riflessione si esprime soprattutto attraverso la rappresentazione realistica delle diverse voci in gioco, ovvero dei diversi punti di vista sul mondo (un concetto che Giacomo Debenedetti indica con il termine di «discorsività», giungendo a conclusioni molto simili a quelle elaborate contemporaneamente da Michail Bachtin): la ricerca si occupa dunque in primo luogo di rintracciare e contestualizzare questi delicati 'passaggi di stato', ricostruibili attraverso i testi in traduzione.
Il progetto aspira a mostrare per la prima volta in maniera sistematica come una letteratura tradotta (in questo caso: la letteratura tedesca) possa essere considerare parte integrante di una letteratura nazionale (in questo caso: la letteratura italiana), e quali siano i 'mediatori' (scrittori, traduttori, editori, critici letterari, studiosi) che rendono possibile tale meccanismo. I numerosi studi di ricezione dedicati alle letteratura straniere in Italia sono generalmente limitati a singoli casi (un dato autore o una data opera letteraria), anche per l'inevitabile difficoltà di analizzare in maniera approfondita un panorama che ammette al suo interno numerosissime variabili: il lavoro di ricerca collettivo permette invece, grazie anche all'innovazione tecnica rappresentata dal database delle traduzioni, di incrociare i dati elaborati dai singoli ricercatori, mettendo a sistema le acquisizioni individuali e rappresentando - in quanto piattaforma pubblica e gratuitamente accessibile - uno strumento di lavoro per ulteriori ricerche da parte sia di studiosi che di lavoratori del mondo editoriale (editori e traduttori in primo luogo). L'attenzione dedicata alle figure biografiche dei mediatori rende inoltre possibile identificare le ragioni contingenti che portano alla nascita delle traduzioni, nonché le poetiche individuali che ne definiscono le caratteristiche formali: in questo senso il lavoro tenta un approfondimento delle principali metodologie di analisi delle traduzioni, che privilegiano alternativamente il close-reading dei testi (non sempre dedicando attenzione al contesto entro cui nascono e ai mediatori che le realizzano) o le condizioni materiali che ''producono'' le traduzioni (lasciando a margine gli aspetti propriamente letterari). La ricerca dedicata allo sviluppo del romanzo si propone inoltre di fornire ulteriori elementi di riflessione per lo sviluppo del genere in Italia, integrando in una riflessione già condivisa il contributo rappresentato dalle opere straniere in traduzione.
Nel corso dei precedenti anni di ricerca è stato possibile verificare l'impostazione di base del progetto grazie al confronto con colleghi italiani e stranieri, e alcuni risultati sono stati pubblicati e discussi in diverse sedi. Una versione abbreviata del primo capitolo della monografia, dedicato alla traduzione italiana del 'Wilhelm Meister' di Goethe, è stata pubblicata sulla rivista italo-tedesca «Lettere aperte/Offene Briefe», all'interno di un numero monografico (3/2016) interamente dedicato al progetto FIRB 'Storia e mappe della letteratura tedesca in Italia'. Il secondo capitolo della monografia, che si concentra sulla figura di Giuseppe Antonio Borgese, ha dato origine a due interventi di convegni: il primo dedicato alla traduzione realizzata da Borgese del 'Werther' di Goethe ("Borgese traduttore: discorsività e romanzo moderno", tenuta presso la Humboldt-Universität di Berlino nel luglio 2015), e il secondo al suo lavoro di direttore editoriale della collana mondadoriana 'Biblioteca Romantica' ("Borgese editore: la selezione tedesca della 'Biblioteca Romantica''', tenuto presso l'Università degli Studi di Bari nel maggio 2016). Una parte del terzo capitolo, dedicato alle traduzioni e alle sperimentazioni degli anni trenta e in particolare al caso della prima traduzione italiana di "Berlin Alexanderplatz", è stata invece presentata in occasione di un convegno dedicato alla figura di Alfred Döblin presso la Westfälische Wilhelms Universität di Münster nel giugno 2016: il testo dell'intervento ("Die Frage der 'Modernità' bei der italienischen Übersetzung von Berlin Alexanderplatz") uscirà in tedesco nel corso del 2017. La ricerca si è concretizzata inoltre nella stesura, realizzata a quattro mani con la coordinatrice di unità Irene Fantappiè, di un capitolo dal titolo "Il romanzo tedesco in Italia", che verrà incluso nel manuale "Storia del romanzo italiano" curato da G. Alfano e F. de Cristofaro, in pubblicazione presso l'editore Carocci.
Il finanziamento 'Avvio alla Ricerca' permetterebbe di consolidare i risultati effettuando alcune verifiche conclusive su materiali d'archivio che non è stato ancora possibile visionare (in particolare i carteggi conservati presso l'Archivio Prezzolini di Lugano), e di dedicare i mesi finali della ricerca alla stesura definitiva della monografia e al completamento del database.