Attraverso una mappatura geo-idrografica di Berlino si intende definire l'interazione della dimensione ambientale, urbana e antropica come punto di partenza indirizzato a una ricognizione storico-letteraria della città, ecosistema per eccellenza dell'Antropocene, modellata attorno al rapporto tra capitale culturale ed elemento acquatico.
Seguendo il corso della Sprea, il principale fiume berlinese, e della storia tedesca sarà dunque messo a fuoco il rapporto di autori/autrici e testi letterari con singoli tratti del fiume stesso individuando di volta in volta le mutazioni delle caratteristiche che segnalano contestualmente la specificità del momento storico e della struttura urbanistica sullo sfondo di uno scenario ambientale inalterato nella sua sostanza.
Se da una prospettiva cartografica, quindi, appare fondamentale il ruolo del fiume Sprea nella sua centralità grafica, la ricerca rivolgerà uguale attenzione agli altri percorsi d'acqua della città: gli affluenti della Sprea (Dahme, Erpe, Havel - solo Oberhavel -, Panke, Wuhle), i canali (Landwehrkanal, Teltowkanal), i laghi (Wannsee, Müggelsee) e le altre vie fluviali (Tegeler Fließ).
Si cercherà quindi di ridisegnare la nascita e l'evoluzione della città da polo commerciale (anche grazie all'ingresso degli Ugonotti con l'Editto di Potsdam nel 1685) a centro culturale e artistico (dall'età fridericiana in poi) a territorio diviso (la Berlino Ovest e la Berlino Est), dove la costruzione, la distruzione e la divisione della città verranno osservate dalla prospettiva liquida dell'acqua.
Il grado di innovazione della presente proposta di progetto è da rintracciare all'interno di un campo di studio, quello dello 'spatial turn', che vede nella costante interconnessione tra ambiti disciplinari molto lontani tra di loro, la possibilità di dar vita a nuove osservazioni e interpretazioni scientifiche proprio dal concatenamento metodologico nello spazio tra scienze umane e scienze naturali. Nello specifico, a partire dallo spazio acquatico, si vuole costruire una costellazione fisica e letteraria, ma anche liquida, delle voci che lo abitano e lo hanno abitato nel tempo. In tal modo lo spazio fisico di riferimento, scenario ambientale apparentemente inalterato attraverso il tempo nella sua sostanza, diverrà metaspazio o iperspazio a partire dalla pluralità di configurazioni narrative e culturali attraverso le quali esso viene caratterizzato e descritto.
Allo stesso tempo, se studi letterari e acquatici sono già stati intrapresi, il loro focus si è sempre mantenuto su un tipo di analisi macrocosmica e meridionale allo stesso tempo. Le acque mediterranee e quelle oceaniche, in generale intese come vie di comunicazione non solo fisiche, ma soprattutto culturali, hanno infatti aperto a investigazioni identitarie e interessi di tendenza continentale, non soffermandosi però sulle realtà spaziali e contestualmente acquatiche della condizione microcosmica che qui si vuole cercare di rintracciare.
La metodologia generale riguardante non solo la geocritica, ma anche la geopoetica e, più in generale, la letteratura geografica, quindi, può essere riutilizzata a partire dai luoghi fisici 'antropicamente' connotati il cui denominatore comune deve essere la presenza dell'acqua come strumento urbanistico e architettonico in sé, portatrice di percezioni esperite e modulazioni narrate. Attraverso lo studio dello spazio idrografico, quindi, si getterà un'ulteriore luce sull'analisi dell'evoluzione organica e inorganica della città di Berlino, conglomerato urbano da sempre ricercato, ma ancora poco indagato attraverso tali strumenti metodologici liquidi. In tal senso non si parlerà più solo e unicamente di idrografia o topografia della città, ma di idrografia letteraria berlinese, categoria che porta in sé le due precedenti e racchiude contestualmente la multidimensionalità delle testimonianze architettoniche e artistico-letterarie che su tali mappe hanno luogo. I percorsi idrici intrapresi, similmente al Grünes Band che percorre oggi la Germania ricalcando le indelebili cicatrici dalla cortina di ferro, diverranno itinerari anfibi, dotati di vita tanto nell'acqua quanto sulla terra ferma.
È qui infatti che risulterà evidente l'impianto metodologico applicato al materiale scientifico derivante dal reciproco influenzarsi di geografia/idrografia, architettura/urbanistica e letteratura. Ed è sempre qui che apparirà finalmente chiaro l'utilizzo dell'acronimo RIVE (Racconti / Idrografia / Vita / Ecosistema) che dà il titolo alla presente analisi.