La ricerca ha l¿obiettivo di operare una lettura dei processi di formazione e trasformazione degli edifici scolastici al fine del progetto. La ricerca propone una lettura originale che si serve degli strumenti metodologici dell¿approccio tipologico-processuale. L¿indagine interpretativa del processo trasformativo, basata sulla lettura della realtà costruita e delle sue documentazioni, è, al contempo, atto di conoscenza e di progetto.
Nel processo morfo-tipologico, il progetto ha un ruolo centrale, quale fase ultima del processo che riguarda l¿organismo urbano/aggregativo/edilizio.
Oggetto specifico della ricerca sono gli edifici scolastici comunali del Municipio I di Roma dei quali, per mezzo della collaborazione del medesimo ufficio, si dispone delle principali planimetrie e documenti.
L'indagine appare particolarmente utile nella prospettiva di rigenerare la città anche lì dove il tessuto consolidato risulti ostile a far spazio a nuove funzioni e poco duttile a molteplici usi. Riflettere sull¿architettura scolastica è un¿occasione per esplorare le possibilità di aprire tali risorse pubbliche ad una fruizione diversificata e più ampia.
Alla fine del diciannovesimo, la realizzazione delle scuole come riuso di edifici esistenti ha permesso alla scuola di radicarsi nel tessuto e di ricoprire una funzione simbolica e rappresentativa.
Nonostante la difficile rispondenza a norme e requisiti, nella struttura di tali edifici si è riconosciuta la potenzialità ad evolversi e modificarsi.
L¿obiettivo della ricerca è quello di osservare e leggere lo spazio antropico nel quadro dei cicli di trasformazione della realtà costruita.
È possibile ricondurre le dinamiche trasformative a diversi fenomeni antropici rintracciandone precedenti e analogie. L¿individuazione e il rimpiego di tali interventi, per alcuni fondamentali aspetti generalizzabili, permette di inserire il progetto nel processo.
Sebbene l¿interesse per l¿edificio scolastico scaturisca dall'acceso dibattito che riguarda la riforma delle metodologie di insegnamento, questa ricerca intende distaccarsi dal guardare agli strumenti per adeguare gli spazi ai metodi educativi. L¿attenzione è rivolta alla sinergia tra organismo architettonico e organismo urbano che pone ad oggetto la definizione di nuove nodalità all'interno del tessuto consolidato. La ricerca indaga il problema di come i tessuti della città consolidata possano subire trasformazioni contemporanee congruenti con i propri processi formativi. In essi alcuni luoghi sono atti a formare o ridefinire nuovi organismi edilizi specializzati che innovano l¿edilizia esistente. Nel suo ruolo istituzionale, la scuola, sin da oggi, ricopre questa funzione e raccoglie, in parte, la nozione di aggregato, di maggiore complessità e di scala superiore alla singola unità, momento di passaggio tra edificio e città. Lo studio si auspica di riscoprire nell'edifico scolastico le leggi formative dell¿annodamento (trasformazione in nodi spaziali) di luoghi in origine fisicamente o virtualmente aperti. Come molti organismi edilizi del passato, essi nascono dalla dialettica tra recinto e copertura, tra strutture seriali ed organiche, tra città ed edificio. Negli edifici esistenti organizzati su percorsi interni rigiranti intorno a spazi aperti è possibile pensare alla transizione dal cortile al vano nodale. Questo processo di mutazione dello spazio aperto genera edifici interamente nuovi, di maggiore organicità. È un processo analogo a quello che ha generato il palazzo italiano come rifusione e solidarietà organica di unità abitative intorno ad uno spazio aperto. Esso si annoda trasformandosi in nodo spaziale e distributivo e diviene il luogo in cui si svolge la vita del nuovo edificio. Questi principi, motrici da sempre di continue trasformazioni, negli edifici specializzati oggetto di studio si possano generare nuove istanze e caratteri inediti che realizzano la sintesi tra organismo edilizio ed organismo urbano. La conversione di questi edifici in veri e proprio nodi urbani si associa al tema del risparmio energetico e della sostenibilità quale accessibilità alle strutture di servizio che vanno organicamente integrate nel processo di aggiornamento dei tessuti storici.