Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1524149
Anno: 
2019
Abstract: 

Lo spazio urbano che chiamiamo "Roma Termini" è un luogo complesso, che non può ridursi alla sola presenza della maggiore stazione della Capitale. Al contrario, ivi collidono numerosi sistemi facenti capo a differenti tempi storici e ad usi molto diversi della città: il fabbricato viaggiatori progettato da Calini e Montuori nel II dopoguerra si affaccia sulle imponenti masse delle Terme di Diocleziano e delle mura serviane; la quota della metropolitana coincide con la quota cui si trovano i resti non ancora scavati del complesso termale; la struttura regolare dei blocchi umbertini si sovrappone, realizzando interessanti snodi spaziali, alle giaciture impresse dal passato imperiale della città; infine, le presenze del Museo Nazionale Romano e di altre importanti istituzioni culturali, unitamente alla densa stratificazione infrastrutturale, rendono l'area di Termini un nodo urbano dal potenziale unico, ma non valorizzato.
Allo stato attuale piazza dei Cinquecento è occupata da un esteso stazionamento delle linee degli autobus, da un parcheggio, dal transito dei taxi e da sporadiche emergenze che segnalano le discese alle linee metropolitane. Per chi esce dal fronte della stazione la piazza, lungi dal rappresentare simbolicamente la "porta" della città di Roma, appare come uno spazio disomogeneo, in cui non è immediato orientarsi e nel quale non è facile cogliere la presenza, pur imponente, dell'archeologia.
Molti progetti si sono susseguiti nel tempo, mentre attualmente è in corso di studio la possibilità di proporre un bando per il ridisegno del solo piano di superficie della piazza. A partire dagli scenari prospettati da Grandi Stazioni e dal Comune di Roma, la ricerca proporrà alcuni modelli trasformativi per il nodo di Termini con l'obiettivo generale di studiare la messa a sistema dell'infrastruttura, del patrimonio storico e del patrimonio monumentale urbano. In questo senso, la ricerca può produrre un impatto che supera i limiti del caso-studio in oggetto.

ERC: 
SH5_6
SH5_7
SH5_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1905990
sb_cp_es_289706
sb_cp_es_289707
sb_cp_es_289708
sb_cp_es_289709
sb_cp_es_289705
sb_cp_es_289710
sb_cp_es_289711
Innovatività: 

Il lavoro proposto si inserisce nello specifico filone della letteratura scientifica dedicato al ridisegno trasformativo delle aree urbane, ai fini della valorizzazione delle risorse disponibili nei luoghi.

Come già accennato al punto precedente, si ritiene urgente che la città di Roma riprenda il filo interrotto alla fine degli anni Ottanta e si interroghi sulla possibilità di dare un assetto stabile alla piazza dei Cinquecento e ai suoi dintorni, un assetto consono al suo statuto di luogo simbolico importante, vera e propria "porta" di accesso alla città capitale.

Rispetto ai molti lavori progettuali redatti in precedenza, a partire dal secondo dopoguerra fino alle soglie degli anni Novanta, c'è oggi però la necessità di affinare gli strumenti, di aggiornare le strategie ma, soprattutto, di tarare nuovi obiettivi, inserendo il discorso progettuale in un quadro diverso, più attuale. Un quadro concettuale che terrà in maggior conto, da un lato, il discorso sulla valorizzazione dell'esistente; e che, d'altro lato, affronterà il tema dell'infrastruttura senza considerarla mera presenza, ma vera e propria occasione di conformazione spaziale, connettiva e percettiva dei luoghi urbani.

Nella nostra visione infatti l'infrastruttura non è solo mezzo di trasporto e mobilità, ma è un vero e proprio materiale evocativo per il progetto di architettura; un progetto che può abitare i suoi luoghi in modo innovativo, utilizzandoli per attivare connessioni urbane non solo legate all'utilizzo delle linee su ferro urbane ed extraurbane, ma anche alla circolazione pedonale di quartiere. Molta letteratura europea dimostra la praticabilità di questa strada, a partire dal rifacimento dei "cinturones" a Barcellona negli anni novanta, fino ai progetti per la riqualificazione della M30 a Madrid o alle stazioni della Metropolitana di Den Haag o di Oporto, già citate in precedenza.

L'innovatività della ricerca proposta si gioca, dunque, tutta su questo fronte: sulla capacità di riaprire un confronto su una questione urbana importantissima, che coinvolge sia i trasporti sia il patrimonio storico urbano; una questione purtroppo lasciata in subordino dalle politiche urbane dell'ultimo trentennio, che a Roma si sono maggiormente concentrate su altri temi, dando comprensibilmente maggior spazio, per quanto riguarda il tema delle grandi stazioni, al nodo di Tiburtina.

Per meglio puntualizzare quanto espresso, va detto che sul fronte delle politiche urbane qualcosa si sta timidamente muovendo: il nostro partner esterno Grandi Stazioni Rail è infatti interessato a far partire, in accordo col Comune di Roma, un bando di progettazione per il riassetto delle aree antistanti la stazione; si parla inoltre della possibilità di far attraversare piazza dei Cinquecento da un tram che connetta la principale stazione a piazza San Pietro; il successo dell'operazione della stazione metro C San Giovanni (condotta con la partecipazione di due docenti DiAP, i proff. Grimaldi e Lambertucci) sta ulteriormente facendo affiorare l'idea di lavorare su un sistema di stazioni metropolitane legate al tema dell'archeologia; tutti scenari, questi, che danno conto di come la questione si stia riaffacciando nell'agenda politica capitolina, e di quanto sia importante che l'Università si faccia trovare preparata a entrare nel dibattito, con argomenti solidi e innovativi; argomenti in grado, se ce ne saranno le condizioni, di orientare i processi di trasformazione verso scenari di progetto ben verificati.

In questo senso la ricerca, pur se misurata come argomento e ben contenuta entro limiti che la rendano realizzabile nel corso di un anno di lavoro, nell'ambito di un finanziamento di piccola scala, pone a valle dei suoi risultati il raggiungimento di un obiettivo molto ambizioso: accendere un dibattito capace di riportare i riflettori su un tema urbano poco esplorato in tempi recenti, ma ben lungi dall'essere risolto.

La prospettiva innovativa è quella di pensare Roma Termini come a un luogo in cui la mobilità sia una funzione integrata con i molti altri usi di questo luogo, legati al patrimonio culturale, ai grandi Ministeri, al commercio, alla residenza ecc. Lo spunto sarà quello delle stazioni di Napoli della "metropolitana dell'arte", quel museo "involontario" voluto da Achille Bonito Oliva al principio degli anni novanta, il cui potenziale innovativo si sta ancora dispiegando con le più recenti stazioni di Duomo e Municipio, ancora in fase di ultimazione. Rispetto all'esperienza napoletana, tuttavia, intendiamo lavorare facendo un passo avanti, integrando maggiormente progetto di sottosuolo e di soprasuolo.

Si realizzerà in questo modo un avanzamento che, confidiamo, potrà anche essere da riferimento in caso di successivi progetti che si occuperanno di luoghi urbani equiparabili, producendo un impatto sulla comunità scientifica di riferimento capace di andare al di là dei limiti fisici del singolo caso-studio proposto.

Codice Bando: 
1524149

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