La rarità della patologia neuroendocrina ha da sempre, reso complessa la progettazione e la conduzione di studi clinici. Pochi sono gli studi di fase III che hanno preso in considerazione la risposta biochimica all¿efficacia ai trattamenti dosando nel sangue marcatori biochimici generici tumorali (CgA, NSE e CEA) e calcolando le variazioni delle concentrazioni ematiche in corso di terapia. Le neoplasie neuroendocrine (NEN) originano dal sistema neuroendocrino diffuso e, pertanto, possono insorgere in qualsiasi distretto corporeo. Nella maggior parte dei casi nascono nel tratto gastroenteropancreatico (GEP). Sono considerate neoplasie rare se confrontate in termini di incidenza con le corrispondenti neoplasie non-neuroendocrine. La loro frequenza, tuttavia, è notevolmente aumentata negli ultimi decenni, come riportato da studi epidemiologici eseguiti sui registri SEER negli Stati Uniti, che riportano un aumento da 1 a 5 nuovi casi/100.000 abitanti/anno. In Italia non sono disponibili dati epidemiologici accurati, non essendoci registri tumorali riguardanti le NEN. In considerazione delle difficoltà esistenti nella valutazione della risposta al trattamento in pazienti affetti da NET, abbiamo pensato che, nella pratica clinica potrebbe essere utile avere a disposizione una metodica diagnostico-strumentale in grado di fornire precocemente informazioni relative alla risposta al trattamento affiancata ad una valutazione biochimica precoce sull¿efficacia del trattamento.Pertanto l¿obiettivo dello studio è investigare le correlazioni tra PET e CgA nella valutazione precoce della risposta in pazienti trattati con SIRT per le metastasi epatiche da NET, proponendo di valutare il ruolo della CgA come marcatore di risposta a questo trattamento. Intendiamo quindi definire se la correlazione tra cromogranina A (CgA) e PET può essere considerata un fattore predittivo della risposta alla terapia nei pazienti con NET sottoposti a radioembolizzazione Y90 epatica con microsfere
Tutti i pazienti reclutati saranno sottoposti a trattamento con SIRT 90 Y microsfere di resina per le metastasi epatiche. I criteri di inclusione sono: pazienti, di età superiore a 18 e con performance status di 0 -2 secondo Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG), affetti da metastasi epatica da carcinoma neuroendocrino, con malattia metastatica non resecabile, parametri ematologici adeguati (granulociti >1,5x109/L; PLT >50x109/L; creat 150 ng/mL). I prelievi saranno effettuati prima della procedura, poi a 2, 4 settimane e successivamente a 1, 3 e 6 mesi. Sarà considerata risposta completa in caso di normalizzazione dei valori (50%; stabilità di malattia in caso di riduzione 50%. Tutte le procedure saranno eseguite da radiologi interventisti esperti. In caso di malattia bilobare verranno trattati in due tempi differenti, dapprima il lobo con la massa tumorale più grande. Tutti i pazienti saranno seguiti con esami ematochimici con dosaggio CgAe strumentali (PET) ad intervalli regolari per determinare i tassi di risposta. Nei pazienti in trattamento con analoghi della somatostatina, questo farmaco non verrà sospeso. Tutti i pazienti saranno valutati con i criteri PERCIST che sono una valutazione più appropriata della risposta metabolica. La rivalutazione PET sarà effettuata a 3 e 6 mesi. Lo studio sarà condotto in conformità alla dichiarazione di Helsinki e Linee guida di Good Clinical Practice; i pazienti saranno informati della sua natura sperimentale e sarà fornito loro il consenso informato scritto prima della registrazione nello studio.