
La decisione dei Ministri degli Esteri della Nato di sospendere qualsiasi cooperazione effettiva con la Russia, annunciata il 1 aprile 2014 a seguito dell'annessione della Crimea alla Federazione russa, è parso il punto culminante di una lunga crisi dei rapporti, in corso da almeno un decennio. Dopo le «Primavere arabe», il dissidio sorto tra la Russia e i membri dell'Alleanza Atlantica nella crisi siriana e ucraino-crimeana è oggi al centro della cronaca e oggetto di numerose analisi politiche e strategiche. Di fronte a quello che viene percepito e descritto come un «nuovo disordine globale» si fa spesso riferimento al paradigma della Guerra Fredda, uno schema conoscitivo del secolo scorso che, se pure non riesce a spiegare interamente le dinamiche di una nuova realtà internazionale, spinge tuttavia ad interrogarsi sulle costanti della politica internazionale. Partendo dalla stessa necessità di comprendere il presente, questa ricerca intende ripercorrere le relazioni tra Russia e Nato nel contesto internazionale multipolare, sorto con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, adottando come angolo di studio proprio la prospettiva russa. Attraverso la ricostruzione degli ultimi vent'anni di relazioni tra Russia e Nato dal punto di vista della politica russa si seguirà il progressivo passaggio dalla cooperazione, lanciata da El'cin nel 1994 con l'adesione della Federazione russa al programma "Partnership for Peace" al raffreddamento dei rapporti durante le ultime presidenze di Putin, con l'obiettivo di individuare ragioni politiche e radici storiche con cui oggi in Russia si interpreta la realtà internazionale e si delinea di conseguenza la propria politica internazionale.
Nella letteratura scientifica italiana sono presenti ben pochi contributi che affrontino il problema dei rapporti tra Russia e Nato dal punto di vista della Russia. In primo luogo questa ricerca si pone quindi l'obiettivo di integrare il panorama di studi esistente facendo riferimento alla produzione storiografica e politica russa, poco considerata in Italia, anche a causa della sua scarsa diffusione, sia in lingua che in traduzione. La conoscenza del russo, maturata nel corso di anni di apprendimento linguistico e poi perfezionata grazie a diversi periodi di studio e ricerca che ho svolto in Russia, sarà quindi un apporto fondamentale ai fini della ricerca.
In secondo luogo si ritiene opportuno aggiornare lo studio delle relazioni Russia-Nato tenendo conto dei nuovi sviluppi della politica internazionale e della nuova documentazione russa, ad oggi resa disponibile ai ricercatori.
Inoltre, sarà interesse di questo studio dedicare particolare attenzione alla dimensione dei rapporti della Russia con l'Unione europea, a sua volta intimamente legato alle relazioni dell'Europa con la Nato.