Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1459832
Anno: 
2019
Abstract: 

La ricerca intende affrontare lo studio del complesso monumentale che affianca l'attuale chiesa di S. Francesca Romana (la medievale S. Maria Nova) che ospitò dal 1140 i Canonici lateranensi e, dal 1352, una comunità di monaci da Monte Oliveto.
Proprio l'installazione della neonata congregazione, in un momento -quello dell'esilio avignonese - considerato di torpore culturale per Roma, è un fatto trascurato dalla letteratura, nonostante il ruolo di rilievo fin da subito acquisito dal sito. Anche sulla base del fondo di documenti dell'Archivio di Stato di Roma dunque, rimangono da chiarire le circostanze e i personaggi che determinarono la fondazione romana e la sua subitanea fortuna, nonché le strategie insediative alla base dell'occupazione della vecchia canonica ai Fori e il ruolo del nuovo monastero nello scenario politico nella Roma della fine del Medioevo, tra i tentativi di riportarvi la sede papale, il Grande Scisma e il definitivo riconsolidamento della Roma pontificia sotto Martino V.
L'arrivo degli Olivetani determinò uno stravolgimento degli spazi preesistenti, come mostra il recinto claustrale: alla fine del XIV secolo fu eretto un chiostro trecentesco che andò a inglobarne uno del XII secolo e che poi fu decorato con un ciclo di affreschi il cui soggetto rimane ancora da identificare. Alla ricostruzione della vicenda storica di S. Maria Nova, quindi, seguirà lo studio delle fasi architettoniche e decorative del complesso e della sua metamorfosi da canonica a monastero, anche in relazione alle trasformazioni medievali del contiguo corpo chiesastico, interessato anch'esso da successivi ampliamenti e interventi pittorici.
Il presente studio, inoltre, costituisce la premessa a due differenti filoni di ricerca, finora poco considerati dagli studi: l'azione evergetica degli ordini monastici nella Roma trecentesca e l'analisi delle primissime fondazioni olivetane nella penisola italiana che, come S. Maria Nova, conservano ancora tracce della facies medievale.

ERC: 
SH6_1
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1867210
Innovatività: 

Con il presente progetto di ricerca si auspica di colmare una lacuna storiografica sulla Roma tardo-medievale, la vicenda di S. Maria Nova tra XIV e XV secolo, e insieme di fornire un ulteriore tassello al mosaico, ancora incompleto, delle committenze artistiche nella Roma trecentesca. L'indagine, inoltre, costituisce la premessa per altri filoni di ricerca, finora poco praticati dalla critica eppure meritevoli di un approfondimento: l'azione evergetica degli ordini monastici nella Roma "orfana" dei pontefici durante il XIV secolo e l'analisi delle primissime fondazioni olivetane nella penisola italiana che, come S. Maria Nova, conservano ancora tracce della facies medievale.
Il primo tema è di scottante attualità nel dibattito odierno, come è apparso nella discussione seguita al convegno "La linea d'ombra. Roma 1378-1417" (Roma, 12-13 febbraio 2018) dove è emerso come il patronato di ambito monastico fosse estremamente vivace nella Roma dell'epoca, nonostante la generale situazione di stasi culturale.
Sulla seconda questione, invece, al momento non si segnala alcun interesse nel panorama critico. Eppure, un primo sguardo alle fondazioni avvenute sotto il generalato di Bernardo Tolomei, cui si deve la creazione della congregazione olivetana, rivela un certo interesse già nelle prime fondazioni umbro-toscane dell'Ordine, come S. Benedetto a Siena (fondata nel 1322), S. Bernardo ad Arezzo (1333), S. Bartolomeo a Firenze (1334), S. Anna in Camprena a Pienza (1334), S. Donato a Gubbio (1338), Ss. Feliciano e Niccolò a Foligno (1339) e S. Maria di Barbiano a S. Gimignano (1340).
Significativa, in virtù del ruolo di alcuni Olivetani nelle complesse relazioni tra papato e Regno alla fine dl XIV secolo, sarebbe anche l'analisi della penetrazione dell'ordine olivetano nel Mezzogiorno, a partire dalla fondazione napoletana di S. Anna dei Lombardi, nata ai primi del XV secolo grazie al patronato di Gurello Origlia, protonotaro di Ladislao di Durazzo.

Codice Bando: 
1459832

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