Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2690055
Anno: 
2021
Abstract: 

La ricerca propone una riflessione sulla scuola e sul suo apporto alla costruzione di una società democratica. L¿obiettivo è quello di mettere in luce i punti di forza o di debolezza che hanno caratterizzato l¿esperienza del sistema dell¿istruzione per evidenziarne le conseguenze sullo stato della democrazia in Italia. L¿istruzione rappresenta un settore centrale cui è preposta una funzione decisiva per la formazione dei cittadini; fra democrazia della scuola e democrazia dell¿ordinamento vi è una sorta alimentazione continua, per cui la maggiore o minore familiarità al metodo democratico nella scuola, si infonde nella tenuta e nel rafforzamento dei principi democratici e del metodo democratico della società.
La ricerca proporrà l¿esame del processo di democratizzazione della scuola italiana attraverso l¿analisi dei tre ambiti in cui si è manifestato:
1) la dimensione organizzativa, basata soprattutto sullo studio delle funzioni amministrative e dell¿evoluzione del processo organizzativo che guarderà anche all¿affermazione dell¿autonomia scolastica.
2) La dimensione culturale che attiene alla libertà costituzionale di insegnamento come precondizione del pluralismo culturale a garanzia dei principi democratici.
3) La dimensione finalistica della scuola che coincide con l¿ambito dedicato al diritto sociale dell¿istruzione in relazione alla democrazia ovverosia la scuola aperta a tutti come condizione dell¿eguaglianza sostanziale.
Infine, l¿insieme di questi tre ambiti saranno studiati alla luce anche dell¿esperienza della scuola in emergenza sanitaria. Nessuna esperienza, prima di quella pandemica, ci aveva svelato così chiaramente l¿imprescindibilità della pratica formativa all¿interno della scuola. La sospensione della didattica ha assunto la forma e la sostanza di una emergenza sociale. Tali situazioni si sono trasformate in altrettanti ostacoli alla fruizione in condizioni di eguaglianza proprio del servizio che dell¿eguaglianza è il motore, l¿istruzione.

ERC: 
SH3_3
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3499949
sb_cp_is_3451519
Innovatività: 

La ricerca propone un¿ampia riflessione sulla scuola e sul suo fondamentale apporto alla costruzione di una società democratica. L¿obiettivo centrale appare quello di mettere in luce i punti di forza o di debolezza che hanno caratterizzato l¿esperienza maturata all¿interno del sistema nazionale dell¿istruzione per evidenziare le loro conseguenze sullo stato della democrazia e sui processi democratici nel nostro Paese. La scuola può, infatti, essere assunta come una proiezione della ¿società in miniatura¿; essa, dunque, al pari della società nella quale si inserisce, può presentare un¿organizzazione autoritaria o democratica. Riconoscere come essenziale tale rapporto significa avere la consapevolezza che una società democratica ha bisogno dell¿educazione come suo elemento vitale. In particolare, con riferimento all¿ambito dell¿istruzione, la stagione della partecipazione democratica vissuta nella scuola, a partire dalla riforma degli anni Settanta, si è rivelata la più importante sperimentazione di ¿autonomia gestionale¿ mai effettuata in un settore di rilievo dei servizi sociali la cui esperienza è stata replicata, in parte, anche in altri ambiti. Quell¿esperienza ha segnato una partecipazione popolare e un¿apertura a principi democratici senza precedenti e ha avviato un modello partecipativo che ha rappresentato uno strumento di politicizzazione e di democratizzazione sicuramente fra i più importanti e intensi nella storia del governo di tutta l¿amministrazione pubblica del nostro Paese. Eppure, la realtà che si è affermata a partire dagli anni Novanta rivela un sistema scolastico dell¿autonomia, autoreferenziale e pressato delle esigenze di concorrenza con altri istituti e assorbito dai processi di progressiva aziendalizzazione, che ha perso di vista la necessaria contestualizzazione della definizione del progetto formativo alle esigenze dei processi di reale democratizzazione e a quelli richiesti da un impegno educativo rivolto a valorizzare gli studenti nell¿individuazione dei bisogni formativi. In definitiva, le riforme degli anni Novanta della scuola hanno di fatto sostituito la c.d. gestione sociale della scuola con una gestione di tipo ¿manageriale¿, grazie anche alle nuove disposizioni sulla dirigenza dei plessi, che hanno sensibilmente rafforzato il ruolo del capo di istituto prevedendo contestualmente una rinnovata attenzione alle tecniche di valutazione del sistema scolastico. La ricerca mirerà a metter in evidenza le ragioni di tale evoluzione, cercando soprattutto di far emergere gli elementi del fallimento del modello di scuola democratica e partecipata, nel tentativo di recuperarne i punti di forza soprattutto nel modello organizzativo.
Per ciò che riguarda l¿esperienza più recente, obiettivo del progetto sarà evidenziare le ragioni delle plurime debolezze che la scuola pubblica ha dimostrato anche sul piano dell¿acquisizione dei progressi della digitalizzazione, debolezze che sono venute ad evidenza con l¿emergenza sanitaria da Covid-19. L¿avvio della DAD si è incastrata su una fragilità organizzativa generale della scuola. Per un verso, si sono pagate le incertezze e i ritardi nell¿attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), avviato nel 2015 e rimasto ampiamente incompiuto. Per altro verso, la DAD è stata avviata in situazione di vuoto normativo, dato che la scuola non la contemplava, e, sul piano lavorativo, di vuoto contrattuale, poiché la DAD non era compresa fra gli obblighi contrattuali dei docenti.
Altro elemento di evidente problematicità nella gestione della didattica a distanza si è rivelata l¿autonomia in tutte le sue forme, di autonomia della scuola, della didattica e dei docenti. L¿organizzazione della DAD si è ampiamente differenziata, soprattutto nei tempi e nelle modalità di erogazione, a seconda della scuola, generando difficoltà e confusione nelle risposte delle famiglie. A fronte di tale situazione frammentata, il semplice tentativo da parte del ministero di operare un coordinamento, al fine di uniformare le attività, ha finito per provocare forti reazioni in difesa di una male intesa libertà di insegnamento e autonomia didattica dei docenti, provocando ulteriori tensioni all¿interno di una generale condizione di serio rischio per il diritto all¿istruzione. L¿insieme di queste condizioni chiederanno anche l¿ampia riflessione sul governo del sistema nazionale dell¿istruzione e in particolare sulla possibilità di ripensare il rapporto fra Stato, regioni e istituti scolastici, che permetta di ripensare il principio dell¿autonomia.

Codice Bando: 
2690055

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