Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1105857
Abstract: 

La ricerca architettonica contemporanea sul tema della casa, a parte qualche eccezione, è orientata in due direzioni principali. La prima si concentra sul rinnovamento del linguaggio, producendo edifici dall'immagine fortemente attuale", soprattutto tramite trattamenti di superficie che avvolgono però soluzioni abitative tradizionali. La seconda, in nome della sostenibilità ambientale, punta all'applicazione di soluzioni tecnologiche e impiantistiche che anche in questo caso non producono sostanziali variazioni della struttura dell'alloggio e delle sue relazioni con l'intorno. Uno degli aspetti ancora irrisolti e poco indagati è quello relativo a una dimensione collettiva e condivisa dell'abitare, con la conseguente mancanza di una più ampia riflessione progettuale capace di generare luoghi per abitare insieme. Mancano strategie che sappiano intrecciare il privato e il pubblico, sfumando le soglie sempre più nette tra il proprio spazio di vita e quello altrui, proporre livelli differenziati di privacy, creare funzioni da condividere, luoghi intermedi dove potersi relazionare.
Il presente studio intende colmare questa carenza rivolgendosi al cohousing, inteso come forma di abitare collaborativo, come modello in grado di fornire soluzioni più idonee tanto in rapporto all'organizzazione dello spazio domestico quanto alla formazione di comunità. Divenuto negli ultimi anni uno strumento strategico di pianificazione edilizia e urbana in paesi come Danimarca, Olanda, Belgio, Regno Unito, si ritiene utile indagare le potenzialità di questa modello abitativo anche nel contesto italiano per risolvere il problema della domanda di alloggi a basso costo, dell'aggiornamento degli standard qualitativi del patrimonio residenziale ai mutamenti sociali in corso, dell' eccessiva dispersione degli insediamenti residenziali nei nostri contesti urbani, cresciuti senza un progetto di chiara convivenza e di relazioni l'uno con l'altro.

ERC: 
SH3_3
SH1_5
SH2_10
Innovatività: 

Come già sostenuto, quelli dell'abitare collettivo e del cohousing sono sistemi già noti e praticati in diverse forme almeno a partire dal secolo scorso, pertanto, non potendo essere innovativa nel senso letterale del termine, la proposta presentata è da intendersi come contributo all'avanzamento della ricerca nel più ampio campo delle sperimentazioni che, oggi come nel passato, cercano di rispondere attraverso nuove configurazioni architettoniche degli spazi domestici alla domanda espressa dalle diverse categorie sociali in rapporto agli stili di vita emergenti.
La casa d'altra parte è l'elemento generativo, il "dna" del tessuto urbano, quello dentro il quale sono impresse in maniera indelebile idee, cultura, abitudini e aspirazioni di un popolo. I differenti tipi edilizi che contraddistinguono l'abitazione sono espressione peculiare di modi diversi e molteplici di convivere con il vicino e di condividere i luoghi d'¿incontro, di stabilire relazioni con la strada e con gli spazi collettivi, modi capaci di generare differenti tipi di densità urbana e di influire sulla vita sociale. Le variazioni di questi tipi edilizi si sono sempre manifestate nel corso della storia non tanto come radicali trasformazioni quanto piuttosto come reinvenzioni o adattamenti rispetto ai tipi consolidati.
L'abitare inoltre è un fenomeno identitario, che condiziona e influenza abitudini e percezioni degli individui. L'inurbamento, dall'inizio del secolo scorso, ha provocato forme di isolamento sociale e di indifferenza anche a causa del modo in cui sono state pensate le case, contigue ma solitarie, incapaci di reagire alla molteplicità di relazioni sviluppate nei quartieri e nelle città. Proprio nel contesto delle città, allora, il condividere degli spazi con un piccolo gruppo di persone potrebbe ricucire un tessuto oggi dilaniato, permettendo una possibile via d'uscita alla segregazione e il manifestarsi di nuovi legami sociali e culturali.
Ad oggi, nonostante la crisi economica, l'allarme sull'ambiente e sul consumo di suolo e la stabilizzazione della crescita della popolazione urbana nelle città occidentali, la sperimentazione sul tema dell'abitazione e delle sue capacità di fare comunità e quindi città non si è fermata e procede anche se in modo più contenuto sulla base di indirizzi e strategie diverse da quelle del passato. In questo contesto la riproposizione del modello del cohousing, l'indagine sulle sue potenzialità nell'ambito della ricerca sulle nuove forme di abitare nelle città italiane può costituire un contributo significativo in rapporto ai concetti di comunità e di condivisione, oggi di nuovo al centro di una domanda espressa da differenti categorie sociali (giovani, anziani, immigrati, famiglie monoparentali o tradizionali, ecc.).
Ripensare la struttura della casa non solo al proprio interno ma soprattutto nel sistema di relazioni che legano la sfera più intima e privata dello spazio domestico a quella collettiva dello spazio pubblico e urbano diventa allora fondamentale per creare sistemi urbani "a misura d'uomo", capaci di mettere al centro dello spazio non un generico utente, ma l'individuo con il complesso delle proprie sensazioni e desideri. Applicare poi questi modelli alla realtà romana costituisce un contributo con un duplice valore. Da un lato si può contribuire al generale rinnovamento di un'offerta abitativa asfittica e molto carente soprattutto per quanto riguarda giovani e persone con ridotte disponibilità economiche; dall'altro, occupandosi della riconfigurazione del patrimonio residenziale esistente nell'ottica di un diverso modello di condivisone degli spazi collettivi, si può contribuire ad innescare processi virtuosi e sostenibili di riqualificazione urbana di più ampio respiro.

Codice Bando: 
1105857

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