
Il sonniloquio, o sleep talking (ST), è stato raramente studiato e gli studi disponibili non permettono di identificarlo come fenomeno specifico del sonno REM o del sonno NREM (ICSD-2, 2001; Arkin et al.,1966; 1970a,b). Le indagini sull'influenza delle parasonnie sui processi di memoria hanno suggerito che, contrariamente ad altri disturbi del sonno, queste non sembrano influenzare i processi di consolidamento mnestico sonno-relato (Cellini, 2016). Vista la mancanza di una letteratura specifica, lo studio propone di comprendere se il sonniloquio possa configurarsi come espressione diretta dei processi di replay e consolidamento di memorie episodico-dichiarative verbali, o interferente con i processi di consolidamento, dunque relata a un deterioramento delle performance dovuto allo stato di arousal proprio di ST.
È prevista la partecipazione di 10 soggetti (18-35 anni) a due notti sperimentali con video-PSG. Le sessioni sperimentali comprenderanno: lettura di un racconto (modified story recall test¿mSMT) (Chiaravalloti et al., 2003) con rievocazione immediata e differita inframezzati dalla somministrazione di PC-PVT e 10 minuti di prove di veglia con monitoraggio EEG; ricerca delle due condizioni di replay e non-replay all'interno di ST e report onirici, con risvegli a ogni ST; risveglio e compilazione di un diario del sonno; rievocazione differita mSMT al risveglio. I processi coinvolti saranno: ST; incorporazione di materiale sperimentale nel contenuto onirico; incorporazione in ST.
L'obiettivo sarà determinare i fattori EEG predittivi delle performance al compito di apprendimento in relazione alle due condizioni ricercate di replay/incorporazione e non-replay/non incorporazione del materiale sperimentale. Si aggiungeranno conoscenze rispetto all'influenza o interferenza di fattori di attivazione (parasonnie) sui processi di consolidamento mnestico sonno-relato, e la funzione della produzione onirica e incorporazione in sogno di materiale episodico-dichiarativo.
Lo studio permetterà un approfondimento del fenomeno del sonniloquio all'interno di un campione di soggetti sani, per indagarne l'influenza sui meccanismi di replay e consolidamento mnestico sonno-relato di materiale episodico dichiarativo-verbale (Stickgold et al., 2005, 2001; Maquet 2001), in assenza di altre parasonnie o disturbi della memoria.
L'intenzione di osservarne gli eventuali miglioramenti (ST come processo di ripasso e consolidamento mnestico) o il peggioramento (ST come fenomeno interferente con i processi di ripasso e consolidamento mnestico) delle performance al risveglio si inserisce all'interno della recente letteratura che indica un miglioramento in compiti di memoria dichiarativa e procedurale in soggetti con diagnosi di parasonnia (Cellini, 2016; Uguccioni e coll, 2015, 2013; Oudiette e coll, 2011), che hanno aperto la strada a nuove indagini sul coinvolgimento di comportamenti alterati nel sonno notturno e loro influenza sul funzionamento cognitivo.
Inoltre, in ambito clinico il sonniloquio sta gradualmente configurandosi come fenomeno utile alla diagnosi discriminativa in sindromi con deterioramento cognitivo, come la demenza con corpi di Lewy rispetto a demenza di tipo Alzheimer (Honda K et al., 2013; ICSD-3, 2014). Questo aggiunge ulteriore interesse all'identificazione dei parametri macrostrutturali e microstrutturali EEG specifici in soggetti ST normali, nella prospettiva futura di inquadrarne un interesse e approfondimento rispetto all'invecchiamento patologico.