Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1112831
Abstract: 

Il progetto intende porre in evidenza come, sin dagli anni del Risorgimento, si sia formata una "immagine dello Stato" (e più in generale delle istituzioni che ne fecero parte), sia attraverso i simboli (il primo dei quali fu il tricolore nazionale), sia attraverso le figure carismatiche del potere statuale riprodotte per immagine (il re, Garibaldi, Cavour), sia infine attraverso i monumenti marmorei che occuparono ogni piazza d'Italia.
A questa prima stagione ne seguì una seconda, tra fine Ottocento e Grande Guerra, di consolidamento. La Guerra mondiale rinforzò enormemente e diffuse questa immagine, arricchendola di nuove connotazioni. Il fascismo costruì su di essa una sua complessa simbologia dello Stato. Il dopoguerra repubblicano raccolse quell'eredità, depurandola (ma solo in parte) dei suoi aspetti autoritari e la fuse col mito della Repubblica democratica forgiata nella guerra partigiana. Convissero nel dopoguerra diverse immagini dello Stato, ognuna appartenente a una tradizione di partito ("lo Stato dei partiti"). La fotografia, il cinema, la radio, più tardi la televisione affiancarono le più remote rappresentazioni della pittura (la ritrattistica, ad esempio) e della scultura (i monumenti), nonché quelle dell'architettura (i palazzi dello Stato, tipici quelli delle prefetture, eretti spesso ex novo nei capoluoghi di provincia).
Lo studio di questa rappresentazione (meglio: auto-rappresentazione) dello Stato costituisce lo scopo della ricerca che qui si propone. Studio delle sue forme espressive, via via aggiornate nel tempo; dei suoi contenuti (una base tradizionale, un¿altra aggiornata nelle varie epoche); della percezione che di essa ebbe l'opinione pubblica, cioè, in primo luogo, i cittadini, destinatari di quell'immagine-messaggio.
I materiali da analizzare saranno tratti da banche-dati e raccolte esistenti, delle quali, a loro volta, si redigerà un accurato catalogo.

ERC: 
SH2_1
SH5_8
SH6_8
Innovatività: 

La ricerca ha carattere fortemente innovativo. Manca nella storiografia italiana una analisi di simile ambizione su un complesso di fonti così vasto. Le forme mutevoli dell'auto-rappresentazione delle istituzioni e in particolare dello Stato italiano offriranno l'opportunità di una riflessione sul succedersi di diverse modalità di rapporto tra Stato e società nazionale: dalla funzione pedagogica dello Stato immediatamente postunitario, guidato da élites ristrette secondo un disegno che mirava, "fatto lo Stato" a "fare gli italiani"; a quella più "interventista" dello Stato di fine Ottocento, tuttavia ancora di matrice "giacobina", nel senso di un uso del potere statuale allo scopo di plasmare la società "bambina"; a quella immanente dello Stato giolittiano, impegnato ormai in vere e proprie politiche pubbliche; a quella direttamente "statalista" del periodo della Grande Guerra (lo Stato nella mobilitazione bellica) e specialmente del fascismo, quando lo Stato diviene il fulcro di un vero e proprio disegno autoritario quando non direttamente totalitario. I cinegiornali LUCE (un ente creato dal regime appositamente per forgiare l'immagine fascista dello Stato) costituiscono un'ottima base di partenza per ricostruire questa immagine "marmorea" e autoritaria delle istituzioni nazionali.
Nel dopoguerra democratico i caratteri dello Stato sono mutati (in base al disegno della Costituzione del 1948) e di conseguenza si è modificata anche la sua auto-rappresentazione. Sono in questa direzione illuminanti i materiali degli archivi ENI e Cassa per il Mezzogiorno, attraverso i quali si delinea l'immagine di uno Stato impegnato nella ricostruzione e nella politica di sviluppo volta al controllo delle fonti dell'energia (ENI) e al riscatto del Mezzogiorno (Cassa). Ma anche le varie forme di rappresentazione attraverso le nuova serie dei cinegiornali LUCE del dopoguerra, quelle rilanciate dopo il 1953 dalla Rai attraverso l'unico canale televisivo, o anche le immagini dello Stato nelle sue varie articolazioni tradotte dai registi dei film del neorealismo e più tardi della commedia all'italiana.
Un particolare rilievo avranno, in questo contesto, le immagini direttamente girate nell'ambito della già citata recente ricerca co-diretta dal proponente sul tema "Gli uffici di diretta collaborazione in Italia. 1961-2018", attualmente reperibili nel sito dell'Istituto centrale degli archivi (ICAR), e base di un vero e proprio archivio audiovisivo dell'amministrazione italiana.

Codice Bando: 
1112831

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