All¿interno del dibattito scientifico circa i processi di incremento della sostenibilità urbana, si vuole comprendere come le componenti energetico-ambientali possano essere maggiormente integrate agli strumenti di pianificazione ordinaria, a livello locale. Il tema che si vuole affrontare richiama il rapporto che intercorre tra il fattore energetico e la pianificazione urbanistica, con l¿obiettivo di individuare possibili direttrici di integrazione e di convergenza tra le azioni di efficientamento energetico ¿quelle che agiscono sulle componenti fisiche, spaziali, compositive e tecnologiche, e quelle di valorizzazione delle dinamiche di inclusione sociale¿, e gli strumenti di pianificazione locale. La componente energetica come elemento trainante per un processo di sviluppo locale sostenibile necessità di essere assunta e raccordata ai processi di pianificazione urbana, al fine di determinare strategie, politiche e azioni efficaci e coerenti. In questo processo di integrazione strumenti di supporto alla presa di decisione in campo urbanistico ed energetico, come le mappature energetiche, possono conferire una dimensione spaziale alla questione energetica, fornire un mezzo di comprensione delle relazioni tra modelli urbani ed energetici, cogliere opportunità di sviluppo locale, individuare priorità di intervento, innescare percorsi di condivisione e inclusione. Sebbene tali strumenti stiano fiorendo nel panorama europeo ed internazionale, questi risultano ancora poco adottati a livello nazionale. Questo potrebbe essere imputabile alla scarsa consapevolezza circa la disponibilità e l¿utilità di tali strumenti, ma soprattutto alla difficoltà di accedere e trattare i dati energetici necessari alla loro produzione. La proposta ha come obiettivo quello di produrre un manuale metodologico utile a chiarire le caratteristiche, le finalità, le modalità di produzione e i dati necessari per agevolare l¿assunzione di questi strumenti da parte delle pubbliche amministrazioni.
Da anni particolare interesse viene posto alle pratiche, alle metodologie e agli strumenti di supporto alle scelte urbanistiche, al fine di raccordarle alle tematiche energetico-ambientali e innescare processi virtuosi. Tra questi figurano sicuramente quelle che oggi sono riconosciute come le mappature energetiche (van den Dobbelsteen, 2007). Queste tuttavia spesso si devono confrontare con una serie di problematiche e limiti che vanno dall¿inesperienza delle pubbliche amministrazioni, alla mancanza di consapevolezza nei confronti della disponibilità di queste metodologie o di personale adeguatamente competente a cui affidare tale incarico, la difficoltà nell¿acquisire i dati energetici e di trattarli, ma anche la mancanza di risorse finanziare con cui implementarle. Tuttavia, una ¿svolta¿ nel modello di pianificazione non è più rinviabile, si punta ad una pianificazione che sia realmente in grado di orientare e modificare il modello di sviluppo, ad una velocità confrontabile con quella dei processi in corso. Ambiente ed energia non possono più essere considerati settori, bensì componenti paradigmatiche di un diverso modello di sviluppo, basato sul basso impatto ambientale, su una forte composizione energetica innovativa, un appropriato dosaggio tecnologico, una grande capacità organizzativa, una capacità di proiezione sui tempi medio-lunghi. In questa prospettiva la possibilità di dotarsi di dispositivi di mappatura energetica e di simulazione dei comportamenti energetici urbani (attuali ma anche previsionali) risulta fondamentale per accrescere l¿integrazione tra dimensioni e ambiti decisionali (pianificazione spaziale ed energetica) e incrementare l¿efficacia delle politiche e strategie di transizione verso sistemi urbani sostenibili. L¿ingresso di figure intermedie nel mercato energetico come i prosumers e le comunità locali dell¿energia (COM/2016/0860; Hancher e Winters, 2017), i quali sfruttano i vantaggi della generazione distribuita dell¿energia, mostrano rilevanti prospettive di innovazione, grazie ad una maggiore capacità di ottenere il massimo rendimento dalle fonti energetiche rinnovabili e disponibili in maniera diffusa sul territorio e non altrimenti sfruttabili mediante i tradizionali sistemi di produzione su grande scala; di produrre energia elettrica/termica in assetto cogenerativo; di ridurre i costi energetici sia per l¿utente che per l¿economia generale; di migliorare la resilienza e la sicurezza dei sistemi energetici urbani; di ridurre le emissioni inquinanti; di incrementare l¿affidabilità, in termini di flessibilità e robustezza della rete. Per dar seguito e impulso a tali sistemi distributivi è necessario tuttavia poter capire il territorio e le aree urbane rispetto alle loro caratteristiche energetiche oltre che urbanistiche. In questo le mappature energetiche sembrano essere uno strumento fondamentale e altamente performativo. Spesso questi strumenti sono tuttavia frutto di sperimentazioni basate su casi studio specifici e di limitata condivisione ed esportazione, che li rende esperienze di nicchia non riproducibili e poco utili in un panorama europeo. Quello che è necessario è invece avviare un percorso di catalogazione, valutazione e codificazione, al fine di renderle utilizzabili in diversi contesti, zone climatiche, situazioni economiche e di competenza da parte delle autorità locali. In Italia ad esempio solo tre comuni si sono dotati di strumenti questo tipo, Firenze, un comune in seno alla costruzione del PAES Torri di Quartesolo (VI) e uno e a seguito della partecipazione ad un progetto Horizon 2020 Lecce. Questo a dimostrazione del fatto che le mappature energetiche siano ancora poco impiegate, poco conosciute, le metodologie poco codificate e trasferibili. I principali limiti sono sicuramente riscontrabili nella fase preliminare di costruzione di tali strumenti di supporto e visualizzazione spaziale della dimensione energetica: cioè nella comprensione delle banche dati necessarie, nella loro raccolta e trattazione (armonizzazione temporale e di scala, messa a sistema, attribuzione dei pesi relativi, ecc.). L¿innovazione di questa proposta risiede nella volontà di far chiarezza nel vasto panorama di strumenti ad oggi disponibili, confrontandoli rispetto ai loro obiettivi e caratteristiche, nonché ai dati impiegati da ciascuno. In letteratura non esistono ricerche che vadano ad analizzare sistematicamente le esperienze di mappatura energetica con l¿ambizione di fornire un manuale utile ad una loro maggiore diffusione. La ricerca si pone come obiettivo non solo quello di catalogare le tipologie di mappature energetiche, ma quello di comprenderne il grado di adozione nel panorama italiano, rispetto alla disponibilità di banche dati esistenti e adoperabili, alla difficoltà metodologia di produzione delle stesse.