Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_493230
Abstract: 

E' stato dimostrato che pazienti HIV positivi in successo virologico con terapia antiretrovirale mostrano livelli di HIV-1 DNA determinabili nei linfociti T CD4+ circolanti, a dimostrazione del fatto che la terapia antiretrovirale riduce il virus circolante plasmatico ma ha effetto limitato sulla forma cellulare. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che pazienti trattati per lungo tempo hanno più elevati livelli di virus difettivo, incapace di replicarsi, archiviato nei linfociti e nel tessuto del retto, rispetto a pazienti non trattati.
Dal momento che non ci sono marcatori che permettano di discriminare cellule alberganti virus "replication-competent" da quelle contenenti virus difettivo, la capacità replicativa di un virus archiviato può essere dimostrata solo mediante saggio di crescita virale.
Recentemente, uno studio ha dimostrato in vitro il ruolo dell' antigene CD32a (recettore per la porzione costante Fc delle immunoglobuline G) come marcatore di linfociti T CD4+ alberganti virus in grado di replicare (Descours B et al., Nature 2017).
L' obiettivo principale del presente progetto è quello di verificare "in vivo" se il CD32a possa rappresentare un marcatore prognostico di riattivazione del virus in diverse popolazioni di pazienti HIV+ rispondenti ad ARV ed in elite controller.
L' identificazione di tale marcatore potrebbe essere importante per direzionare in maniera più raffinata il bersaglio delle nuove terapie dirette contro i serbatoi del virus, vero ostacolo all' eradicazione dell' infezione. Inoltre, differenze di espressione di tale marcatore potrebbero aiutare i clinici nella scelta terapeutica: un' elevata espressione del CD32a in pazienti HIV+ sottoposti ad ARV potrebbe aiutare a selezionare pazienti in cui più facilmente si potrebbe osservare una riattivazione del virus, causa di fallimento terapeutico; un carico poco consistente di cellule CD32a+ invece, potrebbe direzionare il clinico verso la scelta di una semplificazione terapeutica.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_646530
sb_cp_es_94487
Innovatività: 

La terapia antiretrovirale (ARV) permette di controllare la replicazione virale riducendo il numero di copie di HIV RNA/ml al di sotto del limite di rilevabilità degli attuali saggi utilizzati per quantificarla. Tuttavia ad oggi non ci sono sistemi per poter eradicare il virus, che si integra nel genoma della cellula ospite stabilendo un reservoir di cellule latentemente infette dal quale, in assenza di terapia, il virus potrebbe riattivarsi e ricominciare a produrre nuovi virioni (Chun TW et al.,1997; Chun TW et al.,1999). La persistenza del virus in serbatoi virali rappresenta il maggiore ostacolo allo sviluppo di una cura in grado di eradicare l' infezione da HIV-1. Lo scopo delle future terapie antivirali sarà proprio quello di ridurre il carico di HIV-1 nel reservoir al fine di raggiungere una ARV-free remission¿ o una cura dell¿infezione.
Riteniamo che questo studio abbia una forte rilevanza poiché ci permetterà di chiarire il potenziale ruolo del CD32a come marcatore di cellule alberganti virus in grado di replicare che potrebbe direzionare in maniera ancora più raffinata il bersaglio delle nuove terapie dirette contro i serbatoi del virus. Inoltre ci permetterà di chiarire una possibile associazione con la presenza di viremia residua che nonostante la terapia efficace continua ad essere presente in alcuni pazienti.
L' elevato carico di cellule CD32a+ in pazienti HIV+ sottoposti ad ARV potrebbe aiutare a selezionare pazienti in cui più facilmente si potrebbe osservare una riattivazione del virus, causa di fallimento terapeutico; un carico poco consistente di cellule CD32a+ invece, potrebbe direzionare il clinico verso la scelta di una semplificazione terapeutica.

Codice Bando: 
493230
Keywords: 

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