Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2497093
Anno: 
2021
Abstract: 

La proposta di dedicare uno studio alla cattedrale di S. Maria di Vescovio in Sabina, principale polo religioso e politico della regione, nasce dalla constatazione che restano tuttora poco indagati importanti aspetti relativi alla stratificazione architettonica e all'esteso apparato decorativo pittorico dell'edificio. La sequenza degli interventi spazia dalla tarda età longobarda per giungere fino al primo Trecento, denotando una stretta relazione con altri monumenti del territorio (abbazia di Farfa, collegiata di Otricoli) ma anche con quelli della città di Roma, questi ultimi non ancora adeguatamente focalizzati. Nello stato degli studi si riscontrano pareri contrastanti sia nel caso del ciclo di affreschi con Storie testamentarie della navata, sia riguardo gli interventi architettonici del presbiterio altomedievale e le sue fasi di restauro romaniche. L'esigenza di programmare ulteriori indagini per cercare di risolvere o chiarire maggiormente, tali problematiche è alla base del presente progetto di ricerca, che si avvarrà del supporto di tecnologie avanzate quali il laser scanner Leica ScanStation P20, per il rilievo e la rappresentazione tridimensionale di monumenti, e l'AICON SmartScan, per la scansione di manufatti. Tale strumentazione, insieme ai relativi software informatici, è stata acquisita - tramite il finanziamento Medie e Grandi Attrezzature di Ateneo del 2014 e 2018 - dai Dipartimenti di Scienze dell'Antichità e di Storia dell'Arte e dello Spettacolo (oggi Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo). L'utilizzo di tali attrezzature consentirà di comprendere la forma della struttura, tramite una ricostruzione virtuale del monumento, la ricollocazione degli arredi scolpiti, per arrivare in sintesi a una ricostruzione oggettiva e scientificamente aggiornata della chiesa, insieme alle sue decorazioni e cicli pittorici; i risultati emersi dall'analisi autoptica verranno poi riversati in una pubblicazione monografica sull'edificio.

ERC: 
SH5_6
SH6_1
SH6_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3220773
sb_cp_is_3202579
sb_cp_is_3202608
sb_cp_is_3203050
sb_cp_is_3220535
sb_cp_es_460726
sb_cp_es_460725
Innovatività: 

Dal 2015, l'Università Sapienza di Roma ha realizzato il progetto 'La Forma del Monumento' (The Shape of Monuments) in collaborazione con Leica Geosystems per integrare le nuove tecnologie di documentazione tridimensionale con le metodologie tradizionali e testare il loro potenziale per lo studio dei resti antichi, in un'ottica collaborativa e interdisciplinare che favorisse lo scambio di competenze fra le discipline della Storia dell'arte e dell'Archeologia. Il Dipartimento di Studi Scienze dell'Antichità e quello di Storia dell'Arte e dello Spettacolo (poi confluito nel Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo) hanno esplorato le problematiche relative alla rappresentazione tridimensionale di monumenti e manufatti archeologici e artistici grazie all'acquisizione (tramite il finanziamento Medie e Grandi Attrezzature di Ateneo ottenuti nel 2014 e nel 2018) del laser scanner terrestre Leica ScanStation P20 e dell'AICON SmartScan per la scansione di manufatti mobili come litici, ceramiche ed epigrafi, così come di interi edifici. L'acquisto di tale strumentazione è andato a coprire tutta una casistica che un operatore dei beni culturali, storico dell'arte o archeologo, può trovarsi ad affrontare partendo da una grandezza macro come architetture, siti archeologici, per giungere a una dimensione micro come reperti archeologici, ceramica, grande e piccola plastica, rilievi e pitture. Il lavoro svolto, fin dal 2015, in collaborazione con la Leica/Hexagon ha permesso a un gruppo di giovani ricercatori di varie discipline della Storia dell'arte e dell'Archeologia di approcciarsi a nuovi strumenti di rilievo e acquisizione seguendo tre linee principali di ricerca: la standardizzazione delle rappresentazioni grafiche, l'uso del 3D nello studio dei beni culturali e la formazione tecnologica degli operatori; le attività sviluppate con lo scanner P20 nell'ambito del progetto si sono concretizzate in molti cantieri di ricerca e sono in parte state pubblicate.
Tradizionalmente gli oggetti della ricerca umanistica vengono documentati tramite procedure di fotografia e di disegno manuale, ed è ormai consuetudine ampliamente rispettata la digitalizzazione di questi prodotti attraverso scansioni o vettorializzazioni. In queste attività il manufatto di qualsiasi dimensione dal monumento al singolo oggetto, frammento ceramico o plastica scultorea che sia, viene restituito attraverso tecniche di proiezione ortogonale scegliendo le 'viste' che, a giudizio dell'operatore, sono necessarie e sufficienti a rappresentare correttamente la sua forma e la sua eventuale decorazione. Il limite di queste attività, oltre alla incompletezza delle informazioni registrate, risiede nella eccessiva soggettivizzazione del procedimento di documentazione: la 'capacità' del disegnatore e del fotografo 'fanno' l'oggetto.
L'uso delle nuove tecnologie 3D di rilievo e l'estremo dettaglio che queste consentono, e l'accoppiamento tra superfici modellate e immagini fotografiche ad alta risoluzione, rendono anche l'idea del potenziale documentale, sia in relazione alla rappresentazione del manufatto nelle condizioni al momento del rilievo, sia per i possibili progetti di restauro e integrazione, virtuale o effettiva che sia.
L'uso del 3D, ovvero la rappresentazione in tre dimensioni, e con alto grado di precisione, offre ai ricercatori l'opportunità di verificare, confrontare, accostare tra loro volumi, non solo disegni bidimensionali. Questo processo significa maggiore comprensione della forma della struttura e dell'oggetto consentendo inoltre una ricostruzione virtuale di monumenti, ricollocazione di decorazioni architettoniche e plastiche, ricontestualizzazione degli arredi; si tratta in questo caso solo di alcuni esempi di elaborazioni che, a partire dalle forme volumetriche e dalle superfici di corrispondenza, possono essere avviate.
La ricostruzione virtuale di edifici, complessi scultorei, e quant'altro, trova un terreno ideale di applicazione, anche considerando le possibilità di modellazione fisica dei soggetti tramite stampanti 3D, e il nuovo impulso che la ricostruzione plastica in scala di edifici, ambienti ed oggetti avrebbe in connubio con la rappresentazione micrometrica dei loro resti originali.
Nel caso specifico della cattedrale di Vescovio tale strumentazione sarebbe particolarmente utile per ricomporre i diversi momenti costruttivi che hanno caratterizzato la storia secolare del monumento, dall'età altomedievale a quella gotica, insieme ai suoi arredi scultorei e alle sue decorazioni pittoriche, appartenenti a epoche storiche diversificate, offrendo in sintesi una ricostruzione oggettiva e scientificamente aggiornata dell'edificio religioso insieme ai suoi annessi, che integrata con i dati ottenuti dalla ulteriore ricerca sulle fonti documentarie archivistiche, grafiche e fotografiche nonché sulla documentazione dei restauri, offrirebbe un quadro del tutto inedito dell'intero complesso architettonico.

Codice Bando: 
2497093

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma