Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2133924
Anno: 
2020
Abstract: 

Il tumore del testicolo rappresenta la neoplasia maligna più frequente nei maschi di età compresa tra i 15 e i 40 anni, con un'incidenza in aumento in Europa e 2200 nuovi casi previsti nel 2020 in Italia. L'impiego sempre più diffuso dell'ecografia testicolare come metodica di primo livello nello studio della gonade maschile ha determinato il riscontro incidentale di un elevato numero di lesioni testicolari solide, altrimenti silenti, che rendono necessaria un'accurata diagnosi differenziale.
Sebbene il testicolo sia stato a lungo considerato un ambiente precluso al sistema immunitario, in virtù della sua qualità di santuario immunologico, esso è dotato di un'efficiente immunità innata e di sofisticati meccanismi di tolleranza al self. Tuttavia, in seguito alla rottura della barriera emato-testicolare, la neoplasia si ritrova a diretto contatto con il sistema immunitario: ciò si traduce nella frequente infiltrazione leucocitaria da parte di linfociti (T-helper, T-citotossici e T-regolatori, linfociti B e cellule NK), macrofagi e cellule dendritiche. Ciò consente al sistema immunitario, attraverso vie di segnale come PD-1/PD-L1 e FasR-FasL di influenzare la storia naturale del tumore e modificarne progressione e prognosi.
Il presente studio si propone di caratterizzare i leucociti seminali in pazienti con lesione solida testicolare quale possibile nuovo biomarcatore del tumore del testicolo. Tale scopo verrà raggiunto mediante l'analisi in citofluorimetria a flusso di campioni di liquido seminale di pazienti candidati a chirurgia testicolare, confrontati con soggetti in follow-up per lesioni testicolari solide a comportamento benigno e con soggetti sani di riferimento, al fine di caratterizzarne le differenti sottopopolazioni leucocitarie.

ERC: 
LS6_4
LS6_3
LS7_3
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2698929
sb_cp_is_2879760
Innovatività: 

Gli uomini che presentano una lesione testicolare solida palpabile hanno una probabilità di essere affetti da TGCTs superiore al 90% (La Rocca et al. 2019); in ragione di ciò l'orchiectomia radicale rappresenta ancora oggi la terapia standard nella gestione dei pazienti con sospetto tumore del testicolo, sebbene si associ a complicanze quali infertilità, ridotta qualità di vita e deficit endocrini che possono richiedere terapia androgenica sostitutiva (Xiao et al. 2018). In questo contesto, il crescente ricorso all'esame ecografico testicolare, nel contesto di accertamenti per la fertilità e di campagne di screening andrologico, ha condotto ad un sempre maggior rilevamento di lesioni solide testicolari non palpabili, altrimenti silenti, di natura benigna nel 30-40% dei casi (Isidori et al. 2014).
Risulta pertanto prioritario ricercare marcatori sempre più specifici nel distinguere la lesione benigna da quella maligna, meritevole di approccio chirurgico radicale.
Non è possibile identificare in maniera attendibile i leucociti con le comuni tecniche di colorazione del liquido seminale (Wolff 1995). Nell'esame routinario i leucociti vengono identificati mediante analisi morfologica, che tuttavia può facilmente confondere i polimorfonucleati con gli spermatidi multinucleati, e la distinzione è basata sulle dimensioni nucleari (Johanisson et al. 2000). L'analisi dell'attività perossidasica mediante o-toluidina viene talvolta utilizzata come tecnica di secondo livello, ma ha il forte svantaggio di non individuare i polimorfonucleati attivati che hanno rilasciato i loro granuli e altri tipi di leucociti come linfociti T e B, monociti/macrofagi, cellule dendritiche, ecc., che non contengono perossidasi (WHO laboratory manual for the examination and processing of human semen, 2010), e che rappresentano le popolazioni maggiormente coinvolte nella immuno-regolazione e nella sorveglianza tumorale. Tali popolazioni possono invece essere individuate, e distinte dalle cellule germinali, mediante metodiche immunocitochimiche, come la colorazione per l'antigene pan-leucocitario CD45 (Eggert-Kruse et al. 1992): tale metodica non è tuttavia impiegata nella pratica clinica per il maggior costo, per l'impossibilità di distinguere le varie sottopopolazioni per la mancanza di standardizzazione e range di riferimento (Aitken et al. 1995).
L'innovatività del presente progetto è rappresentata dal valutare un possibile biomarcatore di TGCTs nella ricerca di leucociti seminali associati a malignità, in grado di dare al clinico un nuovo strumento con il fine di identificare, con sempre maggior precisione, il paziente candidato a follow-up o ad una chirurgia "organ sparing", attualmente riservata a limitati casi di monorchidia e di lesioni multiple metacrone o sincrone, e che potrebbe rappresentare una valida alternativa all'orchiectomia radicale nelle lesioni testicolari sospette per benignità, con preservazione della spermatogenesi e della funzione endocrina testicolare di questi pazienti (Xiao et al. 2018).
In prospettiva futura il progetto potrebbe ampliare la propria casistica per approfondire eventuali risposte immunitarie differenziali in funzione della tipologia di TGCTs. L'indagine di una "firma" molecolare leucocitaria potrà essere integrata mediante lo studio in citofluorimetria degli mRNA e dell'espressione proteica delle varie sottopopolazioni all'interno della singola cellula (single cell mRNA analysis). Sarà inoltre possibile seguire longitudinalmente i pazienti operati per TGCTs per valutare i tassi di recidiva e/o la risposta a chemio e radioterapia per esplorare il potenziale predittivo del sistema immunitario nella risposta al trattamento.

Codice Bando: 
2133924

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