
L'emicrania è una cefalea primaria di grande impatto clinico la cui fisiopatologia e le cause di cronicizzazione ad oggi non sono ancora state chiarite. Diversi Autori ipotizzano che la progressione dell'emicrania possa essere la conseguenza di un processo di facilitazione del dolore correlato alla ripetizione degli attacchi, che va sotto il nome di sensibilizzazione centrale. Alcuni Autori hanno ipotizzato un coinvolgimento del ferro nel processo di cronicizzazione della cefalea suggerendo che un accumulo di tale metallo a livello cerebrale potesse determinare una disregolazione della modulazione nocicettiva nei soggetti emicranici. La presenza di depositi di ferro a livello cerebrale è stata descritta anche in alcune patologie neurodegenerative e autoimmuni come la sclerosi multipla dove la presenza di depositi di ferro è stata correlata con anomalie dello scarico venoso intra ed extracranico. Anomalie del sistema venoso intracranico sono state recentemente descritte anche nei pazienti affetti da emicrania cronica .In relazione ai dati riportati in letteratura, è possibile ipotizzare che una ipertensione venosa centrale dovuta ad anomalie venose intracraniche possa favorire la deposizione di ferro a livello cerebrale e che questo possa stimolare il mantenimento dell'infiammazione neurogenica sterile alla base dell¿attacco emicranico con conseguente aumento della frequenza e durata degli attacchi cefalalgici.
Lo scopo dello studio è quello di studiare pazienti con emicrania episodica e cronica con esame di risonanza magnetica cerebrale ed Eco-color-doppler transcranico ed extracranico per valutare la presenza di depositi cerebrali di ferro e le anomalie venose intracraniche. L'obiettivo è quello di valutare se esistono correlazioni tra la presenza di depositi di ferro con la presenza di anomalie dei vasi venosi intracranici e se entrambi questi fattori possono avere un ruolo nel meccanismo di cronicizzazione dell'emicrania.
Il reperto di anomalie venose strutturali o anche funzionali occorre spesso nella popolazione emicranica, anche se allo stato attuale non vi sono dati che permettano di stabilire se tali anomalie abbiano un ruolo nei processi fisiopatologici di cronicizzazione di emicrania. Precedenti studi che non hanno mostrato alcun ruolo delle anomalie venose, hanno però il limite di essere principalmente studi trasversali e pertanto non hanno focalizzato l'attenzione sul ruolo a lungo termine delle alterazioni venose. Un recente studio del nostro gruppo, per la prima volta, ha evidenziato come tali anomalie siamo molto più frequenti nelle forme a bassa frequenza nei pazienti con breve durata di malattia e nelle forme croniche nei pazienti con lunga durata di malattia, mentre sono rare nelle forme episodiche dopo molti anni di malattia. Questo dato suggerisce che le anomalie venose possano essere un fattore di rischio di cronicizzazione che nel tempo produce un peggioramento della malattia emicranica, facilitando la cronicizzazione rispetto ai pazienti in cui tali anomalie non sono presenti (16,17).
La ricerca del ferro in tali pazienti potrebbe rappresentare un biomarker di malattia indice del ruolo di tali anomalie venose il cui contributo sulla cronicizzazione dell'emicrania rimane dubbio e non misurabile. Nell'integrazione di quest'anno del progetto già iniziato lo scorso anno (e attualmente in fase di svolgimento) proponiamo l'uso di una nuova sequenza per la ricerca del ferro che è stata messa a punto dalla Dr.ssa Alessandra Stella Caporale, afferente del gruppo della Dr.ssa Silvia Capuani (Dipartimento di Fisica Sapienza Università di Roma), nel corso dell'ultimo anno e applicata per la prima volta sui soggetti umani (13).
16 Funct Neurol 2016;31(2):81
17 Funct Neurol 2016;31(2):65