La gastrite atrofica autoimmune (GAA) è una patologia cronica organo-specifica caratterizzata dalla perdita totale o subtotale della mucosa ossintica. Si ipotizza che l'atrofia gastrica sia il risultato dell¿infiammazione persistente a carico della mucosa ossintica dovuta ad una complessa interazione tra cellule T ed anticorpi anti-cellule parietali (APCA). Gli APCA sono delle immunoglobuline della classe IgG dirette contro la pompa protonica transmembrana H+/K+ ATPasi dipendente delle cellule parietali della mucosa ossintica. Fin dalla loro scoperta, gli APCA sono stati considerati un marcatore sierologico della GAA e talvolta erroneamente utilizzati come unico criterio diagnostico per questa patologia la cui diagnosi dovrebbe sempre essere basata su criteri istologici. Come mostrato in uno studio recentemente pubblicato dal proponente, la negatività degli APCA alla diagnosi è presente in circa il 20% dei pazienti con GAA ed è più frequente in pazienti di età > 50 anni. Attualmente non vi sono dati in letteratura circa il trend degli APCA nel medio-lungo termine e pertanto l'obiettivo principale di questo studio prospettico è quello di valutare la possibile variazione del valore circolante degli APCA, la persistenza/scomparsa di tali anticorpi al follow-up rispetto al momento della diagnosi e la possibile associazione tra il trend APCA e la progressione del danno istologico a livello della mucosa gastrica, in una coorte di pazienti con nota GAA (gruppo 1: pazienti di età >50 anni; gruppo2: pazienti di età
La GAA è una condizione cronica immuno-mediata che per anni è stata associata esclusivamente all'insorgenza dell'anemia perniciosa e dell'anemia sideropenica trascurando di frequente il suo potenziale neoplastico. Dal momento in cui la GAA è stata inclusa nelle linee guida europee per la gestione delle lesioni precancerose gastriche (2019) e quindi è stata riconosciuta essere un'importante condizione precancerosa da diagnosticare e da sorvegliare nel tempo, è divenuta una patologia di crescente interesse scientifico. I meccanismi patogenetici alla base della GAA non sono ancora del tutto noti ma si pensa che l'infiammazione cronica e persistente a carico della mucosa gastrica, caratterizzata dall'interazione di cellule T e di anticorpi quali gli APCA, sia alla base del tipico danno istologico riscontrato nella mucosa gastrica di questi pazienti. Di recente il proponente e il suo gruppo di ricerca hanno dimostrato per la prima volta come gli APCA, considerati marcatori sierologici specifici per tale patologia, siano frequentemente assenti al momento della diagnosi istologica di GAA nei pazienti di età superiore a 50 anni rispetto a soggetti più giovani, dato, che potrebbe essere spiegato dall'esaurimento della risposta immunitaria nel tempo. Tuttavia, tale studio era di natura retrospettiva e prendeva in considerazione esclusivamente la positività/negatività degli APCA alla diagnosi di GAA; tale risultato necessita pertanto di uno studio prospettico di conferma. L'obiettivo di questo progetto di ricerca è pertanto quello di analizzare prospetticamente la progressione nel tempo (T0=diagnosi; T1=follow-up) di questa patologia correlando l'andamento della concentrazione degli APCA con le caratteristiche istologiche della mucosa gastrica di pazienti con GAA di età superiore o inferiore a 50 anni con APCA risultati positivi o negativi al momento della diagnosi istologica di GAA. La possibile variazione di concentrazione degli APCA nel tempo e la sua eventuale associazione con il danno istologico, non è stata mai documentata prima d'ora e potrebbe avere un importante impatto nella pratica clinica qualora si confermasse l'ipotesi che gli APCA si negativizzino nel tempo e, in particolare nei pazienti più anziani come è stato dimostrato anche per altre patologie autoimmunitarie. Questo dato porterebbe a rafforzare l'idea che la diagnosi di GAA debba basarsi sull'esame istologico delle biopsie gastriche in associazione alla presenza di APCA e non esclusivamente sulla sierologia (APCA), utilizzata erroneamente spesso come unico criterio diagnostico nei diversi studi presenti in letteratura. Infatti, se i risultati di questo studio confermassero le ipotesi sopradette, si dovrebbe utilizzare una maggiore cautela nell'utilizzo degli APCA come soli test diagnostici per GAA in particolare negli individui di età superiore a 50 anni, fascia di età inoltre più colpita da tale patologia e a maggior rischio di evoluzione neoplastica, in cui una mancata diagnosi potrebbe avere un rilevante impatto clinico negativo.
Questo progetto verrà svolto in un centro universitario di Gastroenterologia, centro di riferimento per la GAA di cui è titolare il Prof. Bruno Annibale. Pertanto, per lo svolgimento del presente progetto, il proponente si potrà avvalere sia della pluriennale esperienza scientifica consolidata di un gruppo di ricerca presso un centro universitario per la gastrite autoimmune, che ha portato a numerose pubblicazioni in questo settore scientifico specifico e che è stato finanziato dall'Università Sapienza negli ultimi 20 anni sia della lunga esperienza di endoscopisti specializzati nel campo delle lesioni gastriche pre-neoplastiche e neoplastiche. Inoltre, i kit per i test ELISA degli APCA verranno forniti dalla società americana Inova Diagnostics con cui il proponente e il suo gruppo di ricerca collabora da numerosi anni.