Negli ultimi anni le tecniche di riproduzione medicalmente-assistita (PMA) stanno diventando una possibile opzione per il trattamento delle pazienti infertili affette da endometriosi. Tuttavia la stimolazione ormonale utilizzata in PMA può esporre le pazienti ad alcuni specifici rischi correlati all'endometriosi, quali ad esempio la progressione o la recidiva di malattia durante o subito dopo il trattamento. Infatti la produzione di estrogeni, che gioca un ruolo cruciale nella progressione dell'endometriosi, raggiunge durante la stimolazione ovarica livelli circa 10 volte più alti rispetto alla produzione di estrogeni di un ciclo naturale (Vercellini 2014, Macklon 2006). Le evidenze della letteratura in merito sono scarse e contrastanti, come insufficienti sono gli studi sulla valutazione dei noduli di endometriosi profonda nelle pazienti candidate a PMA. Nonostante evidenze della letteratura abbiano dimostrato come i noduli di endometriosi profonda siano estremamente sensibili agli estrogeni rispetto ad altre forme della patologia (Vercellini 2016), al momento non ci sono studi che abbiano valutato l'impatto della stimolazione ormonale sulla DIE. Il presente progetto si propone pertanto di valutare se nelle pazienti con DIE l'induzione dell'ovulazione possa avere un impatto sulle dimensioni delle lesioni e sulla sintomatologia dolorosa, in modo da poter fornire importanti indicazioni sulla gestione di queste pazienti.
Il progetto qui proposto rappresenta una possibile novità nell'ambito della gestione delle pazienti con endometriosi profonda che devono affrontare una procedura di PMA. L'endometriosi rappresenta una delle indicazioni più frequenti alla FIVET e sebbene molti lavori abbiano valutato l' impatto della stimolazione ormonale sugli endometriomi non vi sono invece dati in merito alle modificazioni delle lesioni di endometriosi profonda nelle pazienti infertili sottoposte a stimolazione ormonale. In letteratura uno studio condotto da Benaglia et al nel 2011 ha valutato le modificazioni della sintomatologia dolorosa in nove pazienti con DIE prima della stimolazione ormonale e 3-6 mesi dopo la stimolazione in caso di fallimento. Tuttavia nessuno studio ha valutato in modo prospettico le modificazioni dei noduli di endometriosi profonda, durante la stimolazione ormonale, al momento del trigger al termine della stimolazione, al momento del pick-up ovocitario, e 15 giorni dopo l'ET. In letteratura vi è un solo studio retrospettivo (Berlanda 2019) che ha analizzato l`impatto della FIVET sulla endometriosi profonda, analizzando però come outcome primario l'insorgenza di complicanze. L'analisi condotta retrospettivamente su sessanta pazienti con endometriosi profonda ha documentato una percentuale dell'1.7% di complicanze, una percentuale simile a quella riportata per la progressione dell'endometriosi nelle pazienti che non si sottopongono alla stimolazione ormonale. Pertanto il presente progetto è il primo che si pone come obiettivo primario quello di analizzare in modo prospettico le modificazioni delle dimensioni dei noduli di endometriosi profonda durante tutto il percorso di PMA seguendo la paziente in modo continuativo fino a tre mesi dopo la stimolazione in caso di fallimento della tecnica di PMA. Lo studio inoltre analizzerà se e come il dolore pelvico di queste pazienti insorgerà o avrà delle modificazioni.
Obiettivo secondario del nostro progetto sarà la valutazione dell'impatto dell' endometriosi profonda sulle complicanze e sugli esiti della PMA nelle pazienti arruolate. Pochi studi in letteratura hanno valutato gli outcomes della PMA in pazienti con endometriosi. Ashrafi et al nel 2018 hanno dimostrato come il numero di ovociti MII in pazienti con endometriosi profonda isolata o associata all¿ endometrioma fosse più' basso rispetto al gruppo di controllo. Le pazienti con endometrioma e DIE avevano infatti bisogno di un dosaggio di gonadotropine più alto per la stimolazione ovarica rispetto al gruppo di controllo (p
L'induzione dell'ovulazione in caso di endometriosi profonda può quindi risultare un passaggio complesso nel processo della FIVET, essendo un bilancio delicato tra induzione dell'ovulazione più aggressiva (in termini di dosaggio di gonadotropine somministrate) per ottenere un numero adeguato di ovociti, ed un rischio di possibile modificazione, progressione o recidiva dell'endometriosi. In letteratura non è presente nessuno studio su questo argomento. Pertanto, questo progetto sembra essere innovativo, e potrebbe portare ad un reale avanzamento delle conoscenze in uno dei campi più discussi della Medicina della Riproduzione.