Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2602550
Anno: 
2021
Abstract: 

Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) è il più frequente disturbo alimentare, per il quale mancano terapie efficaci e sicure. Inoltre, le conoscenze dei meccanismi cellulari coinvolti nel BED sono ancora molto scarse e, quindi, sono necessari nuovi studi volti a chiarirli, allo scopo di identificare possibili bersagli farmacologici. In questo contesto, le cellule gliali rappresentano un target di studio promettente e scarsamente esplorato. Esse, infatti, esercitano un ruolo chiave nel mantenimento dell'omeostasi cerebrale, nella regolazione della neurotrasmissione e della plasticità sinaptica e, proprio per la varietà e importanza delle funzioni svolte, sono state implicate in innumerevoli disturbi del sistema nervoso centrale. Nonostante ciò, sono poche le conoscenze sulle alterazioni gliali nel contesto del BED. La dimostrata presenza di neuroinfiammazione in condizioni di obesità, unitamente alla documentata capacità degli astrociti di percepire nutrienti e ormoni circolanti, e di rispondere di conseguenza, spingono ad approfondire il ruolo delle cellule gliali nel BED. Usando un modello animale sviluppato in ratto, ampiamente validato, mi prefiggo di effettuare indagini biochimiche e molecolari per meglio comprendere le basi neurobiologiche del BED, con particolare attenzione alle possibili modifiche morfo-funzionali di astrociti e microglia, e il loro impatto sulla funzionalità della sinapsi e sulla neurotrasmissione. Sarà inoltre valutata la presenza o meno di reattività gliale e di neuroinfiammazione. Le aree cerebrali studiate saranno quelle che sono maggiormente implicate nella regolazione omeostatica (ipotalamo) e edonica (circuito della gratificazione) della nutrizione. I risultati amplieranno le conoscenze attuali sulla neurobiologia del BED, e saranno tra i primi a chiarire il ruolo delle cellule gliali.

ERC: 
LS5_6
LS5_1
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3361539
Innovatività: 

Il BED è stato riconosciuto come un distinto disturbo neuropsichiatrico, con una propria diagnosi, da meno di dieci anni. Pertanto, le conoscenze circa la sua eziopatogenesi sono limitate. Gli studi condotti finora si sono concentrati quasi esclusivamente su alterazioni di alcuni circuiti neuronali, tralasciando il ruolo delle cellule gliali per le quali, solo molto di recente, sono state riconosciute funzioni essenziali per il benessere del tessuto cerebrale e per la neurotrasmissione. Il progetto proposto ha quindi un'alta innovatività in quanto è volto a chiarire il ruolo esercitato dalle cellule gliali, soprattutto astrociti e microglia, nel BED. Ad oggi, infatti, non è stato pubblicato nessuno studio che abbia caratterizzato queste cellule in modelli di BED. I risultati del progetto proposto, quindi, consentiranno una migliore comprensione delle basi molecolari che sottendono all'assunzione compulsiva di cibo. Tale avanzamento delle conoscenze è assolutamente necessario, visto il grande impatto clinico, sociale ed economico dei disturbi alimentari.

Secondo il Global Nutrition Report 2018 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, i disturbi della condotta alimentare rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria dei paesi industrializzati [38, 39]. L'esposizione a cibi altamente gustosi e calorici favorisce abitudini alimentari sbagliate e stili di vita malsani che possono portare a squilibri nutrizionali ed abitudini alimentari errate. I meccanismi cerebrali implicati in queste disregolazioni sono ancora scarsamente noti. Abbuffate frequenti possono portare a sviluppare sovrappeso e obesità che rappresentano importanti fattori di rischio per molte malattie croniche fatali. Questo quadro è inoltre aggravato dalle frequenti comorbidità psichiatriche associate ai disturbi della condotta alimentare, rendendo più che mai urgente la completa comprensione dei meccanismi neurobiologi per rendere possibile l'individuazione di strumenti terapeutici efficaci e dotati di un profilo di tollerabilità superiore a quello dei pochi farmaci che sono, ad oggi, prescritti per tali disturbi.
I risultati dello studio proposto hanno la potenzialità di indicare nuovi bersagli per lo sviluppo di nuovi farmaci e, per tale ragione, il progetto è assolutamente innovativo.
Il progetto ha, inoltre, un alto valore traslazionale perché contribuendo a chiarire i meccanismi molecolari coinvolti nel BED potrebbe consentire l'identificazione di soggetti a rischio di mostrare un episodio di abbuffata.
I beneficiari principali della nuova conoscenza generata saranno non solo le industrie farmaceutiche interessate allo sviluppo di nuovi strumenti terapeutici per il trattamento del BED, ma soprattutto i cittadini, gli utenti dei servizi sanitari ed i pazienti affetti da tale disturbo.

Codice Bando: 
2602550

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