Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1773556
Anno: 
2019
Abstract: 

Gli aspetti di natura successoria condizionano, da sempre, le scelte di coloro che si trovano a dover pianificare i propri interessi per il tempo in cui avranno cessato di vivere, nonché di coloro che subentrano nella situazione giuridica degli stessi, sia a titolo particolare che universale.
Uno degli aspetti più delicati attiene sicuramente ai possibili contrasti che possono sorgere tra gli istituiti a seguito dell'apertura della successione ereditaria, e dunque alla risoluzione degli stessi.
Di notevole impatto potrebbe essere il pacifico riconoscimento della validità della clausola arbitrale testamentaria, sino ad oggi oggetto di scarsa attenzione sia in dottrina che in giurisprudenza.
Al di là di poche ricostruzioni e pronunce sul punto, infatti, non si è riusciti a cogliere la rilevanza e l'impatto, sia sociale che giuridico, che tale clausola andrebbe a rivestire. Maggiore rispetto delle ultime volontà del testatore; maggiore garanzia per il de cuius di dare applicazione alle proprie disposizioni testamentarie; maggiore equità nel dirimere le controversie tra gli istituiti; maggiore celerità nella risoluzione delle controversie; riduzione dei carichi pendenti dinanzi al giudice togato; sono solo alcuni degli aspetti positivi ricollegabili alla clausola in oggetto.
Muovendo dalla scarsa attenzione della dottrina e dalla mancanza di una chiara e univoca posizione giurisprudenziale, attraverso un'attenta valutazione degli interessi in gioco, si tenterà, con tale ricerca, di proporre soluzioni nuove, che possano rappresentare - auspicabilmente - un punto di partenza nell'ottica del riconoscimento di una sempre più ampia autonomia dispositiva in capo al de cuius.

ERC: 
SH2_4
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2262419
Innovatività: 

La ricerca in oggetto, come si è già avuto modo di sottolineare, ambisce a mettere ordine all'interno del particolare fenomeno successorio rappresentato. Ad oggi, infatti, non solo non vi è univocità di vedute circa la possibilità di apporre una simile clausola all'interno del testamento, ma vi è ambiguità anche con riferimento alla natura della stessa. Nello specifico, ciò che occorre comprendere è se il testatore possa o meno apporre la clausola compromissoria ovvero la clausola arbitrale. Le conseguenze per gli istituiti, nei due casi indicati, sarebbero in effetti differenti. Nel primo caso, il testatore andrebbe direttamente ad incidere nella sfera giuridica degli istituiti, con possibilità di spingersi sino al punto della individuazione del Collegio arbitrale, e dunque dando piena estrinsecazione alle proprie ultime volontà; di contro, nel secondo caso, il testatore potrebbe esclusivamente imporre agli istituiti la conclusione del negozio compromissorio.
Come emerge chiaramente, dunque, dalla questione appena rappresentata dipende l'estensione dell'autonomia del testatore, e dunque una più o meno ampia manifestazione delle sue ultime volontà.
Occorre chiarire, altresì, che l'analisi della clausola arbitrale deve muovere dalla consapevolezza dell'utilità pratica della stessa, nonché dalle potenzialità ad essa attribuibili.
Non vanno affatto trascurati i benefici che una tale pacifica previsione potrebbe apportare, sia agli interessi degli istituiti e alle volontà del testatore, sia alla realtà del contenzioso giudiziario.
L'istituto dell'arbitrato, infatti, garantendo la celerità del giudizio, e riducendo al contempo il carico del contenzioso sottoposto alla cognizione dei Tribunali, rappresenta uno strumento di indubbia utilità sociale, garantendo pertanto una maggiore efficienza al sistema giudiziario nel suo complesso. Si può pertanto affermare che lo stesso, oltre a rispondere a un interesse di natura privata, persegua altresì un interesse collettivo.
Tale rilievo può addirittura ritenersi amplificato laddove tale strumento venga utilizzato per dirimere una controversia di carattere familiare, e per ciò stesso caratterizzata da peculiarità estranee ad altri ambiti.
Non va poi dimenticato che, a differenza della giustizia ordinaria, la giustizia esercitata per il tramite della procedura arbitrale risulta maggiormente idonea ad assicurare l'equità della specifica fattispecie. L'arbitro, infatti, può tenere conto di elementi di natura morale o etica, sconosciuti al magistrato e dunque non valutabili, che potrebbero risultare invero fondamentali per definire una determinata controversia in maniera equanime.
In altri termini, l'arbitro è in grado di comporre con maggiore celerità ed equità la controversia familiare. Ciò risulta altresì amplificato nel caso in cui l'arbitro sia scelto direttamente dal testatore, e magari possa vantare una pregressa conoscenza dei fatti oggetto della lite tra le parti o le volontà del de cuius, che, al contrario, il giudice ordinario né conosce né dovrebbe conoscere.
Va da ultimo sottolineato come la clausola in esame, soprattutto in ottica di un ripensamento generale della legittima e della entità della stessa, giochi assolutamente un ruolo fondamentale. Si rammenta, infatti, che la tesi maggioritaria propende per l'applicazione di tale clausola solo ed esclusivamente nel rispetto della quota disponibile. Diminuendo quest'ultima, andrebbe conseguentemente aumentandosi il campo di applicazione della clausola, l'autonomia del testatore, la cognizione dell'arbitro e dunque l'equità in generale nella risoluzione di controversie di natura ereditaria.
Con tale ricerca, dunque, troveranno approfondimento tutta una serie di questioni tecnico-giuridiche e valutazioni di opportunità con riferimento a un particolare aspetto del diritto successorio e processuale non ancora opportunamente approfondito. Se la dottrina, da parte sua, risulta ancora troppo scarna e poco attenta alla questione in esame, la giurisprudenza, per via della poca chiarezza sul tema - il che, probabilmente, porta il testatore a essere molto cauto in fase di predisposizione del testamento, e di qui le poche pronunce giurisprudenziali - non ha ancora avuto modo di assumere una posizione certa, stabile e proiettata verso il riconoscimento di una sempre maggiore e auspicabile autonomia del testatore.
Queste, dunque, le principali questioni che ci si prefigge di affrontare. Attraverso un costante e scrupoloso monitoraggio dell'evoluzione normativa e giurisprudenziale si perseguirà, dunque, l'obiettivo di apportare un concreto ed energico contributo al tema oggetto della ricerca.

Codice Bando: 
1773556

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