Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2797459
Anno: 
2021
Abstract: 

La ricerca condotta durante il lavoro di dottorato in archeologia post-classica sul territorio alto-laziale, compreso tra i comuni di Tarquinia e di Civitavecchia, ha evidenziato diverse prospettive d'indagine sull'area mediante l'impiego di nuovi strumenti per il telerilevamento aereo in contesti archeologicamente sensibili. In particolare, nelle indagini archeologiche di superficie, si è posta l'attenzione sulla possibilità di sfruttare un piccolo strumento aereo in grado di leggere la firma spettarle di ciascun elemento. Acquisendo tale dato è possibile riconoscere l'identità di ciascun elemento in maniera univoca. Tale capacità, sino ad ora applicata in ambito archeologico solo per l'analisi dei rivestimenti o di manufatti di piccole dimensioni, può essere sperimentata anche nell'ambito delle indagini territoriali condotte in contesti già parzialmente noti, che presentano una ricorrenza nei materiali da costruzione impiegati. In tal modo, sarebbe possibile dare una prima lettura e interpretazione a contesti e settori non ancora interessati dall¿attività di scavo. L'obbiettivo del progetto è di fatto, lo sviluppo e l'integrazione di una micro-camera in grado di leggere le misurazioni colorimetriche e fotometriche degli oggetti fotografati, normalmente invisibili anche da una fotocamera digitale ad uso professionale, su un mezzo a pilotaggio remoto della classe very light maneggevole e facilmente trasportabile, funzionale per le indagini infra ed extra sito

ERC: 
SH6_3
SH1_11
PE4_2
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3574121
sb_cp_is_3573587
Innovatività: 

La presente ricerca intende sviluppare e testare un metodo di telerilevamento aereo basato su un nuovo uso delle tecniche colorimetriche e radiometriche. L'applicazione di tali sistemi di analisi, pur non essendo totalmente estranea alla disciplina archeologica, risulta ancora un metodo in piena fase di sperimentazione che tuttavia non ha ancora trovato una direzione di rilievo in ambito archeologico. Infatti, l'ingegnerizzazione del prototipo proposto e la sua sperimentazione in differenti contesti archeologici, mira ad un avanzamento della ricerca nelle potenziali applicazioni delle analisi di tipo colorimetrico e radiometrico nel settore di ricerca specifico. Poter riconoscere in maniera veloce le firme spettrali degli elementi visibili in uno scatto fotografico da UAV, consentirebbe l'ampliamento delle indagini multispettrali a numerosi contesti archeologici agevolando il processo di lavoro ed abbassando il costo delle operazioni. In tal modo, anche in assenza di dati satellitari e di strumenti iper-performanti, si consentirebbe e si amplierebbe il panorama territoriale su cui applicare il metodo con un'effettiva conseguenza anche sulle possibilità di intercettare nuove evidenze archeologiche durante le indagini territoriali di superficie. Sino ad oggi infatti, la verifica di presenza archeologica ancora sconosciuta in un dato comprensorio geografico o all'interno dello stesso sito solo parzialmente indagato, si basa sulla prevalente applicazione di tecniche termografiche, prospezioni geofisiche o indagini multi ed iper spettrali da dati satellitari che individuano la possibile presenza archeologica sottoforma di anomalie. In tutti i casi, si tratta comunque di metodiche piuttosto complesse ed economicamente dispendiose non applicabili in tutti i contesti archeologici. Tuttavia, il riconoscimento delle superfici "anomale" se non può basarsi sul riconoscimento della forma o della tessitura può fondarsi sul colore, ossia sulla quantità di luce assorbita o riflessa dagli oggetti alle diverse lunghezza d'onda. Se un'oggetto lo vediamo come blu, indica che esso assorbe le componenti verdi e rosse della luce solare ma riflette solo quella blu (Campana, 1999). Sulla base di tale assunto concettuale, Il progetto mirerà all'analisi di un tratto dello spettro elettromagnetico più ampio di quello visibile, al fine di aumentare la possibilità di formare "colori" e di moltiplicare la probabilità di riconoscere superfici diverse che magari appaiono dello stesso colore se viste solo nello spettro del visibile. Così come vi sono acque di tipo diverso con specifici comportamenti spettrali, così ogni suolo e ogni pianta ha una firma spettrale propria che può essere determinata e confrontata con archivi costruiti appositamente in modo da consentire una classificazione automatica delle superfici. Tale metodo d'indagine, si è dimostrato particolarmente efficace in differenti settori di ricerca quale ad esempio quello agricolo (Stroppiana, Boschetti, Confalonieri, Bocchi, Brivio, Musanti, 2005; https://www.profilocolore.com/it/agricoltura-di-precisione-e-monitoraggi... ), ma i suoi risultati in ambito archeologico sono ancora poco conosciuti a causa di una scarsa sperimentazione. Crediamo infatti che, conoscendo alcune firme spettrali specifiche, quali quelle di vegetazione, acqua e suoli, sarà possibile un'effettiva progressione nella moderna ricerca archeologica, individuando e successivamente normalizzando le firme della maggior parte degli elementi costruiti dividendo i materiali relativi a strutture archeologiche da quelli usati su moderni corpi di fabbrica sulla base di un progressivo confronto tra le differenti risposte spettrali.

Codice Bando: 
2797459

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