Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2048803
Anno: 
2020
Abstract: 

Obiettivo di questa ricerca è indagare le origini e la natura transdisciplinare della nozione di 'campo', illustrandone alcune linee di sviluppo nelle teorie del linguaggio del Novecento e la sua rinnovata attualità. Si tratta di una nozione migrante, che nasce in fisica e viene rielaborata dalla biologia e dalla scuola della Gestalt in psicologia. La sua natura transdisciplinare sarà osservata sugli aspetti semantici e sarà messa in relazione sia con il tema della metafora, sia con quello della centralità della nozione di azione/attività linguistica, sia con il dibattito attuale intorno alle scienze cognitive, sia, infine, con il tema della deissi a partire dalle teorie di K. Bühler e di E. Cassirer.

ERC: 
SH4_12
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2848775
sb_cp_is_2846749
sb_cp_es_384505
sb_cp_es_384506
sb_cp_es_384507
sb_cp_es_384508
sb_cp_es_384509
Innovatività: 

La teoria dei due campi proposta da Bühler non ha avuto una buona ricezione nelle teorie del linguaggio del Novecento. Perciò reintrodurre in linguistica la nozione di 'campo' che Bühler ricavava dalla psicologia della percezione, avrebbe una portata innovativa perché offrirebbe una prospettiva dinamica non solo delle relazioni tra le unità ma anche delle unità stesse. Basti pensare alla differenza tra l'idea che una percezione sia definibile a seconda delle condizioni al contorno, continuamente variabili, e il concetto corrente di 'struttura' nel quale è vero che ogni entità è definita dai suoi rapporti con le altre e dalla sua alterità, ma questa relazione, una volta definita la struttura, è statica e lo rimane fino a che qualche evento non determini una riorganizzazione che porta a una nuova struttura.
L'introduzione della nozione di campo nella teoria del linguaggio testimonia una 'linguistica impura' che si apre a discipline come la psicologia ricavandone nozioni, metodi e problemi. D'altra parte la nozione di campo è tornata a essere produttiva non solo nelle teorie del linguaggio ma anche in biologia (cfr. E. Gagliasso, Il concetto di 'Campo' in biologia: tra filosofie tacite e sperimentazioni, 2019).
Gli assi di ricerca che si intendono sviluppare ci consentiranno di discutere alcune prospettive dibattute dalle scienze cognitive attuali e della semantica contemporanea affermando il contributo critico della filosofia del linguaggio e delle lingue:
- Aspetti epistemologici: Una delle questioni portanti nella genesi della nozione di campo fu un raccordo sistematico tra riflessione filosofica e indagine empirica che mise capo a un tipo di fenomenologia profondamente diversa da quella di stampo husserliano: un tipo di fenomenologia di cui è superfluo sottolineare l'attualità, se pensiamo agli appelli odierni provenienti dallo stesso mondo scientifico circa l'opportunità di incorporare le intuizioni fenomenologiche nella progettazione stessa degli esperimenti scientifici.
Proprio attraverso la riflessione sulle caratteristiche del campo percettivo e i bisogni psicologici dell'individuo Kurt Lewin ha gettato le basi della nozione di Aufforderungscharacter (della quale il termine gibsoniano di «affordance» è sostanzialmente un calco), nozione utilizzata per riferirsi al «carattere d'invito», alla «valenza» presentata dagli oggetti in determinate circostanze. A proposito della sua elaborazione della nozione di campo Lewin dichiara esplicitamente il suo debito nei confronti del maestro Cassirer, di cui considera però esclusivamente "Substanzbegriff und Funktionsbegriff" (1910). È qui, nella contrapposizione del paradigma galileiano al paradigma aristotelico, che prende forma la riflessione di Cassirer sulla nozione di campo, destinato a divenire un concetto fondamentale nella sua Logica delle scienze della cultura (1942), utile al superamento della contrapposizione metodologica tra forma e causa.

- Semantica e teoria della metafora. A partire dalla teoria concettuale di Lakoff e Johnson (1980) diversi lavori si sono concentrati sulla pervasività del tema della metafora e sui dispositivi cognitivi che consentono di concettualizzare e comprendere un dominio concettuale nei termini di un altro. La presente ricerca intende concentrarsi su questi dispositivi e sulla natura delle corrispondenze analogiche tra domini concettuali apparentemente distinti che sarebbe alla base del procedimento di produzione concettuale descritto e spiegato dalla teoria del conceptual blending (o amalgama), senza però sacrificare il punto di vista linguistico che spesso viene trascurato dalle semantiche cognitive, interessate principalmente a una dimensione concettuale a-linguistica.
Per i teorici del blending (cfr. Fauconnier e Turner, "Conceptual Integration Networks", Cognitive Science, 22/2 1998), interessati più a ciò che sta dietro alla lingua che alla lingua stessa, la pervasività del processo di fusione concettuale consente il superamento dei tradizionali ambiti disciplinari, i quali sembrano postulare oggetti diversi nell'attività linguistica: il significato lessicale, della frase e del testo; le strutture sintattiche, i principi pragmatici e discorsivi, e ancora le metafore, le metonimie, i frame e le strutture narrative e così via, emergono da uno schema sintetico, esito della fusione concettuale, al punto che la parcellizzazione disciplinare diviene inadeguata per spiegare ciò che opera nel linguaggio, ma anche nelle sfere non-linguistiche di cognizione e di azione.

Codice Bando: 
2048803

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