Ad oggi, è ampiamente riconosciuto che il sonno giochi un ruolo fondamentale in diversi domini del funzionamento cognitivo, tra cui apprendimento e memoria. Sebbene vi sia una stretta relazione tra sonno e apprendimenti di tipo linguistico, la letteratura scientifica che ha indagato il sonno nella dislessia, il più diffuso disturbo dell'apprendimento, è esigua e mostra dati eterogenei. Inoltre, secondo l'ipotesi procedurale, alterazioni nei sistemi di memoria corticostriatali e cortico-cerebellari sarebbero alla base della dislessia e responsabili delle difficoltà di lettura e di difficoltà nelle performance procedurali che comprendono l'acquisizione di sequenze. Il presente progetto di ricerca intende, dunque, indagare la topografia EEG di sonno e i processi di memoria procedurale sonno-relati in una popolazione che presenta alterazioni sia in pattern di sonno sia in alcune abilità procedurali. A tale scopo verranno reclutati 20 soggetti di età compresa tra i 9 e i 13 anni, di cui 10 partecipanti con dislessia e 10 normolettori.
La sessione sperimentale prevederà:
1) Una prima somministrazione del task procedurale (SRTT, Serial Reaction Time Task) da effettuarsi alla sera, prima della notte sperimentale
2) Montaggio e registrazione polisonnografica (28 derivazioni corticali, 2 EOG, 2 EMG) di una intera notte di sonno indisturbato (max 10 ore di letto)
3) Risveglio e compilazione di un diario del sonno
4) Recall differito del task (SRTT), al mattino circa 40 minuti dopo il risveglio
L'indagine della relazione tra variabili polisonnografiche quantitative e performance procedurali potrebbe ampliare le conoscenze sull'eziologia e sugli aspetti neurobiologici dei disturbi dell'apprendimento; inoltre fornirebbe informazioni rilevanti per una maggiore comprensione del ruolo del sonno nei processi cognitivi (i.e., memoria) nello sviluppo tipico e atipico.
Tale indagine costituirebbe il primo studio volto a confrontare in maniera sistematica il sonno in bambini con dislessia con quello di bambini normolettori, andando ad osservare le peculiari modificazioni sonno-dipendenti successivamente ad un compito di memoria procedurale e le prestazioni al mattino successivo. Ciò permetterà, in primo luogo, di ampliare ed approfondire le conoscenze riguardo le caratteristiche del sonno nella dislessia. La rilevanza di ciò risiede nel fatto che pattern alterati di sonno sono stati osservati nei disturbi dell'apprendimento e nella dislessia ma, purtroppo, ad oggi, le evidenze empiriche risultano esigue e contrastanti. Uno studio con fMRI (Menghini et al., 2006) ha evidenziato la presenza di alterazioni cerebellari in soggetti con dislessia; acquisire dati polisonnografici oggettivi di eventuali alterazioni EEG del sonno, correlate a performance procedurali peggiori, rappresenterebbe un ulteriore elemento a favore dell'ipotesi procedurale, supportando, inoltre, il concetto che il sonno possa avere un ruolo nella dislessia. Ciò che conferisce ulteriore valore a tale protocollo riguarda la scelta di indagare i processi di memoria sonno-dipendenti di tipo procedurale; rispetto ai processi di tipo dichiarativo, come sopra discusso, le evidenze supportano la relazione tra sonno e memoria procedurale, ma le specificità del rapporto (es., particolari pattern di sonno) risultano meno chiare. Per di più tale aspetto in età evolutiva è stato meno indagato e gli studi hanno portato a risultati contrastanti, soprattutto in soggetti con disturbi della lettura. Risulta chiaro, quindi, come ulteriori indagini siano necessarie per ampliare le conoscenze relative alla relazione tra sonno e memoria nella dislessia e più in generale tra sonno e dislessia. Inoltre, esplorare la relazione- e la sua direzione- tra specifiche caratteristiche di sonno e processi cognitivi sarebbe ipoteticamente in grado di fornire maggiore consapevolezza e conoscenza riguardo gli aspetti neurobiologici che sottostanno ai disturbi dell'apprendimento. L'analisi di tale relazione aumenterebbe inoltre la comprensione del ruolo del sonno nell'età evolutiva, nello sviluppo tipico ed atipico.
In conclusione il progetto proposto si caratterizza per diversi aspetti che, nel complesso, potrebbero fornire, a livello teorico, maggiori conoscenze sulle alterazioni di sonno in questa condizione clinica. La comprensione del ruolo del sonno nello sviluppo tipico e atipico potrebbe, inoltre, contribuire ad implementare, a livello pratico, le strategie di intervento e valutazione per la dislessia.