Il patrimonio e i territori dell'industria nella provincia di Terni ben rappresentano ruolo e complessità delle attività antropiche generate dall'evoluzione dei settori produttivi. Per affrontare lo studio dei beni industriali attivi e dismessi in relazione alle potenzialità polari e di rete che possiedono, occorre dotarsi di strumenti adeguati a maturare una visione progettuale della conoscenza.
La ricerca propone e sperimenta sulle aree ternane la costruzione di un workflow operativo Geo-BIM, per supportare un approccio alla rigenerazione multiscalare e multidisciplinare.
Alla base della costruzione della conoscenza del patrimonio industriale vi sono censimenti e catalogazioni dei beni che contribuiscono a collocarli nella storia, nei luoghi e attribuirgli valore. Vi è però un legame stretto tra contenuti, finalità e organizzazione e rappresentazione della conoscenza stessa. Ai fini dell'incontro tra tutela e rigenerazione, la sola catalogazione non permette di esplicitare al meglio la dimensione progettuale che assume la conoscenza.
Oggi dai primi SIT (Sistemi Informatici Territoriali) basati su mappature GIS si è giunti ai SIT 3D utilizzati nel Geodesign con la sequenza metodologica di fasi Descriptive, Predictive, Prescriptive che caratterizza la Digital Landscape Architecture. Per la rigenerazione di aree e patrimonio esistente si intende integrare i SIT con la realtà costruita, oggetti e sistemi più complessi della costruzione BIM. Tale flusso avviene, per ora monodirezionale, attraverso la gestione della relazione semantica tra BIM e GIS proposta correntemente da standard internazionali come l'IFC, il COBie e il CityGML. Negli ultimi due anni sono state proposte più linee guida tese ad ottimizzare il passaggio attraverso i vari standard e si intende proporre e sperimentare un flusso di lavoro in cui la conoscenza referenziata dell'oggetto architettonico ai fini progettuali sia implementabile nel tempo da più attori secondo diversi gradi di conoscenza.
La proposta interessa l'ambito disciplinare prevalente delle ricerche in Architettura Tecnica (l¿interesse verso il patrimonio, la rigenerazione, e gli strumenti digitali per il progetto), potentemente correlato con i temi della Geomatica (GIS), e orientata al Paesaggio.
La pluridisciplinarità diviene fruttuosa quando i contenuti disciplinari consentono di risolvere un problema complesso grazie ad informazioni afferenti a più discipline. Un processo interattivo garantito dal prestito e dallo scambio metodologico che consentono l'arricchimento culturale, scientifico e la soluzione di un problema complesso. Si condivide l'approccio di Piaget (Piaget 1972): l'interdisciplinarità si esplica nella «collaborazione fra discipline diverse o fra settori eterogenei di una stessa scienza (per addivenire) a interazioni vere e proprie, a reciprocità di scambi, tale da determinare mutui arricchimenti».
Il progetto propone perciò che dagli avanzamenti nell'ambito disciplinare principale e in quelli integrati, si abbia anche un generale arricchimento aperto a nuovi contributi disciplinari (ad esempio nel design, nella gestione territoriale, nell'economia, etc.).
Nello specifico rispetto all'ambito della conoscenza storico-industriale delle aree e dei beni, la revisione delle metodologie di schedatura per la geo-referenziazione rappresenta una significativa area di esplorazione. Le specificità del patrimonio industriale meritano una valutazione ad hoc in quanto tipologie edilizie non comuni, spesso caratterizzate da impianti volumetrici significativi e megastrutture. Vi sono sperimentazioni recenti sulla trasposizione in ambito GeoBIM di specifici tipi edilizi (beni culturali e infrastrutture), e indagini in ambiente GIS su specifiche tematiche (ad esempio le schede CARTIS per tipologie edilizie), ma non è stato ancora indagato in dettaglio per la riqualificazione delle sempre più ingenti aree dismesse.
Inoltre rilievo e costruzione BIM del patrimonio costruito sono centrali nella ricerca internazionale. L¿unità di ricerca è partecipe di un dibattito costante per lo sviluppo dell¿HBIM per restituire digitalmente costruzioni edificate in epoca pre-moderna, per le quali agli elementi costruttivi non standardizzabili non si confà perfettamente la logica degli strumenti del Building Information Modeling.
In particolare per il patrimonio industriale, vi è la possibilità di specializzare gli strumenti BIM attraverso la realizzazione di apposite librerie di famiglie rispetto agli EF e EFC. Sperimentazioni in questa direzione sono già avvenute nell¿ambito dei beni culturali, dove la trasposizione dai rilievi architettonici e dai manuali di costruzione ha permesso un avanzamento della conoscenza degli elementi costruttivi murari. Il patrimonio industriale, che presenta maggiore standardizzazione dimensionale e costruttiva rispetto all¿edilizia muraria, almeno per quanto riguarda gli EFC, risulta un interessante campo di applicazione in cui sperimentare la capacità di questi strumenti digitali e giungere a risultati ragionevolmente applicabili.
Tale evoluzione, dovuta al passaggio al 3DGIS, rispecchia le trasformazioni che la progettazione e il settore edilizio stanno affrontando e segna la nascita del GeoBIM come un unico sistema olistico in cui si arriva alla definizione di un SIT di nuova generazione dove i dati BIM tornano all¿interno del GIS secondo una relazione biunivoca.
Il fine ultimo resta la questione progettuale di rigenerazione dei beni e del territorio a cui la ricerca intende dare strumenti aggiornati per un analizzare, prefigurare, prescrivere e aggiornare. Conoscere in via più integrata, potremmo dire ¿aumentata¿ la situazione attuale del territorio fornisce basi più ampie per i metodi di analisi multicriteriale MCDM (Multi-Criteria Decision Making Methods). A questi metodi ormai consolidati nei progetti di riqualificazione di aree vaste, si offrono informazioni geografiche, territoriali, urbanistiche, amministrative etc proprie dei sistemi GIS e proprietà volumetriche, costruttive, storiche, valoriali e manutentive proprie dei sistemi BIM, attraverso rappresentazioni della conoscenza su diversi piani consentono una maggiore partecipazione alla visione condivisa.