La chiesa di Santa Maria Assunta si inserisce armonicamente nel reticolo urbano del piccolo paese di Lugnano in Teverina, posto tra i monti che costeggiano il versante umbro del Tevere.
Poche notizie si conoscono sull'edificio, probabilmente risulta il più tardo nel gruppo di chiese che a partire da Santa Pudenziana di Visciano si distribuirono nel territorio meridionale dell'Umbria e in particolare del circondario di Narni.
Mai oggetto di studi spercifici, si ignorano le origini della Collegiata dell'Assunta, testimonianza evidente di comunicazioni linguistiche e scambio culturale con l'architettura romanica della Tuscia, ma anche dell'assimilazione sia dei modi delle maestranze operanti tra Lazio settentrionale e Aretino, lungo il tracciato della via Cassia, sia delle esperienze spoletine in merito al tipo delle strutture architettoniche delle navate. Tuttavia l'interno della collegiata di Lugnano aderisce più propriamente agli esempi umbri per l'impiego delle coperture a volte, mentre la decorazione plastica dell'interno, che risulta tra le più ricche dell'Umbria, richiama i canoni romani che seguono i modelli di San Clemente e di Santa Maria in Cosmedin.
Nonostante l'edificio diventi quindi centrale per la risalita e la diffusione dei canoni costruttivi e decorativi dell'Italia centro-meridionale in Umbria, risultando un modello d'influenza per le maggiori costruzioni della regione, ad oggi è mancante di studi specifici che ne permettano una conoscenza approfondita ed un inquadramento storico-artistico.
Il progetto qui proposto, che vede il supposto degli enti locali e del CISAM (Centro italiano di studi sull'alto medioevo), ha lo scopo di avviare la riscoperta di un edificio che si rivela di particolare importanza per lo sviluppo dell'architettura romanica nei territori dell'alto Lazio e dell'Umbria, nonché per lo studio della plastica scultorea, con particolare riferimento alla produzione di arredi liturgici al di fuori dai confini romani.
Con gli studi avviati da Sible de Blaauw e Peter Cornelius Claussen sulle suppellettili liturgiche e la loro interazione con gli spazi sacri, sembra delinearsi un quadro sempre più nitido dei rapporti tra struttura architettonica, sviluppo degli spazi ed evoluzione artistica propria delle grandi chiese del Patrimonium Petri. Mentre ancora nebulose e complesse risultano le influenze che Roma ebbe nella caratterizzazione degli spazi degli edifici posti nei territori al di fuori dei confini della Chiesa.
Per l'Italia meridionale si osserva una rielaborazione locale dell'influenza artistica romana, che muta e si modifica in relazione ai rapporti più o meno diretti con il potere centrale.Invece, restano ancora fuori dal complesso discorso 'centro-periferia' quelle regioni che, pur confinando con i territori della Chiesa, sembrano, all'apparenza non averne assorbito le influenze artistiche.Se per l'Abruzzo e le Marche di recente sono stati proposti e avviati progetti di ricerca specifici sugli arredi liturgici, l'Umbria ne rimane ancora emarginata. La possibilità di intraprendere un progetto che analizzi ed esplori uno degli edifici cardine dei territori umbri, permette di proiettare su questa regioni, nuove attenzioni.
La mancanza di ricerche e di conoscenze documentarie, che contraddistingue la Collegiata di Santa Maria Assunta, sembrano aver scoraggiato quanti negli anni si sono interessati al Medioevo umbro. Infatti, l'attenzione viene rivolta sempre ai grandi cantieri quali, ad esempio, la basilica assisiate, mancando qualunque attenzione all'analisi dello sviluppo architettonico-scultoreo di quegli edifici che sembrano aver assorbito ed elaborato gli stilemi romani penetrati nella regione. Lo dimostrano in Santa Maria Assunta la presenza del doppio ambone (di cui si conoscono solo rarissimi esempi romani e campani), del ciborio dalla struttura cosiddetta a 'gabbia', propria soprattutto dei tabernacoli romani e del basso Lazio, così come si riflette nel complesso di pannelli in opus sectile che caratterizzano il pavimento della chiesa umbra. Poter analizzare gli scambi culturali che caratterizzarono alcuni territori dell'Umbria, permetterà di chiarire quali influenze e quali rapporti legarono nel corso del Medioevo le regioni a nord del Patrimonium con Roma. Quali legami caratterizzarono gli spostamenti delle botteghe che lavorarono con orgoglio, seguendo le loro firme, nelle grandi basiliche romane, ma che si spostarono non solo nei territori del basso Lazio e della Campania, ma penetrarono sino in Umbria e Abruzzo.
A ciò si affianca il complesso panorama dello sviluppo dell'edilizia sacra, propria di quelle regioni aperte agli influssi che penetrarono sia dai territori d'Oltralpe sia dal Meridione. L'avvio del cantiere della basilica di Assisi segna una svolta importante nel panorama dell'edilizia sacra umbra; infatti se chiare risultano le ripercussioni che questo ebbe sulla 'regione', ancora sfocate sembrano le riflessioni sullo sviluppo dell'architettura romanica. Mancano, ancora una volta, di quegli edifici, come Santa Maria Assunta, che evidenziano caratteristiche importanti ma dalla difficile contestualizzazione. Il progetto di ricerca per uno studio monografico riflette l'esigenza di chiarire i rapporti che caratterizzarono le terre a nord del Patrimonium Petri con la Chiesa romana, così come si vuole analizzare l'esistenza e la convivenza dei diversi linguaggi artistici che penetrarono in Umbria da più parti e che vennero assimilati e rielaborati da maestranze locali.