La crisi economica del 2008 ha dato avvio a un¿epoca di profonda incertezza che ha coinvolti in modo più o meno intenso tutti gli Stati membri dell'Unione (Rombi 2016). Se, da una parte, i Paesi di vecchio corso si sono trovati ad affrontare lo sviluppo di forze politiche contraddistinte da un euroscetticismo hard caratterizzato da una forte e profonda opposizione all'UE, dall'altra, i Paesi di nuova entrata si appoggiano a forze politiche caratterizzate da un euroscetticismo soft che sembrano impegnati nella creazione di un dibattito volto alla risoluzione condivisa della crisi (Hooghe e Marks 2009; Wezel 2015). Questo atteggiamento, tipico dei Paesi della macro-regione orientale, spesso frainteso soprattutto dai Paesi delle macro-regioni occidentale e meridionale, si traduce nell'affermazione di un inedito ruolo di questi Stati all'interno delle strutture e del dibattito europeo: la recente opposizione del Gruppo Visegrad a prendere parte al summit sulla discussione delle politiche migratorie dello scorso 24 maggio, rappresenta solo uno dei modi con cui tali governi stanno provando ad avviare un dibattito che tenga conto delle loro posizioni.
Questa diversità si traduce anche in quelle che sono le strategie comunicative che tali partiti utilizzano nel descrivere la situazione del Paese. Analizzando quelli che sono i discorsi di esponenti politici di spicco, infatti, si possono delineare non solo i temi alla base delle posizioni euroscettiche, ma anche le motivazioni culturali e sociali che permettono di guadagnare un ampio consenso fra i cittadini-elettori. Soffermandosi sul contesto della Polonia e dell'Ungheria (ad oggi i Paesi traino del Gruppo Visegrad), obiettivo del progetto è quello di analizzare i discorsi pubblici tenuti da soggetti politici di rilievo al fine di individuare i frame narrativi (Goffman 1974; Entman 1993)con i quali i due governi comunicano ai cittadini la loro posizione anti-EU.
Analizzare le strategie narrative messe a punto dai leader politici di rilievo all'interno dell¿area est-europea rappresenta uno degli elementi di innovatività del progetto. Porre l'attenzione su Paesi come la Polonia e l'Ungheria, che non solo rappresentano punti di riferimento all¿interno della macro-regione orientale ma stanno gradualmente conquistando una particolare importanza anche all'interno della struttura europea nel suo complesso, ci permette di avvicinarci a quelle che sono i riferimenti culturali e sociali di aree che continuiamo a considerare "distanti" e che, invece, sembrano ormai aver raggiunto un grado di democratizzazione e di stabilità (economica e politica) che poco ha da invidiare alle realtà degli Stati membri appartenenti soprattutto alle macro-regioni occidentale e meridionale. Lo studio dei frame narrativi e degli universi di significato con cui i leader politici incorniciano specifiche issues anti-UE, e che sono quindi capaci di influenzare a livello cognitivo e comportamentale i cittadini, ci permetterebbe di avviare un processo di conoscenza di quelle che sono le percezioni dei cittadini di questi Paesi che, pur presentando alti livelli di europeismo (come dimostrano le rilevazioni Eurobarometro) continuano a riporre ampia fiducia in partiti caratterizzati da un euroscetticismo moderato. Ad oggi, la maggior parte degli studi incentrati in generale sulle strategie comunicative presenti in questi Paesi provengono da studiosi afferenti a questi stessi territori (Galasi¿ski e Skowronek 2001; Krzyzanowski 2012; Wenzel 2015; Bartha 2016; Kerpel 2017); non si è sviluppato uno studio di tipo "occidentale" che permettesse di entrare in contatto con realtà probabilmente molto diverse anche dal punto di vista delle narrazioni. Solo all¿interno di ampi studi di tipo comparativo su quelle che sono le strategie comunicative del sistema politico e mediale lo sguardo "occidentale" si volge verso i contesti orientali, ma l'analisi puntuale e sistematica comunque affidata a studiosi operanti su quei territori (Kaid e Holtz-Bacha 2006; Holtz-Bacha, Novelli, Rafter 2017). Sicuramente, oltre alla diversità culturale e storica esistente tra l'est e l'ovest dell'Europa, un limite è rappresentato dalla barriera linguistica che, soprattutto nell'analisi delle strategie, degli stili e dei messaggi della comunicazione, non può non essere tenuto in considerazione. Ancora, riconoscendo il ruolo che i singoli Paesi hanno nella risoluzione dell¿attuale instabilità politica dell'Unione, andare ad indagare le istanze anti-Ue di questi Paesi ci permette di rendere più semplice in futuro lo sviluppo di un "processo collaborativo" volto alla risoluzione dei problemi e delle controversie alla base della crisi europea in cui siamo coinvolti.
Riconoscendo l'importanza che la narrazione ha nell'influenzare le opinioni e gli orientamenti dei cittadini, lo studio dei discorsi di esponenti politici di rilievo nel contesto ungherese e polacco apre la strada verso una maggiore comprensione di quello che è il contesto culturale e sociale del Paese, nonché di avviare un ulteriore processo di analisi della diffusione del sentimento euroscettico in quei Paesi.
Bartha A., 2016, Adversarial narratives in populist policy-making: the case of Hungarian industrial policy, paper presented at the 66th Political Studies Association /PSA/ Annual International Conference, March 21-23, 2016, Brighton.
Galasiski D., Skowronek K., 2001, Naming the Nation: A Critical Analysis of Names in Polish Political Discourse, Political Communication, 18(1).
Holtz-Bacha C., Novelli E., Rafter K., 2017, Political Advertising in the 2014 European Parliament Elections. London: Palgrave Macmillan.
Kaid L.L., Holtz-Bacha C., 2006, The sage Handbook of Political Advertising. Thousand Oaks, CA-London: Sage.
Krzyzanowski M., 2012, Right-Wing Populism, Opportunism and Political Catholicism: On Recent Rhetorics and Political Communication of the Polish PiS (Law and Justice) Party, in Pelinka A., Haller B., Populismus. Vienna: New Academic Press.
Kerpel A., Pole and Hungarian Cousins Be? A Comparison of State Media Capture, Ideological Narratives and Political Truth Monopolization in Hungary and Poland, SLOVO, 29(1).
Wenzel M., 2015, Media Effects on Support for European Integration in Old and New Member States, Polish Sociological Reviw, 2(190).