Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2509352
Anno: 
2021
Abstract: 

L'indagine del presente progetto riguarderà la versatilità e la duttilità di alcune delle nozioni teoriche di base più in uso nella descrizione morfologica storica e sincronica di stampo europeo in relazione a lingue genealogicamente e tipologicamente distanti. L'idea centrale, a tale proposito, sarà il concetto di "categoria grammaticale" (intesa come categoria flessionale, ossia limitatamente all'ambito della morfologia e non, ad esempio, della sintassi).

Cos'è, dunque, la categoria grammaticale? In altre parole: come si definisce in teoria, e come si identifica nella pratica, ciò che è "grammaticale" in una lingua rispetto a ciò che non lo è?

Si noti che definire la grammaticalità spiana la strada alla comprensione di una serie di altre nozioni fondamentali della linguistica tanto da essa derivanti e dipendenti, sia nella linguistica comparativo-ricostruttiva che in quella sincronico-descrittiva:

- distinzione tra lessema e forma flessa;
- conseguente distinzione tra flessione e derivazione;
- formazione del paradigma lessicale;
- distinzione tipologica tra la lingue flessionali e agglutinanti;
- grammaticalizzazione;
- etimologia formale;
- ricostruzione interna.

Il concetto di grammaticalità viene troppo spesso lasciato senza una definizione formale, dal momento che per i parlanti scolarizzati di lingue europee tale nozione appare auto-evidente. L'assenza di un criterio formale di grammaticalità, tuttavia, porta alla spiacevole conseguenza di generare dibattiti senza soluzione non appena si tocchi una lingua esotica: quante forme verbali ha il basco? esistono i casi in giapponese? qual è la differenza tra classi nominali e genere?

I nostri obiettivi sono: 1) definire formalmente la grammaticalità in modo formale; 2) testare la definizione su lingue geneticamente e tipologicamente molto diverse: greco omerico, sanscrito, paleoslavo, antico persiano, giapponese, nonché -- grazie al supporto dei membri esterni -- le lingue del Pacifico e il coreano.

ERC: 
SH5_3
SH4_9
SH4_10
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3164571
sb_cp_is_3165253
sb_cp_is_3229220
sb_cp_es_471593
Innovatività: 

Le premesse teoriche innovative del progetto permetteranno di rinnovare notevolmente l'analisi linguistica in vari campi. In particolare, ci si aspetta di portare un contributo originale nelle seguenti aree tematiche.

GRAMMATICALIZZAZIONE DEL PRONOME RELATIVO COME MARCA AGGETTIVALE
Le lingue medioindiane (pracriti) presentano una forte erosione del corpo fonico delle desinenze nominali, che tendono a diventare monofonemiche. Accanto alle desinenze "in decadimento" vengono create delle desinenze nuove, limitatamente ai casi obliqui, utilizzando forme pronominali agglutinate (cfr. il locativo in -ammi/-ahmi al posto di quello in -e). Di solito si sostiene che l'uso di tali doppioni "lunghi" fosse dettato dalla pura casualità o, al massimo, da ragioni metriche (vedi Pischel 1900: §366a). Si sosterrà l'ipotesi di distinzione funzionale tra i due set di desinenze.

LA DIACRONIA DEI SUFFISSI IN VELARE, DALLA PROTOLINGUA ALLE VARIETÀ MEDIOIRANICHE
Il suffisso MP -ag, risultante dalla rianalisi del suffisso ir. ant. *-ka-, viene tradizionalmente descritto come marca per derivare aggettivi denominali (e.g. stahm 'forza' > stahmag 'forte, oppressivo'). Si propone di rivedere criticamente tale visione. L'enorme frequenza di -ag in MP, diffusosi per contrastare l'erosione fonologica di fine parola, ha comportato la progressiva cancellazione della sua funzione derivazionale, nonché delle sue connotazioni semantiche (cf. ast 'osso' vs. astag 'osso').

NOZIONE DI CASO NOMINALE NELLA PERCEZIONE DEI GRAMMATICI ANTICHI
Differentemente dalla tradizione degli studi, saranno utilizzate le informazioni indirettamente forniteci dalle grammatiche indigene, ad esempio Panini e la tradizione grammaticale giapponese.

È di particolare interesse la dialettica tra le brillanti intuizioni teoriche di Panini sulla declinazione nominale e le successive semplificazioni grammaticali operate in epoche successive, dai grammatici di estrazione buddista. Inoltre, per la prima volta nella storia degli studi, si metterà in luce come queste categorie siano state interpretate ed elaborate prima dai grammatici cinesi (parlanti una lingua tipologicamente assai distante), e da questi passate ai dotti giapponesi antichi (e in parte moderni) che, nonostante la lunga trafila, conservano ancora tracce dirette del pensiero indiano buddista.

INNOVAZIONI NELLE FORME PRONOMINALI NON FORMULARI IN GRECO OMERICO
L'analisi dei pronomi greci sia in diacronia indoeuropea che negli esiti dialettali, specie nei contesti letterari, apre prospettive di ricerca innovative. Accanto a forme pronominali che, pur se scarsamente considerate, sono pienamente compatibili con la teoria canonica delle fasi omeriche, sembra che diversi altri pronomi siano difficilmente spiegabili all'interno di tale teoria. Per es. teïn, teoîo, hamós ecc. hanno paralleli solo in dialetti dorici e in beotico, ricorrono in versi che spesso sembrano recenti e non sono formulari. Pertanto, si suggerisce di valutare se le forme citate siano delle creazioni artificiali secondarie inserite in una dizione già quasi fissata sotto l'influenza dell'Attica, Eubea, Beozia e il mondo dorico. Questa prospettiva è del tutto nuova per l'Eubea e la Beozia e quasi inesplorata per l'Attica e il mondo dorico; se perseguita, consentirebbe di raggiungere una migliore comprensione della storia del testo epico e della grammatica del greco omerico.

PARTICELLE GRAMMATICALI COREANE
Si analizzeranno le regole di distribuzione delle particelle coreane provviste di obbligatorietà grammaticale, opposte a quelle puramente semantico-pragmatiche. Si sosterrà l'ipotesi inedita che la sottoclasse delle particelle grammaticali rappresenti un sistema di marcatura dei confini tra costituenti sintattici.

PARTICELLE POST-NOMINALI GIAPPONESI
Si analizzerà in prospettiva diacronica l'utilizzo delle cosiddette "particelle di caso" giapponesi, in particolar modo i morfemi che segnalano gli argomenti centrali, in modo da dimostrare la loro progressiva grammaticalizzazione nella varietà scritta e non nella varietà colloquiale, come si è sempre pensato finora.

I risultati della ricerca saranno discussi pubblicamente in un convegno internazionale, aperto quindi ai contributi di specialisti anche al di fuori del gruppo di ricerca, da tenersi nell'estate del 2023.

Gli atti di tale convegno daranno poi luogo a un volume miscellaneo da pubblicare in sede dotata di peer review, nonché "open access", secondo i principî guida dell'Unione Europea, che promuove il libero accesso ai prodotti della ricerca.

In fase di pre-pubblicazione tutti i materiali del convegno saranno esposti al giudizio di un pubblico più vasto tramite un apposito sito, in cui le presentazioni del convegno, insieme ai materiali allegati e i video degli interventi, potranno essere commentati e discussi in modalità "asincrona" da specialisti esterni (tramite un sistema di commento con moderazione).

Codice Bando: 
2509352

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