Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2291397
Anno: 
2020
Abstract: 

Il cancro della cervice uterina è la seconda neoplasia per incidenza nel sesso femminile, con una prevalenza annua di circa 52.8000 nuovi casi nel mondo, presenti soprattutto nei paesi in via di sviluppo. In Italia il carcinoma della cervice uterina ha un'incidenza di 2400 nuovi casi/anno, ed è il 9° tumore più frequente nel sesso femminile. Il principale fattore di rischio di questo tumore è l'infezione da Papillomavirus umano (HPV). Negli anni l'incidenza di questa neoplasia si sta notevolmente riducendo soprattuto nei paesi sviluppati per la diffusione di programmi di screening intensificati, grazie ai quali la diagnosi è sempre più precoce. Le linee guida acconsentono ad un trattamento conservativo in caso neoplasia intraepiteliale (CIN) e nei casi di carcinoma microinvasivo (stadio FIGO IA1 e IA2) con linfonodi negativi e LVSI-negativo. L'obiettivo della chirurgia conservativa "fertility-sparing" è da limitare alle pazienti in età fertile desiderose di prole con stadio iniziale di malattia. In letteratura non vi sono evidenze univoche rispetto agli outcomes ostetrici per gestazioni insorte dopo la procedura chirurgica. Alcuni autori sostengono che le pazienti trattate in maniera conservativa siano più esposte alle seguenti complicanze ostetriche:
- incompetenza cervicale
- rottura prematura delle membrane amniocoriali (PROM)
- parto pretermine
- basso peso alla nascita
- maggior incremento di tagli cesarei
- aumentata prevalenza di aborti spontanei.
L' obiettivo principale di questo studio è quello di valutare l'impatto del trattamento conservativo del carcinoma della cervice uterina in stadio iniziale sull' out come ostetrico.

ERC: 
LS7_3
LS4_6
LS7_10
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2923531
sb_cp_is_2924839
sb_cp_is_2923381
Innovatività: 

Lo scopo della presente ricerca è quello di fornire risultati significativi che chiariscano il ruolo del trattamento conservativo del carcinoma della cervice uterina, nelle donne che vanno incontro ad una gravidanza. Se consideriamo gli studi finora condotti sull'argomento, non vi sono evidenze scientifiche univoche che possano delineare delle linee guida e degli approcci diagnostico-terapeutici standardizzati nei confronti di questa particolare categoria di pazienti.
Stando ad alcuni studi sopracitati, il trattamento cervicale sembrerebbe esporre le donne ad un rischio aumentato di out comes ostetrici sfavorevoli, in particolar modo al parto pretermine.
Se il nostro studio confermerà questi dati, potremmo considerare il trattamento cervicale un fattore prognostico negativo, arrivando dunque a definire queste gravidanze come gravidanze "ad alto rischio", meritevoli di un più stretto controllo clinico-strumentale per tutta la loro durata, o se invece gli outcomes ostetrici saranno sostanzialmente sovrapponibili alle donne che non hanno ricevuto un trattamento cervicale.

Codice Bando: 
2291397

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